29 Set 2022
Esplosioni gasdotto Nord Stream. A rischio anche TAP? Lo “Sportello dei Diritti”: il governo chiarisca
Le esplosioni che hanno coinvolto il gasdotto Nord Stream e che sono state attribuite, salvo smentite, a detta di esperti e istituzioni internazionali, a sabotaggi e ad atti intenzionali, gettano un’ombra sui rischi per le altre infrastrutture di approvvigionamento di fonti energetiche per l’Italia e l’Europa la cui sicurezza – non crediamo sia un azzardo – può essere messa a dura prova dopo la facilità con cui è stata letteralmente distrutta una delle più importanti infrastrutture europee di tal fatta giacché, secondo fonti d’intelligence tedesche, rese note in data odierna, avrebbe subito “danni irreversibili”. È lecito, dunque, interrogarsi sui rischi di ciò che è più vicino a noi e, in tal senso, non può non venire in mente il discusso Gasdotto Trans-Adriatico, conosciuto con l’acronimo inglese di TAP, Trans-Adriatic Pipeline che dalla frontiera greco-turca attraversa Grecia e Albania per approdare in Italia, sulla costa adriatica della provincia di Lecce.Com’è noto il TAP, insieme a TANAP (Trans Anatolian Pipeline che attraversa da Est a Ovest la Turchia) e a SCP (South Caucasus Pipeline), è una delle infrastrutture di trasporto che costituiscono il cosiddetto Corridoio Sud del Gas, consentendo l’accesso al mercato europeo delle riserve di gas proveniente dal giacimento offshore azero Shah Deniz, situato nel Mar Caspio. Ed è però il tratto che attraversa il canale d’Otranto, per inevitabile vicinanza geografica e per il passaggio di mezzi navali, non solo di superficie, delle diverse potenze, con il “tubo” che può essere agevolmente intersecato nelle relative rotte e quindi “intercettato” a porre non pochi dubbi per la sua sicurezza e per i possibili rischi ambientali per questa porzione d’Adriatico e non solo di approvvigionamento energetico che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non possono non essere oggetto di un immediato chiarimento da parte del governo anche in questa fase di transizione. È evidente, infatti, che debba intensificarsi la vigilanza in questo tratto di mare per evitare che si ripeta un qualsiasi “incidente” in un momento così delicato per la sicurezza internazionale e per l’intera economia europea in preda ad una crisi energetica che ricorda pochi simili precedenti storici.