11 Ago 2022
Migranti, nuova tragedia nel Mar Egeo: morti annegati decine di rifugiati
La guardia costiera è riuscita a salvare ventinove dei circa cinquanta passeggeri che si trovavano a bordo
Un’imbarcazione salpata da Antalaya in direzione dell’Italia è affondata tra le isole greche e la costa turca nel Mar Egeo. «Finora sono state tratte in salvo 29 persone, afghani, iracheni e iraniani, e le ricerche continuano perché, secondo le loro dichiarazioni, sulla barca c’erano tra le 20 e le 50 persone», ha dichiarato un funzionario dell’ufficio stampa della Guardia Costiera greca. Le ricerche sono ostacolate dai forti venti, ha dichiarato Nikos Kokalas, portavoce della guardia costiera greca. Ha inoltre riferito che «molti dei naufraghi non indossavano giubbotti di salvataggio». Ancora poveri migranti vittime dell’ennesima tragedia del mare, dichiara Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, colpevoli solo di aver tentato l’ennesimo viaggio della speranza alla ricerca di un futuro migliore. Le tratte illegali di migranti continuano a togliere vite nel Mediterraneo. Come quella di oggi dove la pericolosa traversata di poche miglia nautiche tra le isole greche e la costa turca nel Mar Egeo, situato nel Mediterraneo orientale, è costata la vita a molti migranti e rifugiati che cercano di raggiungere l’Europa a bordo d’imbarcazioni di fortuna per fuggire da guerre e miseria. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), dal gennaio 2022 sono morte 64 persone nel Mediterraneo orientale e 111 nel 2021. L’ultimo naufragio nel Mar Egeo è avvenuto il 19 giugno, quando otto persone sono morte al largo dell’isola di Mykonos e 108 sono state salvate dalla guardia costiera greca. Secondo le autorità greche, quest’anno è aumentato il numero di arrivi di migranti e rifugiati in Grecia, soprattutto dalla Turchia. Atene accusa Ankara di aver chiuso un occhio sulle pratiche dei trafficanti e di aver permesso ai migranti di arrivare in Grecia in violazione di un accordo di marzo 2016, che prevedeva uno sforzo da parte della Turchia per limitare l’immigrazione dal suo territorio in cambio di aiuti finanziari europei. La Turchia nega queste accuse.