25 Gen 2025
Giubileo della comunicazione, semi di speranza per far germogliare la verità
Presentato in sala stampa vaticana il primo dei grandi eventi organizzati per l’Anno Santo.
Le celebrazioni in onore di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, hanno dato il il via al Giubileo del Mondo della Comunicazione, il primo dei grandi eventi organizzati per l’Anno Santo.
Ieri mattina in Sala Stampa vaticana, alla presenza pro-prefetto della sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per l’Evangelizzazione e di monsignor Rino Fisichella, del prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, e del segretario monsignor Lucio Adrián Ruiz, sono state presentate le varie attività che animeranno i prossimi giorni.
Un breve riepilogo del discorso di Mons. Rino Fisichella:
“Questo Giubileo della Comunicazione è una esperienza umana universale: se si vive una esperienza in prima persona si è anche capaci di raccontarla agli altri nel migliore dei modi. Questo è lo scopo: i comunicatori sono i primi responsabili nel dover partecipare agli altri la positività, la bellezza e la spiritualità. Così saranno capaci, durante tutto un anno, di poterne dare un coerente resoconto”. A parlare è monsignor Fisichella, secondo cui comunicare la speranza rappresenta una grande sfida: “Neppure gli artisti sono stati capaci di dare un volto alla speranza. L’unica rappresentazione che abbiamo di essa è un segno cristiano, l’ancora. Comunicare che nonostante la violenza e la morte, nonostante il male che quotidianamente ci circonda, noi abbiamo certezza di una speranza che non delude, significa che il bene avrà la meglio sempre. Forse abbiamo bisogno di ritornare alle radici della vocazione, della nostra missione, della nostra passione per questo mestiere di giornalisti e comunicatori. Questo evento può essere un momento di rinascita, per i giornalisti ma non solo. È il momento in cui ripensare alcune cose, siamo in tempo per ritrovare la strada della comunicazione. Il Giubileo, dunque, come momento per comunicare la speranza, che non diventi una cosa riservata a ognuno di noi; piuttosto, sia qualcosa che riceviamo per darlo agli altri. Affinché tutto il mondo, come dice il Papa, possa capire questa speranza che viene da Dio. Andare verso gli altri con una verità comunicabile e seminare la speranza”.
di Adriana Greco