14 Feb 2013
L’ OSSERVATORIO: LA CRESCITA STA NELLA QUALITA’ DEL PAESAGGIO, CONDIVISA
L’Osservatorio sulla città di Nardò, continua a far riflettere, e conferma ciò che ha sempre sostenuto con forza ed impegno, per la divulgazione delle peculiarità territoriali.
Diventa importante quindi prestare molta attenzione alla fase fondamentale per la scelta delle regole orientate alla necessaria ‘qualità’ che strutturerà il nostro futuro paesaggio.
Ed è proprio in questa fase che l’ Osservatorio sulla città pone la sua premessa; la “qualità”, sia del paesaggio sia delle procedure e degli interventi decisi per la sua generale riqualificazione e salvaguardia, andrebbe condivisa con la collettività. Riflettendo bene, invece, sul patrimonio che possediamo, potremmo dire che il nostro territorio, evidentemente, è un esempio che conferma come, in certi casi, la realtà ‘apparente’ del paesaggio, diventi la sua ‘sostanziale’ struttura emergente.
N.B. (“emergente” va inteso nell’accezione di affiorante, proteso, prominente. Purtroppo le vicissitudini degli ultimi decenni, ci hanno dato una visione del tutto distorta, come quella di vederlo sempre e costantemente bisognoso di tutto, quindi, secondo l’altra lettura nella deprimente accezione di ‘emergenza’).
Nardò possiede una vasta e differenziata conformazione grazie alla quale, permettere diversi approcci educativi e didattici, secondo diversi livelli di conoscenza. Praticamente l’ A B C di quello che dovremmo conoscere della natura e l’ambiente, ‘vive’ accanto a noi da sempre, nelle sue diverse forme e varianti. Una fortuna, invisibile ai più. Ma siamo lontani dal realizzare ciò che per questa città, noi sosteniamo da tanto tempo, sarebbe un rivoluzionario motivo di sviluppo culturale e attrazione turistica: “il territorio come scuola per tutte le età” (la foto allegata indica “tutti i colori”, proprio tale realtà).
Sembra che, le procedure previste dalla legge, facciano fatica, forse perché inattese e impreviste, dalla “macchina burocratica” (a proposito sarebbe interessante approfondire con qualche studio di tesi, quanto la farraginosa ‘burocratia’, impatti con lo sviluppo sociale di un territorio e quanto i suoi ‘veti’ temporali ne limitino poi lo sviluppo).
Dunque, va delineandosi una forma che definiremo “patafisca”, del nostro vivere il paesaggio.
Fu lo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry a definire la “patafisica” come la scienza delle soluzioni immaginarie e delle leggi che regolano le eccezioni. Alfred Jarry, infatti, per criticare il ‘nonsense’ del quotidiano, specifica come sia sciocco decifrare in modo univoco un fenomeno, quando è evidente che esistano altre interpretazioni dalle quali non si può prescindere, in quanto, ne individuano il contesto relazionale e culturalmente strutturante. Infatti, BADATE BENE, una realtà molteplice e particolarmente differenziata, risulta essere più aderente alla vita e alle sue condizioni flessibili di adeguamento continuo e di miglioramento qualitativo utile alla sua sopravvivenza.
Per cui siamo, per adesso, costretti ad assaporarne l’eterna incompletezza ed a superarne costantemente e inesorabilmente le EMERGENZE, proprio in tutti quei campi che, originariamente, invece dovevano definirne l’aspetto ‘elettivo’ e ‘vocazionale’ (agricoltura, industria, turismo, artigianato, politiche sociali per l’accesso ai luoghi e all’accoglienza, ecc…).
Noi aggiungiamo che, talvolta il tempo, la tecnologia, la cultura, la creatività, contribuiscono in maniera determinante a modificare le visioni del futuro e dunque le priorità di scelta, perciò sarebbe necessario impegnarsi a ricercare di cogliere ciò che differenzia il nostro territorio, per le evidenti qualità, e non ciò che può pigramente omologarlo.
Magari è consigliabile partire da queste differenze per gettare le basi di possibili e auspicabili discorsi alternativi ed utili allo sviluppo. Riteniamo che Nardò dovrebbe puntare tutto sul tavolo ‘verde’ dell’eco-sostenibilità. La città da sempre possiede quelle potenzialità importanti per diventare comune capofila nelle scelte a difesa del paesaggio e dell’architettura di qualità in mezzo ad una marea di equivoci e compromessi culturali che ne stanno invalidando il volto.
Noi dell’ Osservatorio sulla città di Nardò, siamo stati e saremo sempre convinti che solo una colta sensibilità e l’individuazione di obiettivi chiari e condivisi, può far crescere una percezione diversa delle cose, determinando l’appropriazione intellettuale del nostro quotidiano (l’unica rivoluzione, questa sì, realmente sostenibile), al fine di dare maggiore significato all’esistenza ed accrescere ancor di più la nostra ricchezza individuale e collettiva. Non dimenticando che abbiamo ancora una città (Nardò, Salento) da ricostruire e di cui essa stessa ci ha indicato e indica, esponendoceli, gli strumenti per il sicuro successo.
Sapremo coglierli ?