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“I misteri di Santa Croce”, il percorso tra arte, musica e luci che alla scoperta della basilica leccese

Raccontare i simboli e i misteri custoditi in uno dei più complessi e significativi monumenti del Mezzogiorno d’Italia, la basilica barocca di Santa Croce a Lecce. Farlo attraverso la luce, la musica, le parole in un percorso di scoperta e suggestioni.

In scena ogni venerdì e sabato sera alle 21, per il periodo estivo, i “Misteri di Santa Croce” è un percorso immersivo inserito nel progetto LeccEcclesiae che offre un modo nuovo e insolito di contemplare alcuni degli angoli più belli della Basilica leccese, con una particolare attenzione agli altari di Celestino V e San Francesco di Paola, alla tavola della Trinità e alla reliquia della vera Croce.

“Tra le idee nate durante i mesi più difficili a causa della pandemia – dichiara il Presidente di Artwork, Paolo Babbo – vi è quella de ‘I Misteri di Santa Croce’, un’installazione artistica che prevede una fruizione innovativa della Basilica di Santa Croce attraverso un programma di presentazione multisensoriale, con l’utilizzo dell’impianto domotico di illuminazione interna, recentemente riallestito, ampliato e digitalizzato, coniugando architettura, arte, storia, musica e tecnologia. Abbiamo voluto offrire ai visitatori un percorso innovativo di visita e scoperta della chiesa più ammirata della regione, partendo proprio dai simboli custoditi nei numerosi elementi decorativi che la caratterizzano”.

L’installazione artistica, firmata dal regista Alessandro Valenti e curata nei suoni da Stefano Urkuma De Santis, riesce ad amalgamare luce, musica, arte e architettura, risvegliando le emozioni più profonde del visitatore.

Il percorso della Basilica in onore di Celestino V. A luci spente, illuminati dalla fioca luce esterna che lascia intravedere le cappelle, i quadri, i soffitti, la croce, la cupola, i visitatori entreranno nel mondo di Celestino V, che rinunciò ad essere Papa per vivere da eremita. Questa chiesa è legata proprio al suo percorso spirituale; la Congregazione dei Celestini, infatti, nella costruzione della Basilica intitolata alla Santa Croce ha inserito una serie di simboli legati a se stessa e alla figura del pontefice.

La musica e la luce accompagnano i visitatori nella scoperta della lotta che ha combattuto Celestino V nel momento in cui decise di rinunciare al ministero petrino, pur di raggiungere il candore e la purezza della Celeste Gerusalemme.

A partire dal fonte battesimale, situato nella cappella di San Pier Celestino, sono sette gli elementi illuminati e musicati in un percorso di ricerca e scoperta: i gigli stilizzati sulle chiavi di volta del transetto e sui capitelli, la scena della liberazione dai demoni di un’ossessa nell’altare di San Francesco di Paola, capolavoro del Barocco scolpito da Francesco Antonio Zimbalo, dove nell’intercolunnio sono scolpiti dodici episodi della vita del santo. E poi la tela di San Francesco di Paola, dipinta da Alessandro Calabrese, la figura di Melchisedek, protettore di Abramo, predecessore di Davide, anticipatore del Cristo, oltre che re e sacerdote di Salem che appare scolpita su un capitello del transetto, la tavola della Trinità, capolavoro di Gianserio Strafella da Copertino, realizzato nella prima metà del Cinquecento e infine la reliquia della Croce, nella seicentesca Cappella delle Reliquie realizzata dallo scultore Cesare Penna.

“La basilica di Santa Croce, indubbiamente, già nella mente e nelle mani di chi l’ha progettata e realizzata – dichiara l’Arcivescovo di Lecce, Mons. Michele Seccia – rappresenta un sublime inno alla bellezza nella sua massima espressione: quella che solo la fede ci permette di gustare nell’intimo. Un anno fa di questi tempi, appena usciti dal primo lungo lockdown, potemmo ammirarla – forse per la prima volta in assoluto – in tutta la maestosità del suo splendore, grazie al nuovo impianto di illuminazione artistica nato dal genio di Mario Torchio, un mago della luce che di recente ci ha regalato anche un altro capolavoro nella nostra cattedrale. Ora, ciò che un anno fa fece sgranare gli occhi a pochi intimi, grazie alla nuova iniziativa di ArtWork, può diventare patrimonio di tutti coloro che vogliono scoprire la basilica fin dentro tutti i suoi ‘misteri’ che la nuova luce ha svelato: occasione per contemplare traendone ispirazione per la vita”.

Servizio di Adriana Greco 

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