21 Set 2024
Alla Festa della Salute iCare di Viareggio Tecnologia, Sport e Impegno sociale al servizio della salute delle persone più fragili
“Non c’è tecnologia se non c’è cultura, se non c’è un obiettivo, se non c’è una visione. Questo che stiamo vivendo è il Rinascimento digitale. Dobbiamo fare in modo che la tecnologia sia la più inclusiva possibile e per fare questo c’è bisogno di coinvolgere tutti gli stakeholders. La tecnologia è una sorella maggiore che dobbiamo considerate con molta attenzione e allo stesso tempo con molta fiducia”. Queste le parole del Sottosegretario con delega all’Innovazione Alessio Butti, alla Festa della Salute iCare di Viareggio, l’evento promosso con il contributo del Comune di Viareggio e organizzato in collaborazione con Motore Sanità che mette al centro il benessere e la prevenzione, promuovendo un approccio partecipativo e inclusivo alla cura della persona. L’evento è organizzato in media partnership con QN Quotidiano Nazionale, La Nazione, Askanews, One Health, Mondosanità, Eurocomunicazione.
Agata è stata la protagonista della mattinata, una bimba di 9 anni affetta da Sma che alle istituzioni presenti ha chiesto di aiutare la sua mamma ad avere un percorso più semplice per permetterle di curarla al meglio. La voce delle persone con malattie neuromuscolari e con malattie croniche questa mattina ha riecheggiato forte nella sala che ospiterà fino a domani la manifestazione.
Al centro dei lavori il ruolo della tecnologia sia nella vita di tutti i giorni degli ammalati e delle loro famiglie, sia nel lavoro quotidiano dei medici e della gente comune, la valorizzazione delle competenze degli operatori e la necessità di una formazione continua e costante. “Ci tengo a sottolineare anche il valore della cooperazione e della co-progettazione, due azioni che sono alla base del nuovo Tavolo delle best practice digitali e tecnologiche, un vero e proprio Osservatorio dedicato alla tecnologia e a tutto ciò che ruota intorno ad essa. Sarà operativo a breve e sarà aperto a tutti gli stakeholders. All’interno si vuole coinvolgere infatti gli operatori, le associazioni pazienti, le aziende di ICT. In questo tavolo osserveremo tutte le novità digitali e un esempio è l’ospedale virtuale di Motore Sanità, modello a cui guardare per cercare di risparmiare risorse ed economie da destinare alla cura efficace ed efficiente del malato”.
La pratica sportiva come “difesa immunitaria” che produce effetti sia individuali che sociali, lo sport come fattore di coesione e di inclusività, ma anche, e di nuovo, la tencologia che può aiutare a fare comprendere il ruolo reale dello sport. “Chi fa sport sta meglio, dove l’indice di sportività è più alto la qualità della vita è migliore – ha spiegato il ministro dello Sport Andrea Abodi -. Siamo tra i primi al mondo in termini di competitività sportiva ma anche i primi al mondo in termini di sedentarietà. Il mio messaggio: più sport per tutti soprattutto nei luoghi di disagio sociale”. Le prossime sfide: “Vogliamo cercare di portare la cultura del movimento nella scuola (il 60% degli istituti scolastici non ha una palestra) e accrescere la consapevolezza del ruolo dello sport a tutte le età per la salute della collettività”, ha detto il ministro Abodi.
“Viviamo un tempo straordinario contraddistinto dalla tecnologia, dal progresso che va avanti ma purtroppo accade che le persone, quelle più fragili soprattutto, rimangono molto più indietro. C’è bisogno di un lavoro costante e determinante e di mettere a disposizione i migliori strumenti” queste le parole del Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. “La salute è un bene comune che ha bisogno delle amorevoli cure di tutti, ovviamente dello Stato e delle istituzioni in primo campo, e noi siamo qui per dimostrare la nostra attenzione, la nostra vicinanza e la nostra determinazione ad innalzare la qualità della vita degli italiani per renderli liberi di potere vivere, di poterlo fare dignitosamente e di potere costruire la propria vita e il proprio futuro. E le politiche sociali sono uno strumento fondamentale. Abbandonare il mero assistenzialismo e proporre delle politiche sociali che puntano all’inclusione sociale e lavorativa: si può fare, bisogna utilizzare le economie nel giusto modo, con la giusta visione. Il popolo ha bisogno di essere supportato e di essere riconosciuto nella sua possibilità di costruire la propria esistenza vedendo lo Stato al fianco. È quello che intendiamo fare e che continueremo a fare”.