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I ricercatori lanciano l’allarme: le persone tatuate sono più spesso vittime di tumori linfatici. Lo sostiene uno studio svedese

La pratica del tatuaggio è in aumento: a seconda della fascia d’età, in Europa la percentuale di persone tatuate oscilla tra uno su cinque e uno su tre. Ma l’iniezione di inchiostro sotto la pelle è davvero sicura? Secondo uno studio svedese forse no. I ricercatori dell’Università di Lund in Svezia si sono chiesti cosa potrebbe spiegare l’aumento del numero di linfomi maligni, un cancro del sistema linfatico, osservato negli ultimi anni. Hanno esaminato una pratica sempre più diffusa tra la popolazione, ma i cui effetti a lungo termine sulla salute alla fine rimangono poco compresi: il tatuaggio. Fino a trovare un possibile collegamento tra i due. “Abbiamo identificato le persone con diagnosi di linfoma attraverso i registri della popolazione”, ha affermato Christel Nielsen, professore associato di epidemiologia presso l’Università di Lund e autore principale dello studio. “Questi individui sono stati poi abbinati a un gruppo di controllo dello stesso sesso ed età, ma senza linfoma. I partecipanti allo studio hanno completato un questionario sui fattori dello stile di vita per determinare se erano tatuati o meno. Lo studio ha coinvolto 11.905 svedesi, di cui 2.938 avevano sviluppato un linfoma di età compresa tra 20 e 60 anni, spiega New Atlas. Tra questi partecipanti, il 54% ha risposto al questionario sui tatuaggi; Il 47% dei controlli (quelli senza linfoma) hanno fatto lo stesso. La prevalenza del tatuaggio era del 21% tra le persone affette, rispetto al 18% tra i controlli. Un risultato sorprendente: «Dopo aver preso in considerazione altri fattori rilevanti, come il fumo e l’età, abbiamo scoperto che il rischio di sviluppare un linfoma era del 21% più alto nelle persone con tatuaggi», continua Nielsen. D’altra parte, la dimensione o il numero dei tatuaggi non sembrano avere un impatto su questi risultati. I ricercatori hanno sviluppato l’ipotesi che tracce di inchiostro, caricato con particelle metalliche provenienti dall’ago stesso del tatuaggio, potessero circolare nel sistema linfatico. Fino a quando non raggiunge i linfonodi stessi e scatena una reazione infiammatoria o addirittura il cancro. Niente panico, però, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”: si tratta di uno studio che trova una correlazione tra l’essere tatuati e lo sviluppo di un linfoma. Per certificare che esista effettivamente un nesso di causa ed effetto tra i due e non un’altra spiegazione nascosta, saranno necessari ulteriori studi. Per determinare, ad esempio, se è possibile rintracciare un legame tra il tatuaggio e altri tumori o malattie infiammatorie. Intanto il team svedese invita alla cautela, senza condannare la pratica del tatuaggio. Al contrario: “Le persone probabilmente vorranno continuare a esprimere la propria identità attraverso i tatuaggi, quindi è molto importante che noi, come società, possiamo garantire che sia sicuro”, conclude l’epidemiologo.

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