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TERRITORI IN TRASFORMAZIONE: SALENTO E ALTA GALLURA A CONFRONTO

Per gli incontri del programma “vediallavoceArchitettura” promosso dall’Ordine Architetti PPC della provincia di Lecce sabato prossimo, Auditorium Museo Castromediano a Lecce, la conversazione con Lidia Decandia, architetta, pianificatrice, docente Ordinaria Università di Sassari-Alghero. Al centro del seminario una riflessione sulle dinamiche del divenire territoriale.

“Le dinamiche della trasformazione territoriale non sono uguali dovunque. Quello che ci interessa è riuscire a coglierle nella loro problematicità, nel loro rispecchiamento, nelle loro connessioni quando sono evidenti e nella loro capacità di porre le domande cui la nostra professione e la nostra comunità deve dare risposte. Sarà questa la traccia della conversazione che proponiamo sabato prossimo e che non a caso abbiamo tematizzato sui “territori in trasformazione”, pensando a un confronto tra Salento e Alta Gallura, grazie al prezioso lavoro di ricerca condotto in quella bellissima parte di Sardegna da Lidia Decandia, architetta e pianificatrice, docente Ordinaria nel Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero-Università di Sassari”.

Così Tommaso Marcucci, Presidente Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lecce, sull’appuntamento “Territori in trasformazione” in programma sabato 9 novembre nell’Auditorium del Museo Castromediano di Lecce, immaginato come un vero e proprio “seminario e laboratorio di approfondimento” sui momenti di passaggio che caratterizzano il cambiamento territoriale nelle aree periferiche o cosiddette “marginali”.

“Dal buio affiora una costellazione lampeggiante: una figura territoriale inedita, fragile, di cui prendersi cura. Una ossimorica città-natura in cui il già stato si unisce con l’adesso e in cui si intrecciano città e campagna, natura e cultura”. Così dice Lidia Decandia, che alla trasformazione dell’Alta Gallura ha dedicato una ricerca puntuale con la realizzazione del progetto “Atlante dell’innovazione alla ricerca degli embrioni di mutamento”; ricerca volta a cogliere gli indizi di innovazione “a partire dalla consapevolezza che spesso gli sguardi zenitali, così come i grandi numeri e le statistiche, proprio perché rischiano di ingabbiare la realtà in rigide determinazioni, non aiutano a cogliere i momenti di passaggio”, invitando a praticare “un altro sguardo: quello mobile e itinerante del viaggiatore capace di calarsi nelle pieghe del territorio, più attento ad osservare da vicino, le singolarità, i frammenti, i lampi passeggeri, che caratterizzano gli stadi iniziali delle trasformazioni, quando queste sono ancora in uno stato di abbozzo, e non ancora del tutto manifeste, e su cui invece occorrerebbe soffermarsi per comprendere il divenire”. Nel corso di questo viaggio, raccolto nel volume “Territori in trasformazione”, “oltre ad osservare luoghi, sperimentazioni, forme di produzione, eventi”, dice ancora Decandia, “siamo andati alla ricerca di casi individuali, di storie rivelatrici o promettenti, spesso apparentemente insignificanti. In questo senso la ricerca ha utilizzato metodologie di carattere «indiziario», che non si basano sull’analisi dei caratteri più appariscenti, ma sono più attente ai particolari, agli indizi impercettibili ai più, all’analisi degli scarti, dei dati marginali, considerati spesso come rivelatori di tendenze in atto, e proprio per questo in grado di rivelare una realtà complessa non sperimentabile direttamente: portare all’attenzione nuove funzioni, nuovi comportamenti; apprezzare capacità nascoste disperse o mal utilizzate; far emergere una progettualità nascente”.

L’appuntamento, realizzato con il patrocinio della Provincia di Lecce_Salento d’amare e del Polo Bibliomuseale di Lecce, si aprirà alle 16 con i saluti istituzionali di Stefano Minerva, Presidente della Provincia di Lecce, Luigi De Luca, direttore del Polo Bibliomuseale di Lecce, Tommaso Marcucci, Presidente dell’Ordine PPC della provincia di Lecce, cui seguiràl’introduzione al tema a cura di Cosima Schito, componente del Gruppo Cultura dell’OAPPC Lecce, per poi entrare nel vivo delle questioni con l’intervento di Lidia Decandia e il dibattito conclusivo. A moderare l’incontro Carla Petrachi.

Gli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che parteciperanno all’incontro matureranno 3 crediti formativi.

NOTE

LIDIA DECANDIA

Si laurea in Architettura presso la Facoltà di Architettura di Firenze dove, dal 1986 al 1994, svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Urbanistica, facendo parte di diversi gruppi di ricerca. Partecipa, con un proprio contributo individuale, a convegni nazionali.
Nel 1994 vince il Concorso di ammissione al Corso di Dottorato di Ricerca in Pianificazione Territoriale e Urbana (IX ciclo) presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma dove nel 1998 consegue il titolo di “Dottore di ricerca”.
A partire dal 1996 sino ad oggi svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Architettura e Urbanistica, Facoltà di Ingegneria, Università “La Sapienza” di Roma, dove partecipa a diverse ricerche nazionali e internazionali, finanziate dal Ministero della Ricerca scientifica, dall’Ateneo e dal C.N.R., da enti locali e regionali.
Nel 1998, per due anni, viene chiamata in qualità di “Esperto di alta qualifica” alla Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente, Servizio Conservazione della Natura, dove cura: le istruttorie per l’istituzione dei parchi nazionali delle Cinque terre e dell’Alta Murgia, gli studi per la Riperimetrazione del Parco Nazionale del Gargano e partecipa ai gruppi di lavoro per la redazione del Progetto A.P.E. (Appennino Parco d’Europa) e per l’elaborazione degli “Strumenti guida all’elaborazione del Piano del Parco”.
Dal 1998 al 2001 è chiamata come docente a contratto dei moduli di Storia dell’Urbanistica presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, di Storia dell’Ambiente e del Territorio e dei Corsi di Ingegneria del Territorio presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Dal 1999 al 2001 lavora come ricercatrice presso il CIES – Università della Calabria dove, in collaborazione con NOMISMA, coordina, come responsabile scientifico, il gruppo locale della ricerca “Ingrandimento Calabria”, e dove è titolare della docenza del Corso “Locale-Globale” presso il Corso post-universitario di Politica dell’Innovazione.  
Nel giugno del 2001 vince l’idoneità come Prof. Associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica e nel novembre dello stesso anno viene chiamata presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli di Studi di Sassari dove coordina il Blocco didattico “Progettare nel contesto sociale” e insegna Pianificazione territoriale e Storia della Città e del Territorio.
Dal 2001 al 2011 è membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica e dal 2012 ad oggi del Collegio dei Docenti del Dottorato di Architettura e Urbanistica, presso la Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, dove ha coordinato e curato diversi cicli annuali di seminari e dove ha svolto e svolge attività di supervisione di diverse Tesi di Dottorato.
In quanto membro del Comitato delle Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Sassari dal 2004 al 2010 ha partecipato a diversi convegni nazionali sui saperi scientifici e le culture di genere e sul tema della memoria.
Dal 2005 al 2007 è Coordinatrice e Responsabile scientifica dell’Unità locale dell’Università di Sassari della Ricerca scientifica PRIN 40%: Norme e regole per il progetto urbanistico: una guida per la qualità sociale e formale dell’abitare.
Nel 2008 fonda Matrica. Laboratorio di “fermentazione” urbana, che inaugura con il Convegno internazionale “FARE TERRITORIO: linguaggi sensibili e pratiche collettive nella produzione dello spazio urbano”, all’interno del quale porta avanti attività di sperimentazione di pratiche di ricerca-azione in diversi contesti locali.
In particolare, tra il 2007 e il 2009, nell’ambito del progetto Chirros (un progetto interistituzionale fra la Regione Sardegna e il Comune di Santu Lussurgiu), come responsabile scientifica, coordina e dirige la costruzione di alcuni particolari laboratori territoriali di apprendimento collettivo: “l’officina della memoria”, “l’officina degli immaginari” e “l’officina di progetto”. Il lavoro prodotto costituisce parte della Ricerca sull’ Osservatorio del Paesaggio della Regione Sardegna, del Piano paesaggistico Regionale.
Tra il 2010 e il 2013 con Studio Azzurro partecipa come responsabile scientifica al progetto e alla realizzazione di Sensitive city, installazione presentata all’Esposizione Universale di Shangai, del MATER Museo dell’Archeologia e del territorio nel comune di Mamoiada. Cooprogetta il Museo-Laboratorio dell’identità della Sardegna (Nuoro: ex Mulino Gallisai).
A partire dal 2010 coordina e dirige nel comune di Calangianus, con il sostegno della Provincia di OT, il progetto “La strada che parla” primo passo di un più ampio processo di conoscenza-progetto-azione incentrato sui temi dello sviluppo delle aree interne e sulla costruzione di beni comuni dedicato al territorio dell’Alta Gallura.
Dal 2013 al 2014 come responsabile dell’unità locale coordina e dirige nel Comune di Mamoiada, la realizzazione un laboratorio legato al bene comune dell’acqua finanziato tramite un concorso tra pari con la Legge regionale 7 Agosto 2007, n. 7: promozione della Ricerca Scientifica e dell’innovazione Tecnologica in Sardegna.
In questi ultimi anni l’attenzione si concentra sui processi di trasformazione che stanno interessando i territori marginali. Questi territori, ed in particolare il contesto della Gallura, sono oggetto: delle ricerche PRIN “Territori post-metropolitani come forme urbane emergenti: Le sfide della sostenibilità, abitabilità e governabilità”, coordinata da Prof. A. Balducci (Nell’ambito di questa ricerca coordina e dirige il sottogruppo dell’Unità di Roma che si è occupato della regione postmetropolitana della Gallura) e “Looking into the dark. For a new epistemology and public action on territorial inequalities Coordinatore CELLAMARE Carlo, Università degli Studi di ROMA “La Sapienza” (Ricerca in corso). Sempre alla Gallura dedica la ricerca “Atlante dell’innovazione: alla ricerca degli embrioni di mutamento nel territorio della Gallura” (Ricerca Selezionata e ammessa al finanziamento del Bando competitivo Fondazione di Sardegna – 2016 per progetti di ricerca con revisione tra pari), di cui è stata coordinatrice e responsabile scientifica.  
In quest’ultimo anno a partire dall’attenzione alle nuove dimensioni dell’urbano, approdo dei precedenti lavori di ricerca sui territori in trasformazione, che si è concretizzato anche nella coocuratela del numero 11(2024), di Tracce urbane, Rivista Italiana Transdisciplinare Di Studi Urbani, dal tema “Riconfigurazioni dell’urbano. Pratiche inedite di un abitare territoriale”, la ricerca si sta orientando in una direzione genealogica: attraverso un lavoro di scavo storico-antropologico, l’idea è rimettere in discussione, ripartendo da una meditazione sulle origini, l’idea che l’urbano possa identificarsi esclusivamente con quella forma di città stabile e circoscritta, perno di controllo del territorio, con cui siamo abituati a pensarla.
È stata redattrice esterna della Rivista CRU (Critica della Razionalità Urbanistica). Fa parte del comitato scientifico della Rivista Tracce Urbane, del Comitato editoriale della Rivista Scienze del Territorio. Rivista di Studi Territorialisti, del comitato di redazione della rivista CRIOS, del comitato scientifico della collana Il futuro delle città diretta da Alessandro Balducci, della Collana Territorio diretta da G. Scandurra e B. Pizzo e della collana del Dottorato di Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica.
È socia fondatrice della SdT, Società dei Territorialisti e delle Territorialiste, socio ordinario della SIU, Società Italiana degli Urbanisti. Fa parte dei network di ricerca: Réseau LIEU e Tracce urbane.
Nel 2012 le è stato conferito il Premio per la ricerca scientifica offerto dall’Università di Sassari per i ricercatori che hanno ottenuto i migliori risultati di produttività scientifica con riferimento al periodo 2004-2008.
Nel 2014 le è stata conferita l’Abilitazione Scientifica Nazionale come Professore di I Fascia – Settore concorsuale 08/F1 – Pianificazione e Progettazione Urbanistica e Territoriale.
Nel 2021 viene inserita nell’ Advisory Board per il Padiglione Italia, Comunità resilienti, alla Biennale Architettura 2021 www.comunitaresilienti.com.
Nel 2022 si classifica come idonea al II posto della procedura comparativa per il reclutamento di un professore universitario di ruolo di I fascia, presso il dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università degli Studi di Sassari, per l’Area 08 – Ingegneria civile e architettura – Macro-settore 08/F – Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale – Settore concorsuale – 08/F1 – Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale, Settore scientifico disciplinare ICAR/20 – Tecnica e pianificazione urbanistica.
Nel 2023 viene chiamata presso il DADU, Università di Sassari, come professore universitario di ruolo di I fascia, presso il dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università degli Studi di Sassari, per l’Area 08 – Ingegneria civile e architettura – Macro-settore 08/F – Pianificazione e progettazione urbanistica e territoriale.

Tra le sue pubblicazioni, Anime di luoghi (Franco Angeli 2004), Polifonie urbane (Booklet Milano-Collana Meltemi, 2008), La strada che parla. Dispositivi per ripensare il futuro delle aree interne in una nuova dimensione urbana (Franco Angeli, 2016); I territori marginali e la quarta rivoluzione urbana. Il caso della Gallura (Guerini, 2017), Territori in trasformazione (Donzelli, 2022).

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