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WEBINAR ‘TERAPIE COVID CONSENSUS CONFERENCE’

A conclusione del WEBINAR ‘TERAPIE COVID CONSENSUS CONFERENCE’ a cura di OFFICINA
MOTORE SANITA’, di seguito alcune dichiarazioni rilasciate dagli esperti del mondo salute che
hanno partecipato al dibattito sulla battaglia per sconfiggere l’infezione COVID-19:
FRANCESCO MENICHETTI
Ordinario di Malattie Infettive, Università di Pisa, Presidente GISA (Gruppo Italiano per la
Stewardship Antimicrobica) e Direttore U.O.C. Malattie Infettive, AOUP – Ospedale Cisanello
“Oggi contro il COVID-19 non esiste una terapia che abbia mostrato sicura efficacia. Il livello di
evidenza prodotto dalle numerose pubblicazioni è infatti modesto trattandosi per lo più di esperienze
preliminari, raccolte casistiche e studi non controllati. Questo impone che qualunque iniziativa
terapeutica si intenda adottare per ogni singolo paziente (es: idrossiclorochina, azitromicina,
lopinavir-titonavir, eparina, tocilizumab baricitinib, altri monoclonali, steroidi, plasmaterapia) debba
rigorosamente avvenire arruolandoli in studi prospettici, randomizzati e controllati, perché i soli in
grado di produrre la necessaria evidenza. Tra la concitata volontà di soccorrere i pazienti COVID-19,
specie quelli più gravi ed il rispetto della mission della scienza di produrre evidenze, non deve esistere
alcuna antinomia, ma una chiara volontà comune di fare il meglio, abbandonando inutili e sterili
protagonismi, e contribuendo agli studi che il CTS dell’AIFA, con l’ausilio del CE dello Spallanzani,
hanno validato”.
MATTEO BASSETTI
Direttore Unità Operativa Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino
“Sicuramente ora rispetto alla fase iniziale sull’utilizzo dell’idrossiclorochina siamo più scettici,
perché i dati non sono entusiasmanti. Sulle ali dell’entusiasmo nato da alcuni studi francesi abbiamo
somministrato a tutti questo farmaco però francamente io oggi mi sento più riluttante sull’utilizzo
su tutti di questo farmaco, se non all’interno di protocolli clinici ben delineati e/o progetti di ricerca.
Ad esempio, stiamo iniziando uno studio per conto dell’OMS e quindi potremo vedere, se ci sarà o
meno un beneficio nell’usare questo farmaco. Abbiamo proposto alla Regione Liguria, che ha
accettato, un’esenzione per tutti i soggetti affetti da Covid 19 che devono tornare in ospedale. In
fase di follow up questi pazienti dovranno recarsi più volte in ospedale per tutta una serie di
accertamenti e noi abbiamo proposto che per 1anno i pazienti liguri non paghino il ticket, anche
perché il pacchetto di esami arriverebbe a costare centinaia di euro e sarebbe importante che questa
esenzione fosse attuata in tutta Italia”.
MASSIMO ANDREONI
Direttore UOC Malattie Infettive, Policlinico “Tor Vergata”, Roma
“Tutti i trial farmacologici che sono stati utilizzati oggi non sono ancora in nessun modo risolutivi.
Sono stati utilizzati una quantità di farmaci enormi e alcuni sono stati anche fallimentari, mentre
altri hanno dato risultati scarsi. Qualche farmaco è stato testato in vitro, altri dal vivo ma al
momento non posso dichiarare che ci sia un farmaco risolutivo nella cura del Covid-19. Il virus è
mutato, esistono degli studi che lo dimostrano, ma non è mutato in maniera significativa
fortunatamente, soprattutto per la messa a punto del vaccino. Non sembra essere la mutazione la
causa del calo dei morti e degli infetti”.
ANDREA CRISANTI
Direttore Laboratorio di Microbiologia e Virologia, Università Azienda Ospedaliera di Padova
“Con l’imminente arrivo del Covid-19, la prima cosa che abbiamo fatto è stato mettere a punto un
test diagnostico con l’azienda e quando ci sono stati i primi casi abbiamo messo subito in sicurezza
l’ospedale di Padova, perchè se fosse diventato un focolaio di contagio avremmo messo a rischio
tutto il Veneto. La messa in sicurezza dell’ospedale è avvenuta a diversi livelli: personale sanitario,
pazienti che arrivavano al pronto soccorso per qualsiasi causa e quelli che arrivavano con una
sintomatologia clinica che faceva pensare fossero affetti da Covid-19. Abbiamo fatto il test a tutti i
pazienti che sono passati dal pronto soccorso per vedere se fossero anche affetti da Covid-19 perché
ci siamo subito resi conto che c’era una percentuale alta di pazienti asintomatici”.
GIOACCHINO ANGARANO
Ordinario di Malattie Infettive, Università degli Studi di Bari, Direttore UO Malattie Infettive,
Azienda Ospedaliera “Ospedale Policlinico Consorziale” di Bari
“L’incontro ha spaziato dalla patogenesi alla terapia, alle modalità di gestione intra ed extra
ospedaliera, evidenziando le esperienze fatte sul campo dai partecipanti, tutti di grande esperienza
e coinvolti pienamente nell’argomento e nella gestione diretta dell’emergenza. Le ancora
insufficienti conoscenze hanno reso difficile giungere ad una posizione comune sui singoli farmaci da
utilizzare, ma è risultato evidente che i farmaci antivirali disponibili sono ampiamente insufficienti,
mentre la terapia antinfiammatoria può risultare più efficace se effettuata con il giusto timing”.
VALENTINA SOLFRINI
Servizio Assistenza Territoriale, Area Farmaci e Dispositivi Medici, Regione Emilia-Romagna
“Epidemiologi, infettivologi e responsabili dell’organizzazione dei servizi sanitari sono d’accordo sul
fatto che non ci siano certezze sull’efficacia dei trattamenti e che debba prevalere un atteggiamento
di prudenza nei confronti delle scelte terapeutiche. È molto importante promuovere la
partecipazione di studi clinici, considerando comunque le opzioni terapeutiche che sono state
giudicate ammissibili dall’AIFA e autorizzate dal Ministero della Salute. È necessario un
atteggiamento di prudenza a tutela dei pazienti che è stato condiviso da tutti gli infettivologi e i
responsabili dei servizi che hanno partecipato a questo appuntamento”.

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