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Le Fondazioni antiusura del sud unite in un appello alle Istituzioni: fate presto, perchè la variante che temiamo sono le mafie

Siamo Fondazioni e Associazioni da anni impegnate in un quotidiano lavoro di contrasto
all’usura ma soprattutto di prevenzione per evitare che chiunque è impossibilitato ad accedere al
credito ordinario si rivolga poi alle persone sbagliate.
Negli ultimi cinque anni abbiamo realizzato circa 650 interventi di aiuto per un ammontare
complessivo di quasi 8,5 milioni di euro. Famiglie nel 58% dei casi, ma anche piccoli
imprenditori, lavoratori autonomi e commercianti. Gente che non riusciva più a sostenere il costo
della vita (nel 43% dei casi), costretta ad affrontare spese sanitarie troppo elevate (15%) o che
all’improvviso si è trovata senza un lavoro (27%) o anche drammaticamente ostaggio della
dipendenza da gioco (9%).
Svolgiamo il nostro lavoro prevalentemente in Calabria, Basilicata, Campania e Puglia, e cioè
in quelle regioni del sud Italia indicate oggi da tutti gli istituti di analisi e dagli esperti come i
territori più a rischio ma anche quelli maggiormente strangolati da una piovra come l’usura che da
queste parti è sempre più un affare di mafia.
Ed infatti dal 2016 ad oggi nel 17% dei casi ci siamo trovati ad affrontare storie di usura,
una volta su dieci siamo riusciti ad accompagnare le vittime alla denuncia (10,23%), e non solo
operatori economici e imprenditori ma soprattutto tante famiglie (84% delle vittime) ormai allo
stremo dopo tanti anni di vessazioni. Ma senza mai lasciarli soli: in sette Tribunali, infatti, ci siamo
costituiti parte civile in dodici grandi processi nei quali alla sbarra c’erano clan mafiosi poi tutti
condannati.
Non rappresentiamo tutte le realtà associative del movimento antiusura ma di certo
rappresentiamo il dolore e la fatica di quelle tante persone che soprattutto in questo difficile periodo
di pandemia stanno raschiando il fondo del barile per evitare quell’abbraccio mortale, e tanti altri
che invece a quella piovra si sono dovuti necessariamente rivolgere.
Nel 2020, l’anno della pandemia, siamo intervenuti economicamente in 140 situazioni per una
prestazione di garanzia complessiva di circa €. 1.800.000,00 e ancora una volta sia in aiuto a
famiglie, che in soccorso a commercianti e operatori economici. Almeno cinquanta sono state
invece le persone che ci hanno confidato di essere in mano agli strozzini, e nella metà dei casi ci
hanno chiesto di essere accompagnate alla denuncia.
Il nostro dunque è un grido di dolore.
Non entriamo volutamente nel dettaglio di richieste specifiche che pure potremmo fare in
quantità considerevole, non ci soffermiamo in quelle tante proposte operative di cui spesso
discutiamo nelle nostre riunioni per migliorare le leggi vigenti o anche per immaginare nuovi
strumenti contro l’usura; anche in questo caso avremmo tante sollecitazioni da avanzare.
No. Abbiamo deciso solo e semplicemente di lanciare un grido di dolore e di allarme: fate presto,
ma soprattutto fate.
Lo diciamo ai responsabili della cosa pubblica e a quanti hanno il potere di manovrare
l’economia, quella piccola e quella grande.
Lo diciamo con il rispetto che si deve a chi rappresenta le Istituzioni ma anche con la
franchezza e la forza di chi sente forte la responsabilità di parlare perché si porta negli occhi troppe
storie di fatica quotidiana dei tanti senza voce che ormai allo stremo per la perdurante crisi
economica e sociale o si rassegnano o si gettano fra le braccia sbagliate o tramutano quel dolore in
rabbia.
Fate presto. Si metta subito e realmente in circolazione l’economia a sostegno promessa a
tanti operatori economici in difficoltà, perché ormai da tempo si sono esaurite le loro ultime risorse
e gli avvoltoi si aggirano sempre più intorno alle carcasse. Fate presto. Perché la rabbia monta
dinanzi ad una liquidità ormai inesistente e ad una pressione fiscale, soprattutto da parte dagli enti
locali, che è tornata a togliere il fiato.
Ed infine chiediamo alla politica di tornare ad esercitare il proprio primato e anche il proprio ruolo
istituzionale di vigilanza nei confronti di quelle Banche che paradossalmente proprio in questo
tempo di emergenza stanno rescindendo le Convenzioni con le Fondazioni, sancite tra l’altro dalla
legge, ritenendo sempre più rischiosi i loro interventi, e delle tante Banche che ci risultano essere
sempre più latitanti dagli impegni assunti negli anni in cui sottoscrivevano Protocolli di intesa con
le Istituzioni e le Associazioni pensando che la lotta all’usura potesse esaurirsi semplicemente con
dell’inchiostro su un foglio.
Fate presto, dunque, ma soprattutto fate, perché nei nostri territori la variante del covid
esisteva già prima della pandemia e si chiama mafia, e della sua letalità l’economia del sud ne
conosce le conseguenze da tempo immemorabile.
Fondazione nazionale antiusura Interesse Uomo – Potenza
Fondazione antiusura Paulus – Pozzuoli (NA)
Fondazione antiusura Nashak – Teggiano (SA)
Fondazione antiusura S.Matteo apostolo – Cassano allo Jonio (CS)
Fondazione antiusura De Grisantis – Ugento (LE)
Fondazione antiusura Exodus 94 – Castellammare di Stabia (NA)
Associazione antiusura don Puglisi – Portici (NA)

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