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Dal BIL al PIL, un’altra condizione è possibile?

Risultati dello studio di fattibilità e analisi di potenziali indicatori del BIL-Benessere Interno lordo

Mercoledì 3 maggio, a Roma, presso la sala conferenze della Fondazione CON IL SUD, in via Del Corso n.267, Made in Carcere presenta i risultati dello studio di fattibilità e analisi di alcuni potenziali indicatori del BIL-Benessere Interno lordo. I lavori, a partire dalle ore 10.30, potranno essere seguiti anche online al link https://bit.ly/41KmOY8.

La produzione di BIL – Benessere Interno Lordo –, volta a promuovere un benessere comune messa in atto da Made in Carcere, è al centro della ricerca svolta, grazie al sostegno del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e a quello della Fondazione CON IL SUD

L’assunto centrale dell’indagine condotta si fonda sulla consapevolezza che attraverso il monitoraggio della qualità della vita e dell’ambiente sarà possibile raggiungere un progresso collettivo. Il social brand Made in Carcere della Onlus Officina Creativa s.c.s, attiva da più di 17 anni, attraverso questa innovativa filosofia di vita, mira a promuovere maggiore benessere soprattutto in quei contesti più emarginati: le carceri rispetto ai quali può apparire persino paradossale ragionare in termini di benessere. Lo studio di questa esperienza concreta dimostra, tuttavia, che è possibile creare dei nuovi modelli economici di riferimento, rigenerativi e trasformativi oltre che circolari, finalizzati a favorire il miglioramento della qualità della vita all’interno del carcere e, soprattutto, una maggiore consapevolezza e integrazione sociale che possa portare successivamente all’inserimento nel mondo del lavoro. Ripensando, dunque, le vie dello sviluppo economico e benessere sociale.

È verosimile affermare che il lavoro in carcere aiuta le donne detenute a ricostruire la propria dignità, migliora le competenze e permette un immediato miglioramento della situazione economica con conseguente sostegno educativo nei confronti della famiglia e dei figli. Un esempio, infatti, apripista nel mondo del carcere e dello stile di vita oltre che di giustizia riparativa di alto profilo volto a domare la rabbia, la violenza, che purtroppo spesso si registrano nei luoghi di detenzione per ricostruire relazioni, consapevolezza e nuove identità attraverso il lavoro.

L’applicazione di un modello simile concretamente cosa apporta? È solo uno degli interrogativi alla base della ricerca realizzata dalla Onlus Officina Creativa. Dopo una serie di incontri e grazie soprattutto al coinvolgimento dei mediatori e delle Direzioni delle Carceri abbiamo potuto avviare la prima fase dell’indagine, di grande valore sul piano qualitativo, poiché permetterà di comprendere meglio le differenze tra detenute impiegate e detenute non impiegate in attività lavorative.

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