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Taxi. No alle riformicchie. Liberalizzare

Ogni giorno registriamo lamentele di disservizi o non-servizi da parte dei taxi: tipiche le code di ore a stazioni e aeroporti o le prenotazioni impossibili anche in orari e giorni non ufficialmente intasati.
Il problema è uno solo. La domanda è molto cresciuta, soprattutto nelle città più turistiche, mentre l’offerta continua ad essere grossomodo la stessa. Cioè ci vogliono più vetture e – non secondario – costi del servizio che non escludano a priori grandi fasce di utenza.

Il governo si appresta col cosiddetto dl Assett a far aumentare del 20% le licenze, I Comuni potranno rilasciare licenze aggiuntive, temporanee e/o stagionali a chi è già titolare di licenza nei casi di eventi particolari di affollamento.

Tutto risolto, si tratta solo di aspettare un po’?
No. Per vari motivi. Le aziende che gestiscono i taxi sono già in guerra perché ritengono eccessive le proposte del governo e troppo larga la discrezione concessa ai Comuni. A cui, caso per caso, scaricano le problematiche sulle difficoltà di mobilità urbana. Insomma trovano tutte le scuse possibili e immaginabili per cercare di procrastinare il più possibile una qualsiasi riforma e, per rendere ancora la questione ancora pià complicata,, hanno anche avanzato richieste di aumenti di tariffe. Fanno cioè “muina”, baraonda, chiasso su qualunque proposta di modifica dell’attuale assetto, sì da far ridimensionare il più possibile la riforma e far credere che anche la riformicchia più striminzita passi come grande sacrificio e grande disponibilità che hanno concesso.

Crediamo che, quand’anche con queste caratteristiche del dl Assett (ridimensionato o meno che sia), il problema taxi continuerà a non essere risolto.

Al punto in cui siamo, con una corporazione che si è appropriata del servizio pubblico, una sola riforma è possibile: liberalizzazione.
Chiunque, con precise caratteristiche tecniche e normative da stabilire, deve avere la possibilità di introdursi nel mercato, senza calmierazione del numero di macchine stabilito per legge e quanto mai dagli attuali detentori delle licenze.

Si tratta di fare quello che è avvenuto nel mercato delle telecomunicazioni e dell’energia che, infatti, pur con tutte le loro problematiche, oggi sono gli unici mercati realmente liberi e, di conseguenza, con prezzi e qualità come parametri per la scelta del consumatore.

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