Come spiegare l’interesse, a volte la passione totale per san Francesco, figura di un Medio Evo lontano, da parte di personalità tanto diverse e spesso poco scontate, sia italiane che francesi, delle arti contemporanee, dalla letteratura al cinema, dal teatro alle arti plastiche, fino alla fotografia? Artisti come Ignazio Silone, Aldo Palazzeschi, Pier Paolo Pasolini, Dario Fo, Umberto Eco, Alessandro Baricco, Alda Merini, Liliana Cavani, Michelangelo Pistoletto, e per la Francia Joseph Delteil, François Cheng, Christian Bobin, Gilles Clément o Simone Weil, sono espressione di una corrente di pensiero francescano che, attraverso un vigoroso bisogno di semplicità e di ritorno all’essenziale, continua a ispirare il mondo delle arti contemporanee, delineando un «immaginario della povertà». Il libro delle Edizioni Messaggero Padova Immaginari e povertà della studiosa Brigitte Poitrenaud-Lamesi esplora l’influsso e l’attualità di san Francesco nella creazione contemporanea. Frutto di un lavoro di ricerca decennale, tra collaboratori francesi e italiani, il volume va alla ricerca di quella che l’autrice non esita a definire «modernità medievale» del Poverello di Assisi, un santo gioioso, primo poeta della lingua italiana e precursore di un sentimento medievale della natura, che è all’origine di una rivoluzione mentale oggi cruciale per la crisi esistenziale e ambientale del nostro pianeta. Di questa attualità è un esempio la lettera enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune di Papa Francesco, che del Poverello di Assisi ha assunto il nome. Una circostanza che, secondo l’autrice, rivela «quanto la parola poetica del Poverello sia una potente leva d’azione per prendersi cura del pianeta». «Se nell’Ottocento san Francesco è stato oggetto di un vero e proprio revival, più sorprendente è la presenza e l’attualità di questo santo che continua ad agire sul mondo letterario e artistico attraverso riletture, reinterpretazioni, fedeli o forzate, soprattutto grazie a creazioni originali di ispirazione francescana – racconta l’autrice nel booktrailer –. Una corrente eterogenea che attraverso un imperioso bisogno di semplicità e ritorno all’essenziale continua ad alimentare la creazione (letteratura, arte, teatro, arti visive…) ispirandosi a un’estetica della povertà». La Prefazione del volume è di Paolo Grossi, Direttore dell’Istituto italiano di cultura di Bruxelles, che così introduce il potere evocativo della figura di san Francesco rispetto agli eroi del mito, della leggenda, della letteratura e di altri personaggi storici: «Ben diverso è invece il caso di san Francesco d’Assisi, la cui risonanza e la cui forza di penetrazione superano di gran lunga non solo i limiti delle frontiere nazionali, ma anche quelli dei più diversi linguaggi artistici (teatro, musica, cinema, arti visive, letteratura, ecc.), in virtù della densissima sostanza della sua lezione di vita e di pensiero. Ce lo mostra, con grande dovizia di esempi, il libro di Brigitte Poitrenaud-Lamesi, che propone una documentata indagine sulla feconda presenza della figura del Santo d’Assisi nelle arti e nella cultura del nostro tempo. Vero e proprio fuoco generatore della vocazione di Francesco, la povertà è il centro irradiante di un’esplorazione che investe epoche e territori artistici e culturali disparati, tra Francia e Italia. Ciò che rende appassionante il percorso cui l’autrice invita il lettore è la sua capacità di farci vedere sempre, in filigrana, nelle analisi di autori e opere del nostro tempo, la fitta trama dell’esegesi francescana quale si è sviluppata dalle origini, sin dai primi contrasti fra Spirituali e Conventuali (mirabili le pagine, in particolare, sui cicli degli affreschi giotteschi di Firenze e di Assisi). Nel volume incontriamo protagonisti della creazione contemporanea, artisti come Mimmo Paladino, scrittori come François Cheng o Umberto Eco, cantautori come Lucio Dalla, per citarne solo alcuni: la peculiarità del rapporto di ognuno di essi con la figura del Poverello d’Assisi viene messa in luce attraverso una lettura in cui si riverbera tutta la ricchezza e la complessità della ricezione del pensiero francescano. A questa profondità temporale si accompagna la vastità di apertura della ricerca, che tocca – tra gli altri – gli ambiti del cinema neorealista, del teatro di Dario Fo, dell’Arte povera, della Land Art, rivelando con quanta forza agisca la suggestione del messaggio francescano su esperienze culturali e artistiche diversissime fra loro per origini, motivazioni e finalità, ma accomunate da una radicale volontà di sovvertimento di gerarchie stabilite, di destabilizzazione di abitudini percettive, di trasgressione di norme estetiche o sociali correnti». Il libro riporta anche una sezione con alcune tavole fotografiche di opere di ispirazione francescana, dal Medioevo ai nostri giorni. Tra queste, anche la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, esponente del movimento che il critico Germano Celant definì «arte povera», presentata per la prima volta nel 1967. È cronaca di questi giorni il rogo a Napoli dell’installazione monumentale della Venere, la più grande tra quelle create dall’artista, realizzata per Piazza del Municipio e inaugurata il 28 giugno scorso. L’AUTRICE Brigitte POITRENAUD-LAMESI è docente di letteratura e cultura italiana e ricercatrice dell’Università di Caen (Normandia, Francia). Co-dirige il laboratorio di ricerca LASLAR dell’Unicaen e la collana «Liminaires. Passages interculturels» (Peter Lang). I suoi interessi di ricerca vertono sugli immaginari letterari e artistici e il rapporto tra testo e immagine. Ha pubblicato numerosi articoli e diversi volumi riguardanti la nozione di “povertà” e soprattutto l’attualità di san Francesco d’Assisi. Ha curato: Or et ordure. Regards croisés sur le déchet (2013); Francesco Ora. L’heure de François d’Assise (2017). |