19 Lug 2021
Il Collegio Geometri e la Società di Storia Patria di Lecce presentano il volume “L’Eco di Bisanzio Galatina e la Grecìa Salentina” di Piero Pascali (disegnatore) e Daniele Capone
Galatina, lunedì 26 luglio, ore 20
Luigi Ratano: “Con questo quarto volume, che ci porta nel cuore del Salento, siamo giunti a metà del nostro viaggio che narra attraverso il disegno lo straordinario tesoro paesaggistico-architettonico.”
Con “L’Eco di Bisanzio. Galatina e la Grecìa Salentina”, il progetto editoriale “Salento a inchiostro di china” promosso dal Collegio Geometri di Lecce si arricchisce di un nuovo volume, il quarto della collana, che stavolta porta i lettori direttamente “Stin kardìa tu Salentu”, nel cuore del Salento. Attraverso i disegni e lo sguardo en plein air di Piero Pascali (pittore e grafico), il commento di Daniele Capone (narratore e saggista) e i contributi di numerosi studiosi del territorio, si va alla scoperta dell’ineguagliabile patrimonio architettonico, paesaggistico, culturale e linguistico, che caratterizza quest’area del territorio salentino.
L’originale viaggio in punta di matita parte da Galatina e prosegue verso la Soleto degli Orsini, per poi fare tappa a Zollino, Sternatìa, Martignano, Martano e “sconfinare” a est in un paese di grecità estinta: Carpignano. Quindi si ritorna nell’isola grika, tra pozzelle e abitazioni a corte, per visitare Castrignano, Melpignano e Corigliano. Infine si scende a sud, verso Cutrofiano, per poi risalire a Sogliano (entrambi centri di grecità estinta), alle porte di Galatina.
“Con Piero Pascali abbiamo visitato la Grecìa nelle splendide mattinate della seconda metà di ottobre dello scorso anno, negli intervalli lasciati liberi dalle limitazioni imposte dall’emergenza Covid”, racconta Daniele Capone nell’introduzione del volume. “I paesi erano silenziosi, – aggiunge – con pochissimo traffico (solo Galatina, com’è naturale, ci è parsa un po’ più animata). Il cielo terso, la luce sulle antiche pietre di Santo Stefano, sulla Guglia, su Santa Caterina e su tanti altri monumenti che Piero ha disegnato, mi ha fatto capire perché gli Orsini del Balzo abbiano amato così tanto questi luoghi”
Oltre un centinaio di bozzetti compongono il corposo volume, che fa parte della Collana “Cultura e Storia” della Società di Storia Patria di Lecce diretta da Mario Spedicato. segue la pubblicazione di “Come bianchi di farina. Luoghi e borghi della Terra di Castro” (2018), “Là dove Idrusa sorrise. Otranto e il suo entroterra” (2019) e “Venivano all’estremo mare. Luoghi e borghi del Capo di Leuca” (2020).
“L’Eco di Bisanzio” sarà presentato lunedì 26 luglio, alle ore 20, nel xx di Galatina. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Galatina e dell’Università del Salento. Insieme agli autori, interverranno il presidente del Collegio Geometri di Lecce, Luigi Ratano, xxx.
Introduce e coordina l’incontro Mario Spedicato, docente UniSalento e presidente della Società di Storia Patria di Lecce.
«Con L’Eco di Bisanzio siamo giunti alla metà esatta del nostro viaggio e dell’impegno, da parte del Collegio Geometri, a sostenere la pubblicazione degli otto volumi del progetto ‘Salento a inchiostro di china, sicuramente innovativo e originale, nonché importante per la sua esplicita finalità di divulgare attraverso il disegno le straordinarie bellezze del nostro territorio, le sue specificità poco conosciute, la sua storia e cultura», sottolinea il presidente dei geometri salentini Luigi Ratano.
«Siamo certi che nei molti lettori (e, speriamo, nei molti giovani) che sfoglieranno questo volume possa sempre più radicarsi il desiderio di salvaguardare le bellezze architettoniche e ambientali che il Salento custodisce», rimarca nella premessa del libro Eugenio Rizzo, presidente emerito e coordinatore del comitato tecnico-scientifico del Collegio Geometri.
«Venivano al nostro fresco mare, a Leuca/fedeli avventure, ecco sui dorsi dell’onda/c’erano secoli alla deriva…», recita Vittorio Fiore nella sua bellissima lirica “Salento estremo”. «Il titolo del nostro volume – spiega nell’introduzione del libro Daniele Capone – è la contaminazione dell’incipit di questa lirica. Venivano. E vengono sempre più numerosi, turisti da ogni parte d’Italia e d’Europa, a bagnarsi nelle acque dell’estremo mare e a visitare luoghi dove il tempo sembra essersi fermato e la civiltà contadina, pur nell’invasione di Suv e lo spuntare di ville, pare non essere mai completamente finita. E venivano, in epoche più lontane, pellegrini bianchi di polvere che terminavano il loro viaggio, lungo, faticoso, e a volte rischioso, nel Santuario di Finibus Terrae (…). Ho imparato più tardi – prosegue – che un viaggio a Leuca, un viaggio nelle terre del Capo è un affascinante viaggio nella storia, capace di riservare sorprese anche al più smaliziato dei turisti, al più disincantato dei viaggiatori».