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Al Museo Castromediano di Lecce la residenza artistica “Ondjango”

“L’Universo Femminile e la Costruzione dell’Altro”

dal 3 al 9 settembre il Museo Castromediano sarà luogo di “Ondjango”

residenza artistica a cura del Laboratorio di Arte e Ricerca Partecipata Quintal”
Il 9 settembre la performance di restituzione del lavoro
nell’ambito della IV edizione di Tempora/Contempora

Focus internazionale su corpi e arti performative

Dopo gli incontri preparatori dello scorso luglio, entra nel vivo “Ondjango”, la residenza artistica a cura di Quintal – Laboratorio di Arte e Ricerca Partecipata; il progetto, diretto da Nina Baratti, finanziato dal Consiglio regionale della Puglia, vincitore del bando “Futura. La Puglia per la parità”, è realizzato nell’ambito dei rapporti di cooperazione tra il Museo Nazionale di Antropologia dell’Angola e il Museo Archeologico “Sigismondo Castromediano”, con il supporto e la collaborazione del Polo Biblio-museale di Lecce.

Dal 3 al 9 settembre il Castromediano, al n° 31 di Viale Gallipoli, a Lecce, sarà la dimora di un dialogo tra gli artisti ospiti, con le loro diverse peculiarità culturali ed espressive, e la collezione di oggetti e reperti archeologici che popola gli spazi espositivi del museo.

Un’esplorazione che pone al centro della riflessione e del processo creativo l’universo femminile – con le tante raffigurazioni evocate nella Collezione Archeologica del Museo – e l’idea della “costruzione dell’altro” e del ruolo della donna nelle culture di riferimento degli artisti in residenza: quella bantu e quella mediterranea.

Protagonisti di Ondjango, parola che in umbundu, una delle lingue bantu maggiormente diffuse in Angola, significa letteralmente “casa di conversazione, dialogo”, saranno: Cabuenha Janguinda Moniz insegnante di capoeira, attivista culturale e artista multidisciplinare angolano; Giovanni “Nino Traorè” Martella, musicista, visionario, viaggiatore, innamorato della cultura del Burkina Faso; Claudio Prima musicista e ideatore di numerosi progetti di indagine sulle “musiche di confine”; Clara Blavet, flautista, cantante e compositrice formatasi ad Amsterdam, impegnata nella regia e creazione di musiche e di performance.

La performance di restituzione

La residenza di confronto e di creazione che attivamente coinvolgerà le archeologhe del Castromediano, si concluderà sabato 9 settembre, alle 21.00, con la presentazione al pubblico – nell’ambito delle iniziative in cartellone per “Tempora/Contempora Focus internazionale su corpi e arti performative” a cura dell’Accademia Mediterranea dell’Attore – di una performance multidisciplinare dove il linguaggio del corpo, della voce e della musica, entreranno in dialogo al fine di mettere in scena e condividere con il pubblico i risultati del percorso creativo.

Un dialogo a più voci – tra il “mare in mezzo alle terre” e l’oceano Atlantico; tra l’Europa e l’Africa, tra passato e presente – per riflettere e stimolare nuove domande sulla complessità dell’Identità Meridiana.

È consigliata la prenotazione tel. 3894424473 oppure quintal.arte.pesquisa@gmail.com

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Quintal e gli artisti ospiti

QUINTAL – Laboratorio di Arte e Ricerca Partecipativa è un’associazione di promozione sociale con sede a Lecce, nata dall’incontro di sette artisti, studiosi e attivisti culturali, con lo scopo di promuovere le arti e la ricerca scientifica nel campo dell’etnomusicologia e dell’antropologia mediante una metodologia partecipata. Il suo obiettivo principale è quello di contribuire alla conoscenza delle culture dei paesi di lingua ufficiale portoghese e delle comunità diasporiche presenti sul territorio italiano ed europeo. Al contempo, l’associazione si adopera per la promozione e divulgazione di attività artistiche e di ricerca relative anche ad altri territori e culture, qualora queste favoriscano lo scambio, l’inclusione e il cambiamento sociale attraverso l’arte. Sin dalla fondazione nel 2021, Quintal ha organizzato numerose iniziative, rassegne, concerti e residenze artistiche in Puglia e Sicilia, in collaborazione con diverse associazioni ed enti locali (Xilema Musica, Documentaria, Tavola Tonda, Arci Solidarietà Lecce, To Kalò Fai, Museo Castromediano di Lecce, Museo Internazionale delle Marionette, Caravan), ospitando per la prima volta in Italia importanti musicisti e studiosi originari del Brasile, Mozambico e Angola, ed impegnandosi nella produzione di progetti nel campo della ricerca collaborativa, della formazione inclusiva e della curatela artistica.

Cabuenha (Luanda, 1980) insegnante di capoeira, attivista culturale e artista multidisciplinare dell’Angola. Pratica la capoeira dal 1998 e attualmente si dedica al suo insegnamento a livello nazionale e internazionale. E’ membro infatti dell’associazione AbadáprojectoR5 , un progetto di promozione socio-culturale attraverso la capoeira, le cui principali aree di intervento includono la responsabilità sociale, i ritmi e i movimenti del corpo africano, l’ecologia e il salvataggio delle radici della capoeira. Dal 2007, svolge numerose ricerche in varie province dell’Angola sulle arti marziali e gli strumenti musicali angolani, ricerche che gli valgono il 1° Angola Martial Arts Awards. La sua grande attenzione e devozione nei confronti dei maggiori rappresentanti della cultura musicale angolana lo spingono a realizzare nel 2011 la campagna SOS Mestre Kamosso do Hungo, per onorare l’importanza di questo grande suonatore come portatore di esperienza e saggezza e simbolo di resistenza culturale. Nel 2016, nel tentativo di dar corpo alle sue indagini culturali, debutta come artista interdisciplinare con Yakalakaya. Uno spettacolo ispirato ai disegni Sona e al cosmogramma Dikenga, quali punti d’accesso sensoriali ai molteplici templi delle terre d’Angola. Con questo lavoro si esibisce in Angola, Portogallo, Capo Verde, Russia, Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania e Brasile, Dubai e Stati Uniti. La performance “Kubalumuka, erguer-se” ispirata al celebre album Angola 72 del cantante e compositore Barcelo de Carvalho “Bonga”, è la creazione più recente dell’artista, eseguita in Portogallo, in occasione della commemorazione del 50° anniversario dell’uscita del disco, vero e proprio manifesto della lotta per l’indipendenza angolana.

Claudio Prima è leader e ideatore di numerosi progetti di indagine sulle ‘musiche di confine’ (BandAdriatica, Adria, Seme, Tukrè, Manigold, La Rèpètition, Giovane Orchestra del Salento, Orchestra popolare di Puglia). Si esibisce in festival e rassegne internazionali in Francia, Olanda, Brasile, Inghilterra, Romania, Albania, Croazia, Grecia, Belgio, Austria, Germania, Svizzera, Spagna, Tunisia, Libano, Giordania, Kuwait, Stati Uniti. E’ organettista, cantante, compositore e autore di colonne sonore. Dal 2010 è solista dell’opera contemporanea Oceanic Verses di Paola Prestini con cui si esibisce a New York e Washington e a Londra con la BBC Symphony Orchestra. Dirige la Giovane Orchestra del Salento un ensemble di 45 giovani musicisti salentini. E’ assistente di Goran Bregovic e Giovanni Sollima per la Notte della Taranta. Ha un’intensa attività discografica e ad oggi conta più di 80 presenze in pubblicazioni discografiche italiane ed internazionali. Scrive musiche per teatro (Non abbiate paura di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia 2020, Verso Terra di Mario Perrotta 2016, Oltremundo, Arrivi e partenze e Nina Balla di Marcelo Bulgarelli, La grande cena di Camilla Cuparo 2009) ed è autore e protagonista dello spettacolo Nina Balla, concerto per voce e quartetto con la regia di marcelo Bulgarelli.

Giovanni “Nino” Martella, musicista, visionario, viaggiatore. Inizia a suonare la batteria fin da piccolo e ha viaggiato in 14 paesi, per sei volte in Africa. Dal 2016 nasce l’amore per la cultura del Burkina Faso, luogo in cui tutti lo chiamano Nino Traorè (“Giovanni” è un nome difficile da pronunciare in Burkina). Eredita il cognome Traoré dalla famiglia di musicisti che lo accoglie per sei mesi fra il 2020 e il 2021. Fondatore dell’associazione Circular Music sia in Italia che In Burkina, lavora per l’integrazione culturale e la ricerca delle radici in comune fra due culture apparentemente lontane: quella del West Africa e quella del Mediterraneo e Sud Italia. Ideatore e fondatore del centro culturale Kabakò, fondato nel 2021 nel cuore del villaggio di Bana in Burkina Faso, nato con l’obiettivo della preservazione della cultura tradizionale dell’etnia Samblà.

Clara Blavet, flautista, cantante e compositrice. Inizia a suonare il flauto a tredici anni a Lecce e si specializza, tra gli altri, con Kersten McCall, Vincent Cortvrint, Michele Marasco, Paolo Taballione, Andrea Oliva, Gabriele Betti, Andrea Manco, Peter Lukas Graf.  Mentre persegue la sua carriera orchestrale e solistica, approfondisce la sua passione per il teatro durante il Master in Performance interdisciplinare presso il Conservatorio di Amsterdam (2018-2020), dove si forma con artisti, registi teatrali e compositori di fama internazionale (Samir Calixto, Ria Marks, Romain Bischoff, Sebo Bakker, Gerhard Staebler and Kunsu Shim…) e lavora alla regia e alle musiche di performance originali (Particles, PLASTIC, Amsterdam 2019). Ed è nell’ambiente olandese che nascono le collaborazioni con il primo flauto dell’Orchestra Reale del Concertgebouw Kersten McCall, la cantante barocca Viola Blache, e il producer messicano Omar Medina, con i quali Clara incide il suo album d’esordio Narcisi e Camomille uscito lo scorso ottobre per Workin Label ’22.

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