23 Nov 2018
AGRICOLTURA: CONVEGNO SULLA “BANCA DELLA TERRA” A TRICASE
Lunedì 26 novembre a Tricase alle ore 17.00 presso la Sala Convegni del GAL Capo di Leuca, in Piazza Pisanelli a Palazzo Gallone, si svolgerà un incontro pubblico “Coltivare l’alleanza con la terra verso la Banca della Terra”, dove si discuterà in merito al censimento e all’archivio di terreni incolti e abbandonati, di proprietà pubblica e privata.
L’incontro prevede i saluti di Mons. Vito Angiuli, Vescovo della Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca e di Rinaldo Rizzo, Presidente del GAL “Capo di Leuca”, seguiranno gli interventi, coordinati da Don Lucio Ciardo, Direttore Ufficio Pastorale sociale, lavoro e salvaguardia del Creato, di Giulio Sparascio, Consigliere di Amministrazione del GAL “Capo di Leuca”, di Alfonso Pascale, Presidente CeSLAM – Centro Sviluppo Locale in Ambiti Metropolitani, di Gerardo Di Pietro, Direzione Sviluppo Imprenditoria Giovanile – ISMEA e di Maria Rosaria Ciardo, Presidente Banco delle Opere di Carità Puglia.
L’iniziativa si svolge nel quadro delle attività di animazione della Strategia di Sviluppo Locale del GAL Capo di Leuca – Piano di Azione Locale “il Capo di Leuca e le Serre Salentine” e nell’ambito della XIII Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, in collaborazione con la Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca ed il Banco delle Opere di Carità – Puglia e alla luce della recente approvazione del Regolamento Regionale n.16 del 31/10/2018 per l’attuazione della Legge Regionale Puglia n. 15/2017.
L’evento rappresenta un importante occasione di dibattito e confronto su uno dei settori trainanti dello sviluppo economico del nostro territorio anche alla luce del ritrovato interesse dei giovani per l’agricoltura, in quanto la “Banca della Terra” è uno strumento strategico di salvaguardia del paesaggio e di valorizzazione del territorio in chiave commerciale e produttiva, ma non solo per tutelare il territorio, ma anche per contrastare l’abbandono dei terreni, per mantenere e incrementare la produttività in quelli abbandonati e per favorire il ricambio generazionale in agricoltura, poiché sempre più giovani decidono di riscoprire la vita rurale.