Lo sciopero proclamato dal 24 al 26 febbraio prossimi dalle organizzazioni sindacali di rappresentanza degli edicolanti merita pieno sostegno sia per ragioni di carattere generale sia per le specifiche motivazioni che hanno indotto il comparto alla serrata.Sono con convinzione al fianco degli edicolanti anzitutto perché parliamo di una categoria socialmente e mediaticamente troppo spesso trascurata, e che invece costituisce una componente essenziale, imprescindibile della filiera dell’informazione: il “presidio sociale” – e utilizzo questa definizione non a caso – rappresentato dalla presenza dell’edicola sul territorio non può essere sbrigativamente sostituito dal consumo dell’informazione in Rete (che va integrata all’informazione cartacea, non fagocitarla) o dall’acquisto del giornale in qualsiasi esercizio commerciale (svilendo specificità e professionalità degli edicolanti). Lo sciopero infine è condivisibile anche e soprattutto nel merito delle rivendicazioni della categoria: governo e FIEG non possono essere sorde al grido di dolore di un settore che – dalla mancata riforma dell’editoria, all’assenza di un confronto per il rinnovo dell’accordo nazionale sulla vendita dei giornali – è stanco di essere considerato l’anello debole sul quale scaricare gli oneri più pesanti della crisi del comparto. Giacché in gioco c’è la sopravvivenza di migliaia di famiglie, ogni edicolante mi consideri interlocutore utile alla perorazione concreta della causa per quanto di mia competenza, perché le problematiche degli edicolanti possano essere ascoltate a livello regionale e quindi costituire priorità di azione del governo nazionale.
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