27 Set 2022
NARDO’: IL MUSEO DELLA PREISTORIA “BEST PRACTICE” DI GESTIONE DEL PATRIMONIO
La direttrice Filomena Ranaldo nel comitato scientifico di un importante evento culturale
La direttrice del Museo della Preistoria di Nardò Filomena Ranaldo porta la sua esperienza sullo straordinario patrimonio culturale neretino nel comitato scientifico di un importante evento culturale pugliese. Bari, infatti, nei giorni 28, 29 e 30 settembre ospita il congresso sul tema Il patrimonio culturale pugliese. Ricerche, applicazioni e best practises (dettagli al link https://www.congressoculturalheritagepugliamia.it/), che ha l’obiettivo di connettere università, centri di ricerca e istituzioni per incentivare la circolazione di idee e progetti e per promuovere un confronto diretto tra gli specialisti delle varie discipline volte allo studio, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale della Puglia. Un evento organizzato da Puglia Mia – Ricerca, tutela e valorizzazione dei beni culturali, in collaborazione con la Fondazione Pasquale Battista e con il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” (presso la cui sede si svolgerà il congresso).
A co-presiedere la sessione sul tema Beni museali, archivistici, librari e loro contenitori, insieme a Fabio Galeandro (Direzione Regionale Musei Puglia, Mic) e Anita Rocco (Direzione Regionale Musei Puglia, Mic), ci sarà appunto Filomena Ranaldo. La sessione si focalizza sulle strategie di conservazione, studio, valorizzazione e fruizione delle collezioni e delle strutture museali, anche all’aperto (parchi archeologici), archivistiche e librarie presenti in Puglia e sui progetti volti a connettere e partecipare patrimonio ed esperienze, a partire dal ruolo che tali beni svolgono nelle comunità civiche, scolastiche ed educative. L’obiettivo è un confronto attraverso la condivisione di progetti, studi e ricerche di museologia, museografia, archivistica, di mostre ed esposizioni temporanee, incluse le collezioni scientifiche (musei botanici, zoologici, mineralogici), strategie di conservazione dei beni connesse al monitoraggio ambientale e a studi microclimatici, strategie di valorizzazione del patrimonio culturale anche in stretta connessione con la valenza paesaggistica che caratterizza la regione. Nell’ambito di questa sessione domani, mercoledì 28 settembre, alle ore 16:30 (aula 4) è in programma la conferenza sul tema Il Museo della Preistoria di Nardò quale attivatore di sviluppo territoriale (a cura dei relatori di Dario Massafra e Silvia Strafella).
Nell’ambito di un’altra sessione (Modelli di gestione e tecniche di valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale), invece, giovedì 29 settembre, alle ore 10:15 (aula 4) è in programma la conferenza sul tema Strategie di gestione per il patrimonio: il Distretto della Preistoria di Nardò (a cura di Dario Massafra, Silvia Strafella, Filomena Ranaldo, Alessandro Giuri, Nicola D’Alessandro e Mino Natalizio). La stessa conferenza è in programma anche nella giornata di venerdì 30 settembre (aula 4, ore 9:45).
Dal 2017 Filomena Ranaldo dirige il Museo della Preistoria di Nardò, che di fatto funziona come nodo strutturale del complesso di relazioni che intercorrono tra il Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Palude del Capitano, i diversi contesti delle aree limitrofe e il patrimonio geo-paleontologico e archeologico del territorio, con il compito di elaborare una visione strategica di sostenibilità virtuosa (ambientale, sociale ed economica) di tale patrimonio. La chiave di volta è la riconnessione tra programmi di ricerca e valorizzazione, intesi, anzitutto, come complesso di pratiche partecipative, che riconoscono il patrimonio stesso come bene primario della comunità. Ecco perché l’esperienza del Museo della Preistoria è significativa in una occasione di confronto come questo congresso, che tra gli altri focalizza un aspetto cruciale: la Puglia attraversa una fase di riorganizzazione finalizzata a strutturare un sistema improntato su un approccio inclusivo e di conseguenza la creazione di reti e sistemi museali rende gli attori di questo processo sempre più connessi e in modo sempre più trasversale.