15 Mar 2021
Una sughereta in città
L’Orto Botanico del Salento si arricchisce di nuove preziose collezioni. Nella struttura (gestita da una Fondazione controllata da Università del Salento, Comune di Lecce e ISPE Lecce) è stato appena terminato, grazie ad una importante donazione dell’Onorevole Diego De Lorenzis (Movimento 5 Stelle), l’impianto, con piante da vivaio già adulte, di un’ampia superficie di bosco di sughere, con circa 40 querce autoctone in prevalenza sughere e circa 150 arbusti tra cui erica arborea, corbezzolo, ligustro, viburno, rosa di S. Giovanni, pungitopo ed altre specie. Questo tipo di vegetazione è caratteristico di un comprensorio del brindisino, che ha come epicentro Tuturano, in cui per particolari caratteristiche pedologiche e fitoclimatiche si possono trovare ancora splendidi relitti di sugherete. L’area va a completare il percorso didattico delle querce autoctone pugliesi, la cui realizzazione, intrapresa dall’Orto già negli scorsi anni, è finalizzata a far conoscere ai visitatori la grande ricchezza e biodiversità vegetale della Puglia e del Salento in particolare.
“L’emergenza Covid” dichiara il deputato M5S Diego De Lorenzis “ha evidenziato enormemente quanto sia urgente e indispensabile ritrovare un equilibrio con la natura, per consentire la sopravvivenza della nostra specie su questo pianeta. Non è più questione solo di pensare alle future generazioni ma di agire per assicurare a tutti noi le migliori condizioni di vita possibili”.
“Con la mia donazione ho fortemente voluto la realizzazione di un piccolo bosco, perché oltre agli effetti benefici sul clima, in termini generali e locali, sull’assorbimento di anidride carbonica e sulla mitigazione del particolato da polvere sottili, esso contribuirà a ricordarci come era il Salento appena un paio di secoli fa. Auspico che questo sia di inspirazione anche per i giovani: le ultime generazioni, inclusa la mia, sono cresciute nell’errata convinzione che questa sia una terra arida, l’abbandono delle campagne prima e il disseccamento degli ulivi poi hanno reso il paesaggio brullo e lugubre. Ma questo non è un destino immutabile: siamo noi gli artefici del nostro futuro. In un momento di forte attenzione per l’ambiente, come mai accaduto nella storia dell’umanità, bisogna dare l’esempio che il cambiamento è possibile.” continua il deputato pentastellato.
“Ringrazio l’amministrazione comunale, in particolare il sindaco Carlo Salvemini e l’assessore Rita Miglietta, per la sensibilità dimostrata sul tema individuando nell’Orto Botanico del Salento il miglior sito per la messa a dimora di questi alberi e il loro impegno per la fruizione pubblica di questo nuovo bosco della città. Sono certo che questa iniziativa verrà presto seguita da altre analoghe, e mi auguro che nel tempo siano sempre più numerose. Piantare alberi e boschi è una azione con la quale privati cittadini, associazioni, aziende e istituzioni possono dimostrare che la tutela ambientale è davvero un valore sociale condiviso e rendono ciascuno responsabile, coinvolto, nel contribuire ad assicurare ossigeno, ombra e bellezza a tutti.” – conclude.
“Il contributo dell’onorevole De Lorenzis è una importante testimonianza di attivismo civico, che va nella direzione dell’auspicata svolta ecologica che le città e i territori devono compiere per approcciarsi al futuro in maniera positiva – afferma l’assessore al Piano del Verde Rita Miglietta – l’Orto botanico è un patrimonio di tutti i cittadini leccesi, nel quale siamo impegnati a perseguire la tutela della biodiversità, la varietà del patrimonio arboreo cittadino, lo studio dei cambiamenti che il clima ci impone. Conoscerlo e sostenerlo significa lavorare nella direzione di un futuro sostenibile per tutta la comunità”.
“Per la Fondazione per la gestione dell’Orto Botanico Universitario, sostiene il presidente Prof. Luigi De Bellis – la donazione dell’On.le De Lorenzis è un esempio assolutamente virtuoso. Abbiamo bisogno di azioni come questa per poter completare l’inverdimento dei quasi 13 ettari dell’Orto botanico con alberi ed arbusti belli ed utili, oltre che al benessere dei cittadini, all’educazione dei ragazzi e degli adulti. La sfida è quella di creare alle porte della città una grande “infrastruttura ecologica e culturale” per la custodia e l’incremento della biodiversità vegetale, recuperando il patrimonio dell’antico orto botanico cittadino, distrutto purtroppo all’inizio del secolo scorso”.