Sulle ipotesi di commissariamento della provincia di Lecce, in vista del riordino del sistema, ho avuto oggi un colloquio col ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi, che – pur rinviando al doveroso approfondimento e all’altrettanto doveroso confronto nelle sedi proprie – ha manifestato equilibrata apertura a soluzioni meno traumatiche rispetto a quelle che apparivano all’orizzonte qualche giorno fa. Premesso che il completamento del riordino deve avvenire entro l’inizio del 2014, appare ragionevole arrivare alla fine del 2013 col mantenimento in carica degli organi dell’attuale amministrazione, senza procedere a commissariamenti. Il caso di Lecce rientra fra le province non soppresse che accorpano i territori di municipi di province confinanti e soppresse: come ho già avuto modo di sostenere nella discussione alla Camera del decreto legge n. 174 in materia di enti territoriali, non si comprende perché in ipotesi come questa dovrebbe essere nominato il commissario, quand’anche venisse individuato nel presidente in carica: se la persona resta la stessa, è meglio che la sua legittimazione sia quella del voto invece che quella di una nomina del governo. E’ ovvio che la maggiore disponibilità da parte del governo potrà essere sostenuta da una auspicabile unità di intenti politica e istituzionale del territorio.
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