23 Set 2022
Gli interventi in sanità generano ricchezza, ma servono nuovi modelli di gestione e di controllo della spesa
“Siamo in una fase della storia oncologica ricca di innovazioni che stanno cambiando le prospettive di cura”, ha detto Alessandro Rambaldi, Direttore di Ematologia ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo, intervenuto alla SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompente”, in corso di svolgimento a Gallio-Vicenza, organizzata da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Abbvie, Gedeon Richter, Sanofi, Takeda, Becton Dickinson, Angelini Pharma, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Chiesi, Daiichi-Sankyo, MSD, Novartis, Kite a Gilead Company, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, Alfasigma, CDI Centro Diagnostico Italiano, Galapagos Pioneering for patients, GSK, Eli Lilly, Lundbeck, Menarini Group, Servier, Siemens Healthineers, Technogenetics, Teva, VitalAire, Vree Health, Ipsen, Servizi Ospedalieri, UCB Pharma e con i mediapartner di Dentro la Salute, Eurocomunicazione, Mondosanità e Sì Salute e Innovazione. L’incontro in questione, dal titolo: “ACCESSO ALL’INNOVAZIONE DI VALORE: DAL RISPARMIO ECONOMICO, AL RISPARMIO BIOLOGICO, AL RISPARMIO ORGANIZZATIVO”, è stato occasione di confronto tra i più importanti esponenti di spicco nell’ambito della sanità italiana.
Così Mauro Bonin, Direttore programmazione e controllo del servizio sanitario regionale di Regione del Veneto: “Dobbiamo riservarci disponibilità finanziarie da mettere sul campo per fare investimenti. Il problema del PNRR: genererà valore e quale valore? La strategia è chiara: tecnologie, competenze professionali e digitali, nuovi processi di cura. I dati ci dicono che il 90% delle strategie fallisce, non solo in sanità ma in generale. La difficoltà è crear concatenazione tra questi eventi. L’obiettivo è rafforzare le prestazioni sul territorio, come già definito dal PNRR. Il problema è il ritorno dell’investimento. Gli interventi in sanità generano ricchezza. Dal 2022 è previsto un incremento della ricchezza, per via degli incrementi nell’edilizia, di nuovi capitali, etc, ma nel 2024 rischiamo il blocco: dobbiamo perciò generare servizi che restino negli anni. Se non riusciamo a incrementare la ricchezza, visto che il debito va restituito, dobbiamo anticipare il definanziamento del servizio sanitario nazionale. È una sfida enorme”.
Ugo Trama, Responsabile Farmaceutica e Protesica della Regione Campania, ha evidenziato un altro annoso problema da risolvere quanto prima: “Da una parte siamo chiamati a programmare una sanità che deve creare un unicum e, dall’altra, abbiamo tetti di spesa dell’utilizzo del farmaco serrati. A distanza di anni siamo bloccati per via dei cosiddetti sylos”.
Su questo tema è intervenuto anche Claudio Pilerci, Direttore della Direzione Programmazione Sanitaria – LEA Regione del Veneto: “Non ragioniamo più per sylos, ma in un altro modo, perché le risorse sono le stesse. Va coinvolto l’ospedale e il territorio. Dal punto di vista degli interventi si sente la mancanza di un percorso unitario, come ad esempio nelle case della comunità. Stiamo ragionando di implementarle con la diagnostica e di rendere disponibili i medici di medicina generale con il supporto a distanza, secondo un percorso condiviso. Spesso si parla di pazienti cronici, che devono essere accompagnati dai familiari, soggetti che beneficerebbero molto di questi nuovi percorsi, riservando gli ospedali ai casi acuti”.
Nell’ottica del monitoraggio dei costi Davide Integlia, Direttore ISHEO e CRES Trials & Academy ha dichiarato: “Dal mio punto di vista l’attività di monitoraggio delle risorse va fatta non solo nel PNRR, ma anche altrove: è questo l’aspetto cruciale per migliorare il nostro SSN. Io credo che la sfida futura sia quella di trovare le risorse di personale, che aiutino gli ospedali e i medici stessi”.
Ha parlato infine dei pazienti Giuseppe Gioffrè, Referente del Gruppo pazienti linfoma AIL-FIL: “Occorre rivedere tutta la questione della privacy, al fine di snellire le procedure. Noi incentiviamo la ricerca, ma le procedure sono troppo farraginose”.