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Ecatombe ciclisti urbani. Cosa non funziona e come potrebbe funzionare

Secondo l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale (ASAPS) i ciclisti deceduti nel 2019 sono di più rispetto al 2018 (253 contro 219: incidenti rilevati da Forze di Polizia e Polizie Locali -1). A gennaio 2021 i morti sono stati 14 mentre nel 2020 erano 10.
L’ASAPS ha deciso di creare un Osservatorio Ciclisti. Bene. Avremo dati più precisi che potrebbero fa riflettere gli amministratori sulle loro carenze in materia.

Col Covid, e gli incentivi statali per l’acquisto, si è più diffusa la bici. Anche perché diversi hanno timore di infezione nei mezzi pubblici, e poi c’è l’onda lunga delle politiche di disincentivazione al mezzo privato.
Ma per andare in bici occorrono anche infrastrutture alla bisogna e non solo sentirsi ospiti indesiderati di strade per autoveicoli. Ci sono Paesi come Olanda, Danimarca e Germania che sono punto di riferimento. In Italia il male minore è solo in Emilia Romagna. Mentre, per esempio, in Toscana si predilige il turismo (la pedalata lungo l’Arno, etc) alla mobilità (2).

Quindi è bene “osservare”, ma come reazione ci dovrebbe essere consapevolezza che la mobilità ciclabile deve essere al primo posto, e non un surrogato e una medaglietta al petto per dire quanto si è bravi.
Forse se lo Stato, oltre che dare benefit per acquistare bici, imponesse delle infrastrutture minime alle amministrazioni locali, potrebbe essere un segnale.

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