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Contro il Covid farmaci efficaci, ma bisogna identificare precocemente i pazienti fragili 

La endemizzazione della pandemia da Covid induce a nuove riflessioni e nuove azioni. Si è parlato di farmaci efficaci per il trattamento virale per limitare gli effetti della pandemia Covid, alla Winter School 2022 di Napoli, dal titolo “Cambia la Sanità. Reinventare Processi, Ruoli e Competenze”, organizzata da Motore Sanità, promossa e divulgata da Mondosanità e Dentro la Salute e realizzata con il contributo incondizionato di Gilead, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, AlmavivA, Daiichi Sankyo, GSK, IBM, Sanofi, Angelini Pharma, Kyowa Kirin, Siemens Healthineers e Teva, nella sessione “Precocità nel trattamento virale per limitare gli effetti della pandemia Covid”.

L’attenzione degli esperti si è focalizzata sulla necessità di identificare tempestivamente i soggetti fragili, considerati a maggior rischio di complicanze, che possono beneficiare di queste nuove opportunità terapeutiche al proprio domicilio. Ne ha parlato Emanuele Nicastri, Direttore UOC Divisione Malattie Infettive ad Alta intensità di Cura e altamente contagiose, IRCCS INMI Spallanzani.

Rispetto alle fasi iniziali della pandemia, in cui ci siamo trovati a inseguire la malattia, sorpresi da alcune peculiarità di questo virus che ancora non comprendevamo appieno, in questa fase abbiamo l’opportunità di intervenire in maniera mirata con farmaci efficaci. Dobbiamo però andare a identificare quei soggetti considerati a maggior rischio di complicanze in cui i benefici del vaccino sono evidenti (i famosi “fragili”) e tutti coloro che non si sono ancora vaccinati (per convinzioni personali o semplicemente per paura). Questi pazienti sono target prioritari per le cure precoci. L’interazione con la medicina del territorio e con tutte le realtà che la compongono ci permette di comunicare con tutti e ci permette di arrivare a coloro che necessitano delle cure precoci ed efficaci (terapie con anticorpi monoclonali e con farmaci antivirali). Queste cure sono le uniche riconosciute come efficaci nella gestione clinica del Covid-19 a domicilio e che il percorso per accedervi consiste nella segnalazione da parte della medicina territoriale all’ospedale di competenza di solito con reparto di malattie infettive che provvederà a selezionare il paziente e individuare il trattamento più idoneo per tutte le situazioni”. 

Il Dottor Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità ha spiegato:

L’uso degli antivirali e degli anticorpi monoclonali per contrastare l’infezione va somministrato il primo possibile, ma ne è ostacolato dalla burocrazia del sistema praticamente in tutte le Regioni. Il destino e l’esperienza delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale non va dissipata, ma integrata nel nuovo progetto di riforma della medicina generale incluso nel DM 71, per esempio utilizzandole per la messa a terra di una efficiente home care di complessità. La capacità di affrontare le future pandemie implica la stesura di piani validi a livello nazionale e ottimizzati nelle varie Regioni, in rapporto alle specifiche realtà. La ripresa di una normale attività negli ospedali e nel territorio comporta azioni di revisione organizzativa per recuperare i pazienti che non hanno potuto accedere alle strutture durante la pandemia Covid, agendo sull’aumento delle liste d’attesa e continuando con le esperienze positive emerse dalle necessità indotte dal Covid. Infine le sfide future implicano la revisione delle mansioni e un aggiornamento della formazione, a partire dalla medicina del territorio. Gli investimenti del PNRR sono importanti ma altrettanto importante è stabilire percorsi, competenze, obblighi e risultati su cui valorizzare le figure coinvolte a partire da una giusta e migliore remunerazione basata su indici e obiettivi raggiunti”.

Le nuove risorse terapeutiche per il trattamento precoce dei pazienti con forme lievi-moderate di infezione da Sars-Cov-2 a rischio di sviluppare forme gravi della patologia, ha determinato la necessità di individuare percorsi efficaci di integrazione fra ospedale e territorio – ha spiegato Simona Mirarchi, Dipartimento tutela della salute e servizi sociale e socio-sanitari Regione Calabria -. Tanto è stato efficacemente attuato per gli anticorpi monoclonali che richiedono un arruolamento del paziente a livello territoriale ed il successivo trattamento in ambiente ospedaliero, mentre l’eccessiva complessità dell’iter di prescrizione, ha determinato criticità nella presa in carico del paziente a livello territoriale, per il trattamento con antivirali orali. Sarebbe pertanto auspicabile che gli organi centrali si impegnassero a rivedere il regime di prescrizione e dispensazione degli antivirali consentendo per esempio la prescrizione anche ai Medici di Medicina Generale considerato che la Real World Evidence generata dall’elaborazione dei dati sugli effetti di tali farmaci dopo l’autorizzazione all’uso in condizioni di emergenza sta confermando il profilo di rischio-efficacia delineato dagli studi registrativi”.

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