14 Giu 2023
“Il Cammino di Antonio”, domani al Santo a Padova la prima assoluta della versione integrale del concerto dell’oratorio sacro su sant’Antonio per il Giugno Antoniano 2023
Ultimi posti per “Il Santo segreto” del 17/6, visita guidata ai luoghi nascosti del complesso basilicale. Sempre sabato apertura straordinaria dell’Oratorio dei Colombini e i 125 anni del «Messaggero di sant’Antonio» festeggiati con un corso di formazione |
Quella di domani, giovedì 15 giugno, alle ore 21.00 in Basilica di Sant’Antonio a Padova, sarà la prima assoluta della versione integrale de “Il Cammino di Antonio – Oratorio Sacro”, con musiche del Maestro Paolo Pandolfo e libretto di Giovanni Ponchio. Un’opera, quella ospitata nel cartellone del Giugno Antoniano 2023, composta appositamente per il Santo, con l’introduzione di un intermezzo sinfonico, l’ampliamento della parte del tenore solista e con un organico di grandi dimensioni formato da ben due cori polifonici e con una ricca orchestrazione, rispetto a una versione ridotta precedente. L’opera per tenore, narratore, coro e orchestra ripercorre il cammino fisico e spirituale dell’allora frate Antonio da Lisbona, al secolo Fernando Martins de Bulhões, che nel 1221 naufragò nella baia di Capo Milazzo in Sicilia. Da lì prese vita il suo lungo viaggio attraverso le antiche vie che percorrevano l’Italia. Un cammino anche religioso che si arricchì del messaggio di san Francesco ad Assisi, toccando poi il nord Italia, la Francia e infine Padova, città dove morì e in cui le sue reliquie e la sua testimonianza rifulgono nel santuario a lui dedicato. Un’opera che mette in luce il ruolo spirituale ma anche l’impegno civile di sant’Antonio, in un’invocazione corale ricca di forza e di speranza. “Il Cammino di Antonio” avrà come protagonisti il tenore Antonio Signorello, nella parte di sant’Antonio, Paolo Tonietto (voce recitante), il Coro Città di Piazzola sul Brenta e il Coro Polifonico di Piove di Sacco, l’orchestra Concentus Musicus Patavinus e Sergio Lasaponara come Maestro Concertatore. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Paolo Pandolfo, compositore, si è diplomato in Composizione al Conservatorio Pollini di Padova sotto la guida di Wolfango Dalla Vecchia. Ha conseguito riconoscimenti in numerosi concorsi di composizione nazionali e internazionali essenzialmente nella musica sacra. Il suo Te Deum per soli, coro e organo è risultato vincitore del concorso “Anima Mundi” per il 950° anniversario della Cattedrale di Pisa, concorso presieduto da Sir John Eliot Gardiner (2014). Successo bissato nel 2017 (con l’Ave Maris Stella), unico caso nella storia della manifestazione fondata dal compianto maestro Giuseppe Sinopoli. La sua collaborazione con il librettista Giovanni Ponchio ha portato a importanti riconoscimenti fra cui: il primo premio assoluto nel concorso nazionale indetto dalla Diocesi di Livorno con l’oratorio sacro sulla vita di Santa Giulia (La croce di Giulia) per soli coro e orchestra (2017); il primo premio assoluto nel 2019 e nel 2022 con lavori sulla Divina Commedia di Dante Alighieri nei concorsi di composizione indetti dalla Cappella Musicale della Basilica di San Francesco a Ravenna. Giovanni Ponchio, librettista, ha insegnato per 43 anni lettere, storia e filosofia nei Licei padovani. Dal 2021 è preside dell’Istituto Barbarigo. Presiede il Consorzio delle Biblioteche Padova Associate ed è giornalista pubblicista. È inoltre direttore responsabile di alcune pubblicazioni periodiche. Ha al suo attivo alcune pubblicazioni di natura filosofica tra cui Cultura radicale e società politica in Italia (Padova, 1985) e Tempo civile e tempo ecclesiale (Padova, 2000). Si interessa da tempo della storia di Padova. Sul rapporto tra Dante Alighieri e la cultura padovana del 1300 ha pubblicato nel 2019 Il volo di Gerione, mentre è in fase di stampa sulla rivista «Il Santo» un saggio sulla mancata presenza di Antonio di Padova nel Paradiso dantesco. Dopo aver compiute lunghe ricerche sul movimento cattolico padovano, ha pubblicato Passione secondo Giuseppe. La tragica storia di don Giuseppe Paccagnella raccontata nei documenti d’archivio (Treviso, 2022). Collabora da anni con il maestro Paolo Pandolfo, scrivendo i testi di alcune opere, tra le quali Il quarto re, La croce di Giulia, La sinfonia dei giganti. Ultimi posti liberi per la visita storico-artistico e teatrale “Il Santo segreto” di sabato 17 giugno alle ore 21.00, per scoprire alcuni luoghi della Basilica e del Convento del Santo meno noti o solitamente non accessibili al pubblico. L’ingresso è su prenotazione con contributo, compilando il form su Santantonio.org. La particolare visita di un’ora e mezza, curata dall’equipe di Pastorale dell’Arte al Santo, è un viaggio alla scoperta del complesso antoniano e di alcuni personaggi che nel corso dei secoli hanno incrociato la propria storia con quella della Basilica. Tra questi, ad esempio, Maria Antonietta, l’affascinante e discussa regina di Francia. L’originale percorso attraverserà i giardini del convento, solitamente chiusi al pubblico, toccherà l’antico porto, la Biblioteca Antoniana con i suoi pregiati libri e manoscritti, la Sala del Capitolo con gli affreschi di Giotto, la Sacrestia con alcuni preziosissimi paramenti solitamente non visibili e altri luoghi segreti. Una serata tra arte, musica e teatro, una novità nel contesto degli appuntamenti proposti nell’ambito del Giugno Antoniano. Sempre sabato 17 giugno, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, eccezionalmente rispetto al calendario al Giugno Antoniano 2023, l’Oratorio dei Colombini, di via dei Papafava 6 a Padova, sarà aperto in via straordinaria grazie alla collaborazione dell’Arciconfraternita di sant’Antonio. Sarà possibile visitare liberamente e gratuitamente l’antico e suggestivo luogo antoniano, l’attiguo giardino con il pozzo del miracolo del breviario e il Platano Papafava. Ogni 30 minuti si organizzerà un breve percorso guidato.L’Oratorio di Santa Maria dei Colombini è un luogo carico di fascino riaperto dal maggio 2017 grazie all’opera di consorelle e confratelli dell’Arciconfraternita, con il favore della famiglia dei Conti Papafava de Carraresi, proprietari del sito dal 1810. Una tradizione cittadina consolidata vuole che sant’Antonio, nella sua prima dimora a Padova, fondasse personalmente una Fraglia di penitenti (poi organizzatasi in Confraternita di devozione), che egli stesso vestì con una cappa grigio cinerino al modo dei frati minori il 27 dicembre 1227, procurando per le devozioni del gruppo una chiesetta detta Santa Maria della Colomba successivamente divenuta Santa Maria dei Colombini. La Fraglia e il suo Oratorio, pur dedicati alla Vergine Maria, sono intrinsecamente antoniani almeno dal ‘600 per la fondazione, la devozione e l’assistenza dei frati minori. A testimoniarne l’antonianità, due importanti reliquie: una grossa lastra di trachite dalla quale, come da un pulpito, avrebbe predicato il Santo, e il pozzo dentro al quale sarebbe caduto il breviario del Santo riportatogli asciutto dagli angeli. Si ricorda che è sold out, invece, il corso di formazione per giornalisti in occasione dei 125 anni del «Messaggero di sant’Antonio» del 17 giugno, intitolato “In dialogo con il Creato. Giornalisti, ambiente ed ecologia integrale”. Il mensile dei frati del Santo, una delle più longeve riviste italiane, celebra infatti quest’anno i 125 anni di pubblicazioni. Il direttore responsabile, fra Massimiliano Patassini, racconta così la linea editoriale e l’evoluzione del mensile: «La prima rivista di quest’opera dei frati minori conventuali è stata pubblicata a partire dal gennaio del 1898, in seguito agli eventi legati ai settecento anni dalla nascita del Santo (1895). Il desiderio dei frati era quello di offrire uno strumento per far risuonare la voce di Antonio, che fosse testimone della vita della Basilica, contribuendo a far conoscere le bellezze di questo luogo di fede e devozione, e fosse promotore della solidarietà del Pane dei Poveri, opera caritativa sostenuta dai religiosi. Vangelo e carità, come più volte ribadito, sono i cardini di questa impostazione» declinata in una rivista popolare, perché «Antonio è davvero il santo del popolo».Fondato nel 1898, il «Messaggiero» (scritto con la “i”) si caratterizzava al suo esordio come foglio informativo per i devoti. Nel 1963, in pieno clima conciliare, la prima grande svolta: il giornale si allontana dalla linea editoriale devozionale per fare spazio alle nuove aperture della Chiesa, forte delle diverse testate nel frattempo sviluppatesi dal ceppo originario: «Messaggero dei Ragazzi», l’edizione per gli italiani all’estero del «Messaggero di sant’Antonio», le riviste in lingua straniera. Gli anni ’70 sono caratterizzati da una maggiore apertura ai problemi del mondo, intensificando le sue inchieste su questioni sociali, politiche e culturali. A partire dal 2000 il mensile si concentra sempre più su quelle «buone notizie» che spesso non trovano spazio negli altri media, senza tralasciare gli approfondimenti su temi sociali o di senso, ormai caratteristici del giornale. Nel 2016 un massiccio restyling del sito web, che oggi integra la carta con articoli, blog, gallerie fotografiche, approfondimenti originali, lo sbarco sui social network e l’avvio delle pubblicazioni anche in formato digitale. Nel 2019 un nuovo progetto grafico che caratterizza la rivista: un formato leggermente più stretto, foto più grandi e scelte con ancora maggior cura, apertura a nuovi linguaggi come il graphic journalism, temi ancor più coraggiosi e di «frontiera» sempre dalla parte degli ultimi, per sottolineare una volta di più una linea editoriale che guarda ai valori francescani e antoniani. |