12 Giu 2015
“BLITZ D’ARTE A GIURISPRUDENZA. QUADRERIA DI MARIO PELLEGRINO”
INAUGURAZIONE IL 17 GIUGNO NELLA SALA LETTURA DELLA BIBLIOTECA DI GIURISPRUDENZA
L’arte contemporanea “abita” i luoghi dell’Università, con “blitz” in biblioteche, aule studio e altri luoghi della didattica. Primo appuntamento mercoledì 17 giugno 2015 alle ore 12, nella sala lettura della Biblioteca di Giurisprudenza (complesso Ecotekne, via per Monteroni, Lecce), con l’inaugurazione della mostra “Blitz d’arte a Giurisprudenza. Quadreria di Mario Pellegrino”.
La mostra, promossa nell’ambito delle attività della Delegata del Rettore alla Conoscenza, ricerca e messa in valore dei Beni Culturali Letizia Gaeta, potrà essere visitata fino al 17 luglio negli orari di apertura della Biblioteca: lunedì e mercoledì dalle 9 alle 15; martedì e giovedì dalle 9 alle 18; venerdì dalle 9 alle 12.
«Chi si accinge a leggere le sue opere», scrive Lucio Galante nel testo critico che accompagna la mostra, «può correre il rischio di soffermarsi sull’aspetto più immediatamente percepibile, il peso che hanno i materiali, in realtà piuttosto eterogenei, nella loro costruzione e che ne determina, appunto, il carattere “materico”, anzi talvolta il loro sconfinamento verso la scultura (nella forma del bassorilievo). L’oggi di Pellegrino è legittimato dall’ormai lunghissimo corso della storia dell’arte contemporanea, che ha visto nascere e svilupparsi un vero e proprio filone di ricerca basato sull’uso di materiali eterocliti rispetto alla tradizione classica, quello partito da Duchamp, passato dal Dadaismo, Surrealismo, la Pop Art americana e inglese, e arrivato fino al Nouveau Réalisme francese, a Fluxus e persino a Jeff Koons, itinerario al quale s’è accompagnato l’interrogativo di cosa sia arte e cosa non lo sia. La risposta a questa domanda, io penso, sta nel porsene un’altra, quella riguardante il significato dell’opera, che non può che desumersi dallo stretto rapporto tra forma e contenuto. A Mario Pellegrino va riconosciuto il merito di aver fatto una scelta chiara in questo senso. Si direbbe, il suo, un modo metonimico d’esprimersi, ma quel che più conta è che l’opera d’arte è tornata a essere una forma simbolica, il cui potere fascinatore sta anche nella sua forza evocativa, nel suo costituirsi come mondo a sé».
Mario Pellegrino, nato nel ’57 a Collepasso (Lecce), studia prima presso il Liceo Artistico Statale di Lecce e dal ’77 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Formatosi alla pittura all’Accademia di Belle Arti di Lecce e in restauro architettonico e riuso dei centri storici al Politecnico di Torino, ha lavorato in campo architettonico, fotografico, dell’arte e del restauro partecipando tra l’altro al progetto di restauro funzionale e conservativo di Piazza Duomo a Lecce. Decine le mostre in Italia e all’estero.