16 Dic 2020
LE PAROLE DEL PUBBLICO ADDOBBANO L’ALBERO DEL NUOVO TEATRO VERDI
In tanti hanno partecipato all’iniziativa “Caro Teatro, ti scrivo…” promossa dalla Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, che ha chiesto al pubblico del teatro di scrivere un pensiero, una riflessione, un auspicio dedicato al mondo della scena, costretto all’attesa della vicenda pandemica, per farne l’addobbo dell’albero di Natale che per tradizione, ogni anno, prende la scena nel cuore del foyer. Un modo per tenere vivo il legame con gli spettatori, per tracciare una sorta di cammino comune verso la ripresa dell’attività.
Le tante testimonianze ricevute, tra il disagio generato dalla distanza e l’attesa desiderosa di ritrovare tutto ciò che è teatro, gli incontri, la magia, le emozioni, le risate, gli applausi, il senso di comunità, sono state trascritte sulle cartoline pop-up a forma del vecchio Teatro Verdi, segno della continuità della memoria, che formano la speciale decorazione dell’albero. Non potendo consentire al pubblico l’accesso nel foyer, alcuni messaggi saranno letti in occasione del Concerto per il Nuovo Anno, che sarà trasmesso in tv e in streaming il giorno di Capodanno.
«Ogni parola che abbiamo ricevuto – ha detto il direttore artistico del Nuovo Teatro Verdi, Carmelo Grassi – toglie qualcosa alla distanza e rinsalda il rapporto con il pubblico. Abbiamo pensato all’iniziativa per questo motivo, per restituire al teatro un segnale di presenza ideale, in un tempo nel quale la scena dal vivo è costretta a tacere. È grazie al pubblico se il teatro ha ancora la forza di raccontare e di raccontarci. Con l’iniziativa abbiamo voluto un po’ invertire i ruoli lasciando che fosse il pubblico a raccontare, a dire ciò che il teatro rappresenta per il suo immaginario e quanto sia sentita la sua distanza. La grande volontà di riaprire i teatri è una grande sfida e sono convinto che la forze e l’energia non mancheranno per vincerla, dobbiamo riappropriarci della socialità e aspettare che il teatro ci racconti qualcosa di nuovo, senza dimenticare il passato».