26 Ago 2022
Le fotografie di Giuseppe Palumbo alla Notte della Taranta 2022
Le immagini provenienti dall’Archivio del Museo Castromediano di Lecce al concertone di Melpignano del 27 agosto
“Sulle piazze del Salento bisognerebbe innalzare un monumento a Giuseppe Palumbo, così come ce lo tramanda una sua fotografia, così elegante in giacca doppio petto a tre bottoni, la cravatta e il Borsellino, le mani appoggiate sul manubrio di una leggendaria bicicletta fin de siècle. È tutto solo in una campagna dirupata, le erbacce sono alte tra le rocce, lui ha lo sguardo indagatore fisso verso l’orizzonte. Chi era costui per meritarsi un monumento?”, ha scritto la regista Cecilia Mangini a proposito del fotoreporter salentino Giuseppe Palumbo, che tra il 1907 e il 1959 ha scandagliato il Salento fotografando luoghi, riti, culture, storie, per poi destinare il suo Archivio al Museo Castromediano di Lecce.
Il 27 agosto, nell’ambito del concertone finale de La Notte della Taranta, una selezione di immagini di Palumbo dal nostro archivio accompagnerà il concertone finale. Con questa ulteriore collaborazione con la Fondazione Notte della Taranta, il Polo biblio-museale di Lecce conferma il pensiero che è alla base del suo percorso sin dall’avvio della nuova vita del Castromediano, ovvero “L’antico è contemporaneo”. Le immagini di Palumbo saranno infatti proiettate sul maxi schermo nel corso delle performance musicali e di danza.
Il Salento megalitico, le tradizioni popolari, gli antichi mestieri. E ancora: l’artigianato e l’arte locali, i piccoli centri storici, i monumenti, le marine: nell’Archivio fotografico Palumbo del Castromediano c’è un affresco intenso e pregnante di un intero territorio.
Per Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce, “Questa collaborazione con la Notte della Taranta conferma che la sinergia tra le istituzioni e la progettualità che ne scaturisce non può che orientarsi verso un dialogo fecondo di tutte le arti. La contemporaneità esige un recupero consapevole del passato, in un unico flusso che unisce antico e contemporaneo”.