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La guerra in Ucraina alimenta i superbatteri resistenti

L’allarme dei medici e dell’OMS: “Una delle maggiori minacce alla salute pubblica globale. Ci sono la metà dei malati, il mondo intero è a rischio!’. Lo Sportello dei Diritti: “Nell’intreccio delle crisi che stiamo vivendo si parla troppo poco della minaccia rappresentata dalla sempre più estesa resistenza agli antibiotici”

In Ucraina ci si mettono anche i superbatteri a minacciare le possibilità di curare i tanti militari e civili feriti dall’inizio dell’invasione russa, come se non bastassero i bombardamenti sugli ospedali, l’arrivo dell’inverno su paesi e città privati di riscaldamento e di corrente elettrica, in molti luoghi anche la fame. Nelle ultime settimane gli ospedali e le strutture sanitarie di tutta l’Ucraina hanno registrato un drastico aumento delle infezioni dovute alla resistenza agli antibiotici, spingendo l’Organizzazione mondiale della sanità e i Centri statunitensi per il controllo delle malattie (CDC) ad avvertire Kiev che l’epidemia è potenzialmente una minaccia globale. “Si tratta di una crisi che richiede un’azione immediata, anche durante la durata del conflitto, perché esperienze simili in altre zone di guerra ci hanno insegnato che rispondere troppo tardi a una minaccia di questo tipo può avere conseguenze a lungo termine estremamente negative non solo per le popolazioni locali. civili, ma anche per il mondo intero”, si legge nella lettera aperta delle rispettive istituzioni. Cos’è tutto questo? Funzionari ucraini dell’Istituto di sanità pubblica hanno condotto ricerche in tre ospedali regionali: Trnopolje, Khmelnytskyi e Vinica, Ucraina. Dei 353 pazienti esaminati, in 50, ovvero nel 14%, gli esaminatori hanno scoperto infezioni contratte durante la loro permanenza in istituti sanitari. Dei pazienti infetti, ben il 60% aveva un agente patogeno resistente a un’ampia gamma di farmaci. Per fare un confronto, prima della guerra la tendenza era di circa il 6%. L’individuazione preliminare del problema ha individuato una serie di omissioni, dall’igiene delle mani degli operatori sanitari che curano le ferite riportate sul campo di battaglia, alle “molteplici sfide” nell’attrezzatura dei laboratori e delle sale operatorie. Inoltre, la valutazione della biosicurezza è a un “livello non ottimale”. Un rapporto speciale del CDC statunitense di agosto, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”  afferma che in un solo paziente ucraino sono stati trovati fino a sei diversi batteri resistenti ai farmaci. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che considera tali infezioni una delle maggiori minacce alla salute pubblica globale. Secondo i dati del 2019, infatti, più di un milione di persone in tutto il mondo sono morte a causa di ciò.

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