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Maltrattamenti, condanna per i maltrattamenti alla moglie in presenza del figlio neonato.

L’età del minore non conta perché il bambino ha la percezione dell’accadimento

A poche ore dalla giornata mondiale in favore del genere femminile, la Suprema corte deposita il 23/11/2023 la sentenza durissima 47121/23 avverso la sentenza dell’11/01/2023 della Corte di appello di Bologna, con la quale condanna un uomo che picchiava e vessava la moglie di fronte al bimbo appena nato. La Cassazione boccia fermamente la violenza contro le donne. Può infatti essere condannato chi maltratta la moglie di fronte al figlio, anche se neonato. Inutili le giustificazioni con le quali la difesa ha tentato in tutti i modi di smontare l’impianto accusatorio. Ad avviso del Collegio di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Con la riforma introdotta dalla legge 69 del 2019, l’ipotesi dei maltrattamenti assistiti è stata calata nell’articolo 572 del codice penale, introducendo un ultimo comma, a mente del quale «il minore di anni diciotto che assiste ai maltrattamenti di cui al presente articolo si considera persona offesa del reato», ed innestando, anzi, nel corpo della fattispecie, un’ipotesi aggravata che dispone un consistente aumento di pena «se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore». In altre parole, sussiste violenza assistita a prescindere dall’età del minorenne, purché il numero, la qualità e la ricorrenza degli episodi cui questi assiste siano tali da lasciare inferire il rischio della compromissione del suo normale sviluppo psico-fisico”.

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