27 Mar 2025
AUTONOMIA DIFFERENZIATA DOPO LE SENTENZE DELLA CORTE COSTITUZIONALE: IN PROVINCIA IL CONVEGNO CON GLI ESPERTI APERTO DA MINERVA. OSPITI IL VICE MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SISTO E L’ONOREVOLE BOSCHI
Sabato 29 marzo, a partire dalle ore 10, la sala consiliare della Provincia di Lecce (Palazzo dei Celestini), ospiterà il convegno intitolato “L’attuazione dell’Autonomia Differenziata dopo le sentenze n. 192/2024 e n. 10/2025 della Corte costituzionale”.
Il Convegno è promosso dal Dipartimento di Scienze giuridiche di UniSalento (in sinergia con l’Unità di ricerca in “Business Law and Economics”, coordinata da Fernando Greco, ordinario di Diritto privato), dall’Ordine degli Avvocati di Lecce, dalla Fondazione Vittorio Aymone e dalla Provincia di Lecce (con il supporto del vice presidente Fabio Tarantino) e con la collaborazione di Antonio Francesco Esposito, presidente vicario della Corte d’Appello di Lecce.
Con il contributo di esperti della materia e di autorevoli parlamentari, l’evento di propone di affrontare le problematiche aperte dall’intervento della Corte costituzionale e di discutere come il Parlamento, nell’esercizio della sua discrezionalità, possa colmare i vuoti derivanti dall’accoglimento delle questioni di costituzionalità, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge.
La giornata di approfondimento sarà aperta dai saluti di Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce, Adriana Poli Bortone, sindaco di Lecce, Natalino Domenico Manno, Prefetto di Lecce, Antonio De Mauro, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, Stefano Polidori, presidente del Corso di Laurea in Giurisprudenza Unisalento. A moderare sarà Roberto Carrelli Palombi, presidente della Corte di Appello di Lecce.
L’intervento introduttivo sarà a cura di Luigi Melica, direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche Unisalento, e seguiranno le relazioni di Vincenzo Tondi della Mura, docente ordinario di Diritto costituzionale Unisalento e di Saverio Sticchi Damiani, docente ordinario di Diritto amministrativo Unipegaso.
Seguirà il momento di confronto e dibattito, alla presenza dell’onorevole Maria Elena Boschi, Commissione affari costituzionali Camera dei Deputati e del senatore Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia.
La Corte costituzionale, con la sentenza 13 dicembre 2024, n. 192, ha ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge 26 giugno 2024, n. 86 sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie, considerando, invece, illegittime, specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. Alcune previsioni della legge sono state ritenute legittime all’esito di una interpretazione costituzionalmente orientata.
La Corte ha evidenziato che la Costituzione riconosce, insieme al ruolo fondamentale delle Regioni e alla possibilità che esse ottengano forme particolari di autonomia, i principi dell’unità della Repubblica, della solidarietà tra le regioni, dell’eguaglianza e della garanzia dei diritti dei cittadini, dell’equilibrio di bilancio. La distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo, in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, non deve corrispondere all’esigenza di un riparto di potere tra i diversi segmenti del sistema politico, ma deve avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione. A tal fine, è il principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni.
In questo quadro, l’autonomia differenziata deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini.
In particolare, in conseguenza della sentenza in parola, si è determinato un trasversale ridimensionamento dell’oggetto dei possibili trasferimenti alle regioni (solo specifiche funzioni e non già materie), nonché la paralisi dell’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti diritti civili o sociali.
Con la sentenza 7 febbraio 2025, n. 10, la Corte costituzionale ha dichiarato poi inammissibile la richiesta di referendum per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, in quanto l’oggetto e la finalità del quesito (a seguito della sentenza n. 192 del 2024), non risultavano sufficientemente chiari.