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CONSULTE : FONDAMENTALI PER LA ‘CULTURA’ DEL PUG

L’ Osservatorio sulla città di Nardò, è stato da sempre chiaro a questo proposito. Nella ormai famosa domanda del : “Quanta città ci manca” (non occorrevano lauree e master) era sottointesa, per i più acuti amministratori della cosa pubblica, anche la situazione della formazione del PUG. La premessa è abbastanza facile. Dedotta da qualunque glossario di scienza politica o materia appartenente all’ organizzazione di gruppi e degli organismi viventi o basata sui sistemi di economia finanziaria.

In sintesi, lo capirebbe anche un bambino; se non si è lavorato, in questi anni, per la partecipazione della gente alla ‘costruzione’ della città, per la condivisione delle idee, per la collaborazione collettiva indirizzata per il raggiungimento di obiettivi chiari, ma disordinatamente, dimostrando approssimazione, personalismo, genericamente introverso, non comunicante tendenzialmente e intellettualmente ‘autistico’ (termine scientifico, qui adottato, per le sole deficienze di comunicazione, interazione sociale, immaginazione), come si arriverà a ragionare sul futuro?

Con il PUG si tratta ‘materia’ complessa, è un organismo vivente, modificabile, in crescita. Non si forma, di certo, approssimando regole, esprimendo principi di massima o programmando linee e norme basate sul ‘pressappoco’. E, d’altronde non si può ricomporre in un attimo, ciò che da trent’anni si è lentamente consumato (per indifferenza gestionale della cosa pubblica), né possono gli uffici o comunque la ‘burocratia’, risolvere l’annosa, anzi la decennale, questione. Occorre competenza e una visione generale della città intesa come parte essenziale di un territorio condiviso. Che la politica territoriale sia scollegata totalmente dai propri contesti è cosa nota, altrimenti, con un potenziale di ricchezza paesaggistica come la nostra avremmo già degli obiettivi concreti con economie di scala pronte a partire. Purtroppo, invece, in un periodo di profonda crisi, è chiaro che i “feudi” (di consenso elettorale), serreranno le fila, contrariamente alle necessarie aperture culturali.

Per organizzare una città ci vogliono strutturati ‘gangli’ e ramificazioni che solo i gruppi, le associazioni, gli enti, i comitati, insomma, riteniamo che lo strumento delle CONSULTE darebbe già un adeguato buon motivo capace di aprire uno spazio condiviso. Importante strumento poter recepire le istanze (almeno quelle di massima), come rappresentanza di un utile materiale di discussione e confronto, per i gruppi politici che fanno capo a consiglieri comunali, ecc….

Quindi, bene che l’argomento PUG venga fuori ogni tanto, ma ogni volta si dovrebbe dare seguito, alla composizione della ‘base’, dalla quale estrarre poi le istanze. Ma come si sa, senza la base nessuna presunta piramide ha motivo di comporsi ordinatamente ed esistere.

Occorrono ancora oltre a quelle esistenti o da riorganizzare: forum giovanile, la Consulta del volontariato, degli affari sociali e della salute, la Consulta per il turismo, la Consulta dello sport, la Consulta della cultura, la Consulta dell’economia e del lavoro.

Solo così la città può palare di PUG, per adesso all’orizzonte c’è solo incompetenza e fragilità delle relazioni fra componenti piuttosto isolate. E allora come si farà organizzare un sistema? Volete una conferma del dubbio? Per esempio (e solo per esempio), chiedetevi se le matrici ambientali di questo territorio sono rispettate. D’altronde non abbiamo sempre detto che siamo tutti d’accordo che la qualità della vita dipende dal contesto territoriale in cui viviamo e dai fattori ambientali ai quali siamo esposti (la qualità dell’aria, dell’acqua, l’inquinamento chimico, biologico etc.). Le scelte “ambientali” (la loro sostenibilità), sono elementi imprescindibili delle politiche di sviluppo per una qualità di vita migliore per tutti. Le infrastrutture e la vivibilità dei sistemi urbani, la riconversione ecologica ed il risparmio delle risorse non rinnovabili, a cominciare dal suolo, dall’aria e dall’acqua, rappresentano terreni su cui è necessario un impegno forte e consapevole. La tutela del patrimonio naturalistico e paesaggistico devono diventare elementi essenziali del nuovo concetto di progresso.

Non è questo, forse l’ambito, dal quale iniziare a creare la ‘cultura’ del… PUG?

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