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LA FINZIONE ANIMALE NEL MEDIOEVO E NEL RINASCIMENTO

MARTEDÌ 14 MARZO UNA GIORNATA DI STUDI INTERNAZIONALI A PARTIRE DAL ROMANZO FILOSOFICO ARABO DEL X SECOLO “DISPUTA FRA L’UOMO E GLI ANIMALI” PER INDAGARE MITO, PERFORMANCE E COMUNITÀ TRA TEATRO E FILOSOFIA.

Martedì 14 marzo dalle 9:30 alle 17 la Sala Grottesca del Rettorato in Piazza Tancredi a Lecce ospita “La finzione animale nel medioevo e nel rinascimento. Mito, performance e comunità tra teatro e filosofia“, una giornata di studi internazionale promossa da Astràgali TeatroDipartimento di Studi Umanistici dell’Università del SalentoCentro Studi Medievali del Salento e Calcagnile AcademyDocentiricercatrici e ricercatori provenienti da Università di tutto il bacino del Mediterraneo si confronteranno sulla Disputa fra l’uomo e gli animali” dei Fratelli della Purità (Ikhwān al-Safā’), romanzo filosofico arabo scritto in Iraq nel X secolo, sulla sua circolazione nel mondo ebraico e cristiano, attraverso traduzioni e adattamenti, sui paralleli nella letteratura europea del Medioevo e del Rinascimento e sulle presenze animali nelle tradizioni performative. Questo testo, che mette in discussione la legittimità della dominazione umana sugli animali, illustra la dimensione politica della riflessione sul rapporto dell’uomo con l’animale ed esemplifica la divulgazione delle idee filosofiche attraverso la finzione narrativa e la rappresentazione drammatica.

Dopo i saluti di Fiorella Retucci (vice coordinatrice del Dottorato in Filosofia: Forme e Storia dei saperi filosofici), la mattinata ospiterà gli interventi di Mohamed Ben Sassi (professore emerito di Storia della filosofia dell’Università di Tunisi al-Manar), Samuela Pagani (docente di Lingua e letteratura araba dell’Università del Salento), Michael Ebstein (Faculty of Humanities, Arabic Language and Literature Department della Hebrew University di Gerusalemme), Francesca Gorgoni (Post-Doc Filosofia Ebraica dell’INALCO di Parigi), Arianna Tondi (dottore di Ricerca in Lingua e letteratura araba e docente dell’Università degli Studi di Bergamo). Dopo una breve pausa dalle 14 si alterneranno Nadia Bray (Docente di Storia della Filosofia Medievale dell’Università del Salento), Luana Rizzo (docente di Storia della Filosofia del Rinascimento dell’Università del Salento), Fabio Tolledi (direttore artistico di Astragali Teatro). In chiusura la discussione coordinata da Monica Ruocco (docente di lingua e letteratura araba dell’Università degli Studi di Napoli l’Orientale) e Fatima Sai (docente di lingua e letteratura  araba dell’Università degli Studi Gabriele D’Annunzio di Chieti). Il comitato scientifico e organizzativo è composto da Nadia BraySamuela PaganiLuana Rizzo (Università del Salento) e Roberta Quarta e Fabio Tolledi (Astràgali Teatro).

Le 52 Epistole dei Fratelli della Purità (Ikhwān al-Safā’), composte da un anonimo gruppo di studiosi nell’Iraq della fine del X secolo, espongono in modo relativamente accessibile tutti gli aspetti del sapere scientifico, filosofico e religioso dell’epoca, dall’aritmetica all’escatologia. Sono un esempio straordinario di enciclopedismo medievale perché la divulgazione del sapere è associata a un messaggio politico emancipatorio ed è rivolta a un ampio pubblico. Di qui l’uso di racconti allegorici disseminati nel testo. Il più lungo di questi, “La disputa degli animali contro gli uomini davanti al re dei jinn”, occupa la maggior parte del trattato sulle scienze della vita. È un atto di accusa contro la tirannia degli uomini sugli animali e sull’ambiente, dietro il quale si profila chiaramente una critica del dominio dell’uomo sull’uomo, che sia giustificato su base religiosa o razziale. La Disputa degli animali è circolata nell’Europa medievale e moderna indipendentemente dal resto dell’Enciclopedia: tradotta in ebraico nel Trecento da Kalonymos ben Kalonymos, anche traduttore di Averroè, dall’ebraico è stata tradotta e pubblicata in yiddish, da una donna, nel XVIII secolo. Plagiata nel XV secolo dal francescano Anselmo Turmeda in catalano, e a partire da questa versione tradotta in francese e stampata a Lione nel 1544, ha avuto successo in ambienti protestanti fra XVI e XVII secolo. All’incrocio fra scienze naturali, filosofia, religione e letteratura, il pensiero sul rapporto fra l’uomo e l’ambiente naturale, attraversa le barriere confessionali

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