5 Ott 2023
ARCHITETTURE E RIUSO NEI PAESAGGI DELL’ABBANDONO. IL TEMPO DELLO SPAZIO 2.0
Domani, venerdì 6 ottobre, nuovo appuntamento con l’Ordine degli Architetti P.P. e C. di Lecce nell’ambito del progetto “Architettura tra futuro e memoria”. Ospiti Michele Manigrasso e Paola Misino con un focus sulla rigenerazione e rinascita di quegli “spazi sospesi in attesa di trasformazione”, e Raffaele Centonze sul recupero di Palazzo Zimara a Lecce. Start alle 16 a Martignano negli spazi di Marmi Bianco
Qual è il futuro delle “architetture vacanti”, vale a dire di quegli spazi urbani sospesi in attesa di una trasformazione? È la domanda al centro del pomeriggio dedicato a “Il tempo dello spazio 2.0: architetture e riuso nei paesaggi dell’abbandono” domani, venerdì prossimo 6 ottobre, nuovo appuntamento con l’Ordine degli Architetti P.P. e C. di Lecce nell’ambito del progetto “Architettura tra futuro e memoria”, ospitato stavolta negli spazi di Marmi Bianco a Martignano (km. 2, Strada provinciale Caprarica-Martignano).
L’appuntamento (con il patrocinio di Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Federazione regionale pugliese Ordini degli Architetti PPeC, e il sostegno di Marmi Bianco) si aprirà alle 16 con i saluti di Tommaso Marcucci, presidente Ordine degli Architetti P.P. e C. di Lecce, Luca Bianco, titolare Marmi Bianco, Enri Farruku, Responsabile marketing Archiplan.
Proseguirà quindi con l’introduzione al tema curata dall’architetto Danilo Pastore, consigliere delegato del Gruppo Cultura dell’Ordine Architetti PPC Lecce, per entrare nel cuore delle questioni con gli interventi di Michele Manigrasso, architetto e urbanista, Dipartimento di Architettura dell’Università di Pescara, componente Comitato scientifico Legambiente Nazionale, responsabile Osservatorio Paesaggi costieri italiani; Paola Misino, professore associato in Progettazione architettonica e urbana, Dipartimento di Architettura dell’Università di Pescara; Raffaele Centonze, architetto, Studio R_100 architetture. Coordina la giornalista Carla Petrachi. Focus dei primi due contributi di Paola Misino e Michele Manigrasso saràla restituzione del Laboratorio del Dipartimento di Architettura di Pescara sulle Architetture Vacanti, coordinato dagli stessi insieme a Valter Fabietti, e dell’indagine tesa a intrecciare la dimensione del fenomeno dell’abbandono con l’ottica positiva di riscatto sia del progetto che della salvaguardia del paesaggio, poiché “riutilizzo e riqualificazione dell’esistente significa automaticamente risparmio di suolo e territorio”.
Una sorta di Atlante di casi emblematici diffusi tra Abruzzo, Molise e Puglia, dove emergono quindici comuni con tipologie diverse di abbandono che includono sia il patrimonio storico che edifici e spazi aperti di recente realizzazione, privi di qualità architettonica riconosciuta come ex strutture commerciali, scuole, fabbricati sequestrati o incompleti a causa di fallimenti o abusi edilizi. E dove, accanto alle storie urbane, fanno da contrappunto le pitture di Andrea Chiesi che raccontano l’intervallo tra lo stato dei luoghi e la loro possibile rinascita grazie al suggestivo fermo-immagine di una condizione da cui si è appena usciti, rimasta poi nell’attesa indefinita del cambiamento.
Infine, l’intervento dell’architetto Raffaele Centonze su “La nuova vita di Palazzo Zimara a Lecce”, cinquecentesca architettura nel cuore del centro antico leccese, realizzata nel 1557, dimora del medico e filosofo Teofilo Zimara, della famiglia Guerra, del sindaco Francesco Sellitto e attualmente al centro di una riqualificazione in chiave ricettiva.
“Quello della relazione fortissima tra progetto architettonico e riuso è un tema ineludibile, centrale nella trasformazione urbana in atto e nelle dinamiche di tutela, rigenerazione e trasformazione del patrimonio costruito, che significa anche capacità di misurarsi con la valorizzazione di modalità costruttive e materiali tradizionali”, dice Tommaso Marcucci, presidente Ordine degli Architetti P.P. e C. di Lecce.
“Risparmio di suolo, riqualificazione dell’esistente, sostenibilità urbana vanno di pari passo”, dice ancora Marcucci, “e così la necessaria riflessione sulle rinnovate funzioni urbane che rigenerazione e trasformazione delle architetture richiedono. È una sfida che coinvolge tutti i nostri ambiti di intervento, dall’architettura alla pianificazione territoriale alla costruzione di nuovo paesaggio alla conservazione e che, per essere vinta, impone una relazione virtuosa e costante tra tutti i portatori di competenze e saperi, le istituzioni di alta formazione, le amministrazioni pubbliche”.
La partecipazione all’appuntamento darà diritto a 3 crediti formativi.