Quale liturgia per il futuro? Quale futuro per la liturgia? Domande che dopo la pandemia da Covid-19 sono forti: la partecipazione è calata e molte comunità cercano vie per una liturgia viva. Del resto, la fede è fatta per essere vissuta assieme, in comunità che celebrano il Risorto e che nella sua luce sanno trasfigurare anche il quotidiano. Come valorizzare allora la ricchezza che viene dalla tradizione liturgica? Come farlo in un tempo profondamente mutato? Queste le domande che animano il fascicolo 255 di «Credere Oggi» (3/2023), dedicato proprio alla Liturgia del futuro e coordinato da Andrea Grillo. In esso troviamo alcuni riferimenti forti, a partire dal salto di qualità del Vaticano II che ha sottolineato il ruolo attivo della comunità nella celebrazione, già intravisto dal movimento liturgico. Spunti importanti vengono pure dalla ricerca in atto nel mondo evangelico, così come dal ripensamento dell’uso celebrativo delle diverse lingue: le molte espressioni celebrano l’unità del mistero, in una comunione plurale. Da tale sfondo emerge pure la forza di alcune risorse, a partire dal simbolo, che dà da pensare, mobilita, raduna. Esso, però, appare alle volte anche distante, quando mutano gli orizzonti culturali. Centrale, quindi, la capacità di celebrare: nella liturgia i simboli vanno ritrovati, vissuti in un’azione che ha una sua forma, intessuta di comunicazione, di parole e di gesti. Il percorso coinvolge parecchi protagonisti del rinnovamento liturgico in Italia: Franco Garelli, Elena Massimi, Andrea Grillo, Loris Della Pietra, Maria Cristina Bartolomei, Cyprian Krause, Ubaldo Cortoni, Donata Horak, Ermanno Genre. Un prezioso supporto viene pure dall’Invito alla lettura di Elena Massimi, che offre strumenti ulteriori per esplorare il tema, e dalla Documentazione, curata da Marco Gallo. A completare il numero, infine, la rubrica In libreria. |