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Prima edizione del “Premio Giornalistico Antonio Maglio”

Il giornalista e scrittore tarantino Alessandro LEOGRANDE è il vincitore della prima edizione del “Premio Giornalistico Antonio Maglio”. Il premio gli verrà consegnato personalmente dal presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino, durante la cerimonia che si svolgerà ad Alezio il 5 agosto 2012, alle ore 20,30, presso il piazzale del Santuario della Madonna della Lizza. La Giuria, presieduta dall’on. Giacinto Urso, ha assegnato anche il premio alla carriera al giornalista della Rai Antonio CAPRARICA e ha riconosciuto una menzione speciale al direttore del “Corriere Canadese” Paola BERNARDINI. Un attestato di partecipazione verrà consegnato a tutti i partecipanti al concorso giornalistico. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Alezio e dall’ “Associazione amici di Antonio Maglio”, con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, della Città di Lecce, dell’Università del Salento, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa.
Alla cerimonia, oltre al presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino, prenderanno parte, tra gli altri, il sindaco di Alezio, Vincenzo Romano, il presidente dell’ “Associazione amici di Antonio Maglio”, on. Giacinto Urso, e il presidente onorario, prefetto Carlo Schilardi, il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, il direttore del “Nuovo Quotidiano di Puglia”, Claudio Scamardella, e la moglie di Antonio Maglio, Luisella Mariotto, giunta appositamente da Londra. Il programma della serata, che sarà presentato dalla giornalista Luisa Ruggio, prevede il collegamento in video con Antonio Caprarica da Londra, dove è impegnato a seguire le Olimpiadi, e con Paola Bernardini da Toronto, oltre ad una serie di intermezzi musicali a cura di Eleonora Pascarelli e la lettura di alcuni brani di Antonio Maglio a cura dell’attore Antonio Calò.

Le motivazioni. Il primo premio ad Alessandro Leogrande è stato riconosciuto per l’articolo “Signor caporale, oggi qui non si lavora”, pubblicato sul periodico “Il Mese – Rassegna sindacale” del 9 ottobre 2011, con la seguente motivazione: “Per aver trattato temi di grande attualità come lo sfruttamento degli immigrati e la pratica del caporalato, con un’impronta di forte denuncia sociale. In particolare, ha approfondito – con un resoconto rigoroso e penetrante – i modi e i risultati del primo sciopero dei braccianti stranieri in agro di Nardò, che, con metodi pacifici e confronti dialettici, ha inceppato meccanismi perversi e soprusi reiterati, ristabilendo, in parte, legalità, interesse sindacale e richiamo dei pubblici poteri”.
La menzione speciale a Paola Bernardini è stata assegnata per l’articolo-intervista “Frammartino. Il cinema e il segreto della vita”, pubblicato sul “Corriere Canadese” del 9 giugno 2011, con la seguente motivazione: “Perché, con accurata conoscenza del Sud d’Italia e con magistrale scioltezza discorsiva, è riuscita a far conoscere alla gente del Canada – attraverso una fascinosa intervista – il profondo significato di un difficile intreccio cinematografico, intessuto dalla sfavillante fantasia del regista Michelangelo Frammartino, che ha reso vivido il fascino delle superstizioni e dei culti rituali di una parte della Calabria, dove vita, natura, animali si fondono assieme e filmano un originale saggio dell’anima”.
Il premio alla carriera è stato assegnato al giornalista leccese Antonio Caprarica, con la seguente motivazione: “Per essersi distinto, nella sua poliedrica attività di brillante comunicatore televisivo e di facondo scrittore, ad illustrare – con robusta cultura, chiarezza espositiva e fine ironia – una molteplicità di eventi, accaduti nel mondo, profondendo avvincente originalità e fascinoso linguaggio, avendo in sé, permanente e fresca, la seduzione di Terra d’Otranto, sua culla natia”.

Il vincitore. Alessandro Leogrande, nato a Taranto nel 1977, vive a Roma. È vicedirettore del mensile “Lo straniero” e cura una rubrica settimanale sul “Corriere del Mezzogiorno”. Sui articoli, saggi, reportage sono stati pubblicati sul “Corriere della Sera”, “l’Unita”, “il Riformista”, “Saturno” (inserto culturale de “il Fatto quotidiano”), “Panorama” “Rassegna sindacale”, “Nuovi Argomenti”. Tra i suoi libri: “Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud” (Mondadori 2008, con cui ha vinto il Premio Napoli-Libro dell’anno, il Premio Omegna, il Premio Sandro Onofri, il Premio Biblioteche di Roma), “Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali” (Fandango 2010), “Il naufragio”. “Morte nel Mediterraneo” (Feltrinelli 2011, con cui ha vinto il Premio Carlo Marincovich e il Premio Paolo Volponi). Per minimum fax ha curato l’antologia di racconti sul calcio “Ogni maledetta domenica” (2010).

L’Associazione. L’ “Associazione amici di Antonio Maglio” (www.associazioneantoniomaglio.it), presieduta dall’on. Giacinto Urso e dal presidente onorario prefetto Carlo Schilardi, ha sede ad Alezio presso il Museo civico messapico, in via Kennedy. Dando seguito all’annunciata volontà di alcuni amici e colleghi del giornalista salentino Antonio Maglio, scomparso il 13 gennaio 2007 a Newcastle, in Inghilterra, L’Associazione è stata costituita con l’intento di ricordare e tenere viva la memoria di questo straordinario pioniere del giornalismo salentino. Senza fini di lucro, l’Associazione ha lo scopo di onorare la memoria di Maglio attraverso la promozione, la pratica, lo sviluppo e la diffusione del giornalismo nelle sue diverse espressioni, nonché la promozione di attività culturali dedicate alla memoria ed ai valori di Antonio Maglio, uomo e giornalista insigne. L’Associazione curerà annualmente, con il sostegno delle Istituzioni, il “Premio giornalistico Antonio Maglio”, pr omosso nella sua prima edizione dal Comune di Alezio. All’Associazione possono aderire quanti, direttamente o indirettamente, hanno conosciuto Antonio Maglio e hanno avuto la possibilità di apprezzare la sua passione per il giornalismo, il suo impegno umano e professionale, la sensibilità e l’acutezza dei suoi scritti. Le adesioni sono anche aperte ai tanti giovani che vogliono avvicinarsi e conoscere il mondo del giornalismo e a quanti intendono adoperarsi per rendere più libera e pluralista l’informazione, secondo il dettato dell’art. 21 della Costituzione.

Antonio Maglio. Antonio Maglio è nato ad Alezio, il 30 marzo 1941. Ha frequentato il ginnasio a Portogruaro, dove la famiglia si era trasferita per motivi di lavoro del padre. Ritornato nel Salento, ha terminato gli studi superiori a Gallipoli e si è iscritto a Giurisprudenza alla “La Sapienza” di Roma, svolgendo attività giornalistica con “Il Messaggero”. Durante il servizio di leva militare si è trasferito all’Università di Bari e poi si è iscritto a quella di Trieste, dove si è laureato in Giurisprudenza nel 1971. Negli anni Sessanta, ad Alezio, ha fondato e diretto il trisettimanale locale “18° Meridiano”, ha collaborato con i quotidiani “Sera Sud” di Bari e con il “Corriere del Giorno” di Taranto. E’ emigrato nuovamente a Portogruaro, dove ha lavorato presso l’Ufficio stampa della Marzotto. Nel 1966 si è sposato con la friulana Luisella Mariotto e nel 1968 è nata l’unica figlia, Manuela. Durante la sua permanenza in Veneto ha collaborato con varie agenzie di stampa e con il “Messaggero Veneto”. L’11 settembre 1973 Antonio Maglio è stato chiamato da Ennio Bonea alla direzione del settimanale leccese “La Tribuna del Salento”. Sotto la sua direzione il giornale si è cresciuto e nel febbraio 1972 la redazione si è trasferita nella più ampia sede di viale Lo Re 6 di Lecce. Nell’ottobre 1975 i giornalisti della “Tribuna” hanno costituito la CoGiSa (Cooperativa di giornalisti salentini), la prima del genere nel Salento e la crescita del settimanale ha quindi portato alla sua trasformazione in quotidiano. Il 22 marzo 1979 “La Tribuna del Salento” ha terminato le pubblicazioni e il 6 giugno 1979 ha visto la luce il primo numero del “Quotidiano di Lecce, Brindisi e Taranto”, il progetto a cui Maglio si era dedicato per anni. La direzione fu affidata a Beppe Lopez, giornalista barese che lasciava l’esperienza romana de “la Repubblica” per l’avventura salentina, mentre Antonio Maglio assumeva la vice-direzione. Nel novembre 1996 Maglio ha lasciato il “ Quotidiano” e si è trasferito con la moglie in Canada, a Toronto, dove ha assunto l’incarico di direttore vicario del “Corriere Canadese”. Nel 2003, rientrato in Italia, e si è stabilito a Udine, città d’origine della moglie Luisella, da dove ha continuato a collaborare con lo stesso “Corriere Canadese” e con “Il Gazzettino” di Venezia. Colpito da un male incurabile, che si è manifestato nell’estate 2006, Antonio Maglio si trasferì con la famiglia in Inghilterra, dove risiede la figlia Manuela. E’ morto il 13 gennaio 2007 a Newcastle.

Il libro. “L’Oriente che è in noi. Una vita per il giornalismo. Scritti tra Salento, Europa, America” di Antonio Maglio, Glocal Editrice (www.glocaleditrice.it), Lecce, febbraio 2011. Si tratta di una raccolta di articoli di Maglio, pubblicati sul “Quotidiano di Lecce, Brindisi e Taranto” e sul “Corriere Canadese”, che consentono di conoscere gli ampi interessi culturali e la raffinata sensibilità del grande giornalista salentino che, con le sue intuizioni e un’indomabile forza di volontà, ha contribuito a cambiare il panorama editoriale della Puglia. Il libro è stato curato da tre giornalisti, Antonio Corcella, Lino De Matteis e Adelmo Gaetani, che a lungo hanno collaborato con Maglio, già direttore de “La Tribuna del Salento” e fondatore del “Quotidiano”, oggi “Nuovo Quotidiano di Puglia”. Maestro di vita e di giornalismo, nel suo impegno professionale Maglio ha saputo coniugare il profondo attaccamento alla sua terra con una visione europeista degli eventi che si fanno sto ria. Gli articoli proposti nel libro sono stati selezionati dalla sterminata produzione giornalistica di Maglio seguendo un duplice criterio: il profondo legame con il suo territorio, il Salento, e la sua forte sensibilità europeista che lo ha portato ad indagare la Mitteleuropa e i rapporti con l’Oriente. Il “locale” come vissuto storico-antropologico e il “globale” come visione complessiva dell’umanità, due realtà che in lui si fondono in una dimensione attualissima.

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