4 Lug 2020
GIOVEDÌ 9 LUGLIO NEL CORTILE DI MASSERIA TORRENOVA A NARDÒ, NEL CUORE DEL PARCO NATURALE DI PORTOSELVAGGIO, MINO DE SANTIS PRESENTA SASSIDACQUA
IL SUO QUINTO LAVORO DISCOGRAFICO, PUBBLICATO DALL’ETICHETTA IL CANTIERE CON LA PRODUZIONE ESECUTIVA DELL’ASSOCIAZIONE CIVILIA, OSPITA ANCHE UN DUETTO DEL CANTAUTORE SALENTINO CON GIULIANO SANGIORGI
“Sassidacqua” è il titolo del quinto lavoro discografico di Mino De Santis. Arrangiato, registrato e missato da Marcello Zappatore, pubblicato dall’etichetta Il Cantiere con la produzione esecutiva dell’Associazione Civilia, il cd – in uscita il 9 luglio e distribuito anche in edicola (dal 15 luglio) con quiSalento – propone dieci brani originali del cantautore salentino. Tra gli ospiti Giuliano Sangiorgi che, per gentile concessione della Sugar, duetta con De Santis nel brano “Caddhripulina”, e le cantanti Cristiana Verardo e Marta De Giuseppe. Grande attesa per la presentazione ufficiale, sold outpoche ore dopo l’annuncio sui social, che si terrà giovedì 9 luglio (ore 21) nel cortile di Masseria Torrenova a Nardò, in collaborazione con l’amministrazione comunale, nel cuore del Parco Naturale di Portoselvaggio.
Testimone di usi e tradizioni del meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste e il comico, senza perdere mai l’ironia e la musicalità tipica dei cantautori italiani, Mino De Santis prosegue il suo viaggio dopo il sorprendente esordio con “Scarcagnizzu” (Fondo Verri, 2011) e “Caminante” (Ululati/Lupo Editore, 2012), la conferma di “Muddhriche” (Ululati/Lupo Editore, 2013) e la maturità di “Petipitugna” (Abac Edizioni, 2016). Passano gli anni ma De Santis resta un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora raccontare e lo fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un pittore impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel riferire vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
In questa nuova avventura De Santis (voce e chitarra) è affiancato da Marcello Zappatore (chitarra, basso, tastiere, percussioni e arrangiamenti), Dario Congedo (batteria), Pantaleo Colazzo (fisarmonica), Mauro Semeraro (mandolino) e Massimo Marcer (fiati). Alcuni brani sono impreziositi dalle voci di Giuliano Sangiorgi (“Caddhripulina”), Cristiana Verardo (“Chiove e ieu…” e “Reuma”), Marta De Giuseppe (“Bandista claudicante”, “Reuma” e “Chiove e ieu…”), dallo schiocco di dita di Giuseppe Stamerra (“Bandista claudicante”) e dal vocio e dai bisbigli di Samanta Campa ( “Malanghizzi corne e liti”). I disegni della copertina e del booklet sono a cura dell’illustratore Enzo De Giorgi, già autore del libretto del disco “Il grande freddo” di Claudio Lolli (targa Tenco come miglior album del 2017), che con Sassidacqua prosegue la sua ricerca sul tema “Affiorare, germogliare, rinascere”.
«Le mie canzoni nascono da una necessità: parlano di alberi e di animali, di colori terrosi o liquidi, di arrivi e di partenze, di assenze e di presenze, in sintesi parlano di contrasti così come del resto è la vita, fatta di polarità opposte apparentemente inconciliabili. Apparentemente, appunto…», sottolinea Mino De Santis. «Non mi riusciva di trovare un titolo più appropriato da quello che infine ho scelto. L’ho pensato ed è subito diventato mio. Un ossimoro dove due realtà che si credono in contrasto, durezze di sassi e fluidità di acque si fondono insieme per diventare una cosa sola: “Sassidacqua” scritto tutto attaccato, un solo pensiero quindi a fondere il solido e il liquido, l’amaro e il dolce, il dubbio e le certezza, la regola e l’eccezione che la conferma», racconta. «E lu osci e lu crai e lu sempre e lu mai e lu nienti e lu tuttu e lu bellu e lu bruttu e lu vasciu e lu ertu e lu chiusu e lu pertu e lu intra e lu fore e la capu e lu core e la spina e la rosa suntu tutta na cosa (E l’oggi e il domani e il sempre e il mai e il niente e il tutto e il bello e il brutto e il basso e l’alto e il chiuso e l’aperto e l’interno e l’esterno e la testa e il cuore e la spina e la rosa sono tutti una cosa). Sono opposti che finalmente si abbracciano per diventare un corpo unico completandosi a vicenda per darci un abbozzo, un’idea di ciò che può essere inteso come destinazione da raggiungere, Unità e Infinito», prosegue il cantante salentino. «Chi conosce le mie canzoni sa che in esse risata e malinconia convivono nello stesso spazio e nello stesso tempo. L’urgenza di raccontare mi spinge dove va l’emozione, qualunque essa sia, anche in apparente contrasto. Persino i suoni di queste due parole, sassi ed acqua, sono in opposizione, sferzante il primo, morbido il secondo, ma ben sappiamo che nulla può esistere senza il suo contrario così come sappiamo che solo grazie ai contrasti possiamo avere visione della realtà. Un po’ mare un po’ terra è ciò che siamo noi».