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DECRETO SICUREZZA BLOCCA LA FILIERA DELLA CANAPA INDUSTRIALE: QUANDO UNA LEGGE CANCELLA UN INTERO SETTORE PRODUTTIVO, SOSTENIBILE E INNOVATIVO

A nome dei tanti piccoli produttori pugliesi che in questi anni hanno investito importanti risorse economiche per operare in modo legale, nella filiera agroalimentare e agroindustriale della canapa, compresa quella tessile, si evidenzia che gli effetti del Decreto Sicurezza, in questo comparto,  “rade al suolo” un importante settore strategico con pesanti ricadute anche sull’economia locale, con i produttori/lavoratori che da un giorno all’altro non possono più svolgere la propria attività.

Perché di questo si tratta. Si sono trovati improvvisamente senza un’attività, con la merce ancora in magazzino, senza poter smaltire le scorte e in taluni casi già sovraccariati dagli acconti fiscale del 2025, e ora – come se non bastasse – sottoposti pure al rischio di procedimenti penali.

Da una notte alla mattina migliaia di piccole aziende, ovvero piccoli produttori, e decine di migliaia di lavoratori sono stati trasformati dal Governo, da onesti operatori che hanno investito in una cultura della legalità e trasparenza, ad alto valore aggiunto, in una sorta di “criminali”, senza alcuna base scientifica e di realtà ma esclusivamente per un’esaltazione ideologica. 

 È opportuno evidenziare che in Puglia, quello della filiera della canapa è un comparto importante che negli ultimi anni ha visto una crescita significativa: i dati parlano di circa 200 aziende costituite soprattutto da piccoli produttori/lavoratori, con un fatturato annuo di circa duecento milioni di euro e di un numero, tra fissi e stagionali, di circa due mila lavoratori.

Non si può distruggere un intero comparto agricolo e manifatturiero, rappresentato da migliaia di imprese, nella stragrande maggioranza dei casi di piccoli produttori spesso giovani e ben formati, i quali in questi anni hanno investito nella canapa industriale a basso contenuto di Thc, perfettamente legale ai sensi e per gli effetti della legge242/2016. Non è un caso, infatti, che la Commissione Europea abbia avviato un’indagine per stabilire la corrispondenza delle disposizioni del Governo sulla canapa con i trattati e il diritto dell’Unione Europea, con specifico riferimento alla parificazione della cannabis light alla droga.

ALPAA PUGLIA, pertanto, sta avendo una serie di incontri con i piccoli produttori interessati per programmare una serie di iniziative, ma al tempo stesso auspica che tutte le Istituzioni preposte, così come sta avvenendo in molte parti d’Italia, si adoperino per contrastare in tutti i modi tale sconsiderato DL che rappresenta la pietra tombale per l’intera filiera della canapa in Puglia. Una filiera quella della canapa appunto che dimostra, oltretutto, grande versatilità, le cui applicazioni spaziano dalla bioedilizia, all’alimentazione passando per la cosmesi, il florovivaismo, l’industria della carta e quella dei tessuti, fino alla bioplastica e all’erboristeria. 

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