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Aderenza terapeutica: criticità e soluzioni messe in atto dalla Puglia

L’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, il 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, il 36-40% per inefficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e Bpco (secondo il Rapporto OsMed di Aifa). Ma non solo.

Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche, si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e fra gli anziani le percentuali superano il 70%. La scarsa o mancata aderenza terapeutica, prima causa di inefficacia delle terapie, comporta uno spreco “dovuto ad aumento degli interventi assistenziali, della morbilità e della mortalità, con un danno palese per pazienti e società” (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Le cause sono molteplici: complessità del trattamento, inconsapevolezza della malattia, follow-up inadeguato, timore di reazioni avverse, decadimento cognitivo e depressione. Tutti aspetti acuiti dall’avanzare dell’età e dalla concomitanza di altre patologie. Nasce da questi presupposti la necessità di una call to action, ovvero azioni concrete per migliorare l’aderenza ai percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti.

È quanto evidenziato dagli esperti della Puglia, nel corso del webinar “IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI, DAL BISOGNO ALL’AZIONE”, organizzato da Motore Sanità. Da qui le proposte di sviluppare strumenti di valutazione concreti dell’aderenza per monitorare e correggere i comportamenti che impattano sulla scarsa aderenza e l’implementazione delle tecnologie che facilitano i pazienti a seguire il percorso di cura.

La Regione Puglia, cheregistra un’aderenza di appena il 13% in alcune circostanze, si è dotata dei service per la Bpco, per l’asma e per le patologie legate al sonno che permettono in un unico accesso la gestione di questi pazienti evitando il ricovero ospedaliero: si è registrato un azzeramento dei ricoveri inappropriati e un notevole miglioramento della condizione clinica dei pazienti. Poi è arrivato il Covid e questo ha destabilizzato il tutto.

«Ci siamo chiesti come fare per ovviare questo problema della bassa aderenza terapeutica e una della risposte è l’applicazione dei Pdta di cui ci siamo dotati in Regione Puglia. Sono pronti da prima del Covid, però andrebbero implementati, visto che si tratta di dispositivi studiati per essere modificati sistematicamente e aggiornati alla luce delle nuove terapie. Non appena finirà l’emergenza Covid, inizieremo a lavorare in questo senso» ha evidenziato Alessandro Palumbo, Dirigente Medico UO Malattie Apparato Respiratorio, Università degli Studi di Bari.

«L’appropriatezza prescrittiva e l’aderenza alla terapia rimangono una priorità per il servizio sanitario nazionale, come anche per gli operatori (farmacisti, direttori sanitari e generali)», ha concluso Luca Pinto, Principal Real World Insightsl, IQVIA Italia. «Quanto più la cronicità diventa una cronicità complessa, ovvero su pazienti fragili e multipatologici, più il tema diventa assolutamente critico. Il ruolo della medicina di base è una medicina che costituisce un riferimento importantissimo. L’appropriatezza e l’aderenza si compongono di diversi indicatori e, secondo noi, gli step per monitorarla sono la completezza informativa, l’interoperabilità dei sistemi e la gestione del cambiamento. Questo cambio culturale è stato avviato e il Covid in questo senso ha dato un’accelerazione fortissima. L’elemento di telemedicina deve essere poi sempre molto dettagliato e c’è bisogno di ridisegnare percorsi assistenziali».

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