La decisione della Giunta Vendola di sforare il Patto di stabilità 2012 della Regione si sarebbe potuta evitare procedendo alla riduzione dei capitoli di spesa discrezionali in sede di bilancio di bilancio di previsione 2012. Inoltre con le disposizioni previste dalla legge di stabilità 2013 in discussione in Parlamento, il rischio concreto è di non riuscire a compensare lo sforamento 2012 con conseguente ulteriore aumento della tassazione a livello regionale.
Sono questi i due aspetti sollevati dal capogruppo PdL alla Regione, Rocco Palese, nel corso della conferenza stampa che ha tenuto questa mattina in merito alla decisione del Governo Vendola di sforare il Patto di stabilità interno 2012 della Regione Puglia, cui hanno partecipato anche i parlamentari PdL Luigi D’Ambrosio Lettieri e Francesco Paolo Sisto, nonché il capogruppo della Puglia prima di tutto Francesco Damone e il consigliere Giovanni Alfarano (PdL).
Palese ha precisato che la decisione di sforare per garantire il cofinanziamento dei fondi europei ed evitare di perderli rispetta la legislazione vigente. Tuttavia il provvedimento presta pesantemente il fianco ai due ordini di rilievi: i tempi e i modi.
“Lo sforamento consapevole del patto di stabilità – ha detto – è uno strumento a cui la Giunta Vendola ricorre sempre in campagna elettorale”. Se l’intento era quello di spendere i fondi comunitari – ha aggiunto – , sarebbe bastato ridurre la spesa corrente discrezionale nel bilancio di previsione 2012 (ma anche a partire dal 2010), facendo ricorso prima a questo sforamento consapevole. Si sarebbero potuti rimodulare i capitoli relativi, ad esempio, al turismo, alla comunicazione, alle agenzie regionali, alcune della quali – vedi l’Arif – presentano un bilancio fuori controllo. Qualcuno dovrebbe spiegare perché il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale sul controllo finanziario sulle agenzie è stato ritirato. Peraltro il provvedimento in questione si inserisce in un momento in cui – a cominciare dal Presidente Vendola candidato alle primarie del centrosinistra per il Governo nazionale, per continuare con molti suoi assessori – “nessuno fa mistero che questa legislatura potrebbe concludersi prima del previsto”. Di qui il rischio concreto che sarà chi verrà dopo di lui “a subirne le conseguenze”.
Inoltre la legge di stabilità 2013 in discussione in Parlamento prevede una riduzione dei target del patto di stabilità interno per le Regioni di un importo pari a quasi il doppio di quello di già previsto dalla L. n. 135/2012 (spending review): da 1 a 2 miliardi per gli anni 2013 e 2014 e da 1050 milioni a 2050 nel 2015. Questo significa in concreto – ha precisato Palese – che se nel 2013 la Regione Puglia non riuscirà a compensare l’importo sforato nel 2012, la parte rimasta scoperta verrà incamerata dallo Stato e di riflesso si creerà “un’autostrada” per l’aumento della tassazione a livello regionale.
Dei contraccolpi ci potrebbero essere – secondo il capogruppo PdL – anche per quel che riguarda il settore della sanità. E’ vero – ha detto – che il fondo sanitario non viene considerato ai fini del rispetto dal patto di stabilità, tuttavia lo stesso rientra comunque nella spesa corrente del bilancio regionale. Forse sarebbe il caso di una opportuna precisazione al riguardo nel provvedimento regionale che autorizza lo sforamento.
D’Ambrosio Lettieri ha ricordato il pressing effettuato in sede parlamentare per ottenere in qualche modo una deroga al blocco del turn over per il personale, come poi si è riusciti (sia pure solo nella misura del 15%) con il decreto legge convertito in legge ieri da un ramo dal Parlamento.
A fronte di questi sforzi – ha aggiunto il parlamentare – sostenuti da espressioni di tutti gli schieramenti, si assiste poi a queste espressioni di “sciatteria istituzionale” che dimostrano come vengono derogati i principi di buona amministrazione. D’Ambrosio Lettieri ha preannunziato un’interrogazione parlamentare al riguardo.
Secondo Sisto quanto deciso nella circostanza è la dimostrazione delle responsabilità del Governo Vendola che dal 2010 non ha amministrato come avrebbe dovuto. Senza considerare poi l’effetto di scaricare su altri (considerate le scadenze elettorali) le conseguenze che potrebbero derivare dalla decisione odierna.
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