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Medico rallentato da una vigilessa del Comando di Polizia Municipale di Lecce: arriva il comunicato del Presidente dell’Ordine dei Medici salentino. Si riconosca lo status di pubblici ufficiali

Dopo l’increscioso episodio che nei giorni scorsi ha coinvolto un anestesista leccese rallentato ad un controllo da una vigilessa appartenente al Comando di Polizia Municipale di Lecce, mentre si stava recando presso la clinica per un’intervento urgente e rimbalzato sulle pagine di cronaca degli scorsi giorni dopo il tam tam sui social scatenato da un garbato sfogo dello stesso medico, arriva il comunicato stampa del Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Lecce, dottor Donato De Giorgi, che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile rilanciare per l’importante appello contenuto. Condividiamo, infatti, l’invito rivolto al governo per il riconoscimento dello status di pubblici ufficiali ai medici nello svolgimento del loro indispensabile servizio pubblico di paladini della salute dei cittadini, rivelatosi ulteriormente in tutta la sua insostituibilità in questa delicatissima fase storica. Di seguito il comunicato: ” L’OMCeO di Lecce ringrazia il Sindaco C. Salvemini e l’Amministrazione Comunale di Lecce per la solidarietà espressa al nostro Collega nella vicenda in cui una vigilessa ha ostacolato il sollecito transito del Medico in una situazione di estrema urgenza. Non abbiamo certamente bisogno della retorica dell’eroismo, ma riteniamo che sia utile chiarire a tutti il ruolo decisivo della nostra professione, tra le tantissime difficoltà determinate dall’attuale emergenza. Le forze dell’ordine nazionali e locali sono impegnate, al pari degli operatori sanitari e in sintonia con essi, a garantire e presidiare la sicurezza e la salute dei cittadini. Ironizzare, dubitare, ostacolare da parte di una rappresentate dei primi l’attività svolta da un Medico urgentemente chiamato, non solo tenta (inutilmente) di alimentare conflittualità e delegittimazione, ma soprattutto esprime scarsa sensibilità (e forse conoscenza) del fatto che i Medici sono costantemente e “normalmente” impegnati nella loro professione per 24 ore al giorno, per tutti i giorni dell’anno (feste comprese), rinunciando spesso a interessi e necessità personali, trascurando amici e affetti; scarsa conoscenza che l’opera del Medico può concretamente determinare – come nel caso in questione – l’evoluzione favorevole di una situazione clinica acuta e compromessa, minuti nei quali si decide la vita o la morte di un essere umano o la qualità della sua esistenza futura; tale comportamento oggettivamente rinnega in maniera inammissibile la memoria e il sacrificio di oltre 120 Medici che in questi giorni, con la loro morte, hanno testimoniato una professione di solidarietà.È questa l’ennesima occasione perché la politica e il decisore legislativo accolga la nostra richiesta di vederci riconosciuto lo stato giuridico di Pubblici Ufficiali, preposti alla salvaguardia del bene più prezioso, la salute.”

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