21 Giu 2022
NAUNA FESTIVAL, GIOVEDÌ IL PRIMO APPUNTAMENTO
DISCOVERY PORTOSELVAGGIO-LUCI NATURALI, SUONI ACUSTICI, PUREZZA. PORTOSELVAGGIO OSPITA IL NAUNA FESTIVAL
Giovedì 23 giugno il primo dei quattro appuntamenti con la rassegna di musica e narrazioni
Parte giovedì 23 giugno il Nauna Festival – Un palcoscenico a cielo aperto, uno degli eventi più attesi di Discovery Portoselvaggio, il programma di iniziative e servizi di valorizzazione ambientale e culturale nell’area del parco che l’amministrazione comunale ha messo a punto per la stagione estiva. Il festival, con la direzione artistica di Dario Muci ed Enza Pagliara e il sostegno dell’assessorato al Parco e dell’assessorato alla Cultura del Comune di Nardò, presenta quattro eventi nel Parco Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano: incontri, spettacoli, concerti e passeggiate per tornare a ritrovarsi dal vivo, per lo più all’aria aperta, nella pineta, sui prati, tra le torri e il mare di Nardò, all’ora del tramonto.
Gli eventi si svolgeranno in maniera acustica, immersi nella natura, in un ambiente puro, senza alcuna fonte artificiale di luce e di suono, dove la musica si arricchisce esclusivamente delle sonorità della natura, dove l’esperienza dell’ascolto coinvolge lo spettatore in modo immersivo e lo riconnette al paesaggio. Ciascuno evento prevede un raduno dei partecipanti un’ora prima dell’inizio dello spettacolo per una camminata a cura del Museo della Preistoria di Nardò. La direttrice, Filomena Ranaldo, illustrerà gli aspetti naturalistici, archeologici e culturali, nonché lo studio di uno dei passaggi più importanti della preistoria europea, quello della transizione da Homo neanderthalensis a Homo sapiens. La partecipazione è gratuita. Sono consigliati scarpe comode, bottiglietta d’acqua, spray antizanzara e cuscino o asciugamani per sedersi.
Il programma. Giovedì 23 giugno alla Masseria Torre Nova è in programma La Mar di Cantiga de la Serena, con Fabrizio Piepoli (voce, chitarra battente, santur, daff), Giorgia Santoro (flauto, flauto basso, bansuri, tin whistle, arpa celtica, cimbali) e Adolfo La Volpe (oud, chitarra classica, chitarra portoghese, bouzouki irlandese). Il raduno è programmato alle ore 17:30, l’inizio del percorso alle 17:45, il concerto alle 19. La Cantiga de la Serena è un ensemble di musicisti e ricercatori del sud Italia che da anni si dedica al recupero e alla rielaborazione della musica antica e tradizionale del bacino del Mediterraneo, promuovendo il dialogo culturale tra Occidente e Oriente. La Mar è una raccolta di canti appartenenti a diverse tradizioni musicali che hanno come motivo conduttore il mare, “la mar” in ladino. Questo terzo lavoro discografico forma insieme ai precedenti una “trilogia del mare” e delinea un viaggio immaginario lungo il quale antiche cantighe sefardite (espressione della cultura degli ebrei spagnoli) si intrecciano a canti tradizionali pugliesi (canti narrativi, tarantelle), un syrto greco si fonde con un canto della Grecìa salentina, le sonorità ammalianti di una melodia siriana incrociano il vigore solenne di una villanella napoletana, fino a sciogliersi nel ritmo travolgente di un horo macedone. Un dialogo d’amore sospirato tra il mare e il femminile, il canto della sirena che continua ad ammaliare i viandanti di ogni tempo. La Cantiga de la Serena esegue questo repertorio utilizzando strumenti che appartengono a diverse culture musicali, lasciando ampio spazio alla libera espressione del proprio modo di sentire e filtrare questi antichi canti di amore, preghiera e gioia.
Martedì 19 luglio alla Palude del Capitano si esibiranno Redi Hasa (violoncello) e Fabrizio Saccomanno (narrazione). Raduno ore 17:30, inizio percorso alle 17:45, concerto alle 19. Redi Hasa, albanese di base in Puglia da oltre vent’anni, ha fatto dell’ibridazione tra generi musicali la propria cifra d’artista, fondendo il rigore della formazione classica con l’immediatezza delle tradizioni popolari in un rapporto liquido e meticcio con il suono, che lo caratterizza negli anni. Dal 2012 è membro della band di Ludovico Einaudi e partecipa ai suoi dischi e tour mondiali. Più recentemente, ha suonato nel disco di Robert Plant. Accanto a lui, Fabrizio Saccomanno, attore, regista, drammaturgo e pedagogo teatrale dal 1998. Si occupa di formazione e di pedagogia teatrale, dirige numerosi laboratori di teatro e di scrittura creativa nelle Istituzioni Scolastiche, nelle carceri, in centri di psichiatria e in centri per rifugiati politici. Vincitore di numerosi premi in Italia e all’estero, nel 2021 è actor coach di Marco Paolini per La fabbrica del mondo, in onda su Raitre. Il violoncello di Redi Hasa si intreccerà con le parole di Fabrizio Saccomanno e insieme cercheranno di restituire attraverso racconti e musiche alcune immagini del nostro passato e del nostro presente in uno spettacolo unico e coinvolgente.
Venerdì 12 agosto a Torre dell’Alto toccherà ad Antongiulio Galeandro (fisarmonica), Enza Pagliara (voce, tamburello) e Dario Muci (voce, chitarra). Raduno ore 17, inizio percorso alle 17:15, concerto alle 18:30. Due tra le voci più intense del Tacco d’Italia da lungo tempo protagonisti di percorsi artistici di alto profilo, ripropongono canti dimenticati, raccolti da loro stessi dalla voce viva dei cantori del Salento. Li incarnano e li impastano coi tempi e le storie che vivono, svelando la vitalità del passato sullo sfondo del presente. Un repertorio di canti tradizionali per voci, chitarra e fisarmonica che unisce la ricerca alla riproposta, il femminile al maschile. Antongiulio Galeandro è un fisarmonicista, compositore e arrangiatore. Scoprendo in adolescenza i collegamenti a lunga distanza sulla radio a onde medie e corte, acquisisce familiarità con gli esotici linguaggi musicali dell’est Europa e del medio e vicino Oriente. Mettendo questi in dialogo con il rock il pop e le tradizioni della terra natìa, formula un lessico che propone nelle proprie elaborazioni. Da qui nascono musiche per cinema, teatro, danza, documentari e repertori di varie formazioni musicali pugliesi. Tra canti alla stisa interpretati a due voci come l’intensa Canto alla Spiga e struggenti canti d’amore come Luce de l’occhi si compone un affresco sonoro di rara bellezza e fascino nel quale perdersi lasciandosi affascinare, ora dai chiaroscuri, ora dagli incanti, ora ancora dalla potenza espressiva del canto della terra. Ricerca, riproposta e tradizione in movimento sono gli ingredienti di un’esperienza musicale da vivere con la stessa passione che i musicisti mettono nella loro musica.
Infine, venerdì 26 agosto a Torre Squillace si esibiranno Massimiliano De Marco (chitarra classica), Antonio Calsolaro (Mandolino) e Giuseppe Semeraro (narrazione). Raduno ore 17, inizio percorso alle 17:15, concerto alle 18:30. Sarà presentato l’album I Calsolaro – Barba, capelli e ballabili con la partecipazione di Dario Muci (voce). La “Barberia”, la musica delle sale da barba, è un genere musicale popolare che trae le sue origini probabilmente dalla dominazione spagnola. Fino alla metà degli anni ’50 molti barbieri erano anche maestri di musica (principalmente strumenti a corda, per lo più mandolini, chitarre, violini) e nei ritagli della giornata lavorativa istruivano e al tempo stesso tramandavano le ballate (i ballabili) per le feste o le serenate che si eseguivano ogni notte. Le storie sono scritte dallo scrittore e attore Giuseppe Semeraro e presentate in maniera performativa durante i concerti live permettendo al pubblico di conoscere questa meravigliosa storia in tutti i suoi aspetti sia musicali che teatrali. I racconti inseriti nel libretto, che accompagna il disco, raccontano di una meravigliosa stagione che Domenico Modugno sedicenne trascorse ad Alessano diventando assiduo frequentatore della Barberia, di una lettera del 1956 in cui Don Tonino Bello racconta di Vincenzo Calsolaro e della sua talentuosa figlia, e di come poi quella ragazzina, Ermelinda Calsolaro, grazie agli insegnamenti di suo padre divenne allieva del maestro Segovia e una stimatissima insegnante di chitarra al conservatorio di Bari.
Il Nauna Festival è organizzato da Nauna Cantieri Musicali (“Nauna” da Empurium Nauna, antico nome di Santa Maria al Bagno), una etichetta discografica indipendente nata con il fine di pubblicare sia documenti etnomusicali sia opere di riproposta più complesse che coniugano la meticolosa cura dei repertori con un progetto artistico originale. Si occupa di preservare e valorizzare le tradizioni popolari e la cultura orale del territorio attraverso la documentazione delle fonti e la rielaborazione delle stesse. Nauna produce Barberia e canti del Salento vol.2 di Dario Muci e Antonio Calsolaro; nel 2018 Marea di Enza Pagliara e Dario Muci e Canti narrativi a Nardò delle Sorelle Gaballo. Nel 2020 pubblica Suddissimo – Omaggio a M.Salvatore e A. Doriani e realizza la ricerca sul campo con il Coro Popolare di Terra D’Otranto. Nel 2021 è impegnata alla realizzazione del disco A te sarò per sempre di Miro Durante e pubblica sulle piattaforme digitali i primi due volumi dedicati alla Barberia, la musica delle sale da barba nel Salento. Con Moscara Associati e Nostos Produzioni progettano un “viaggio, un documentario e un libro fotografico” dal titolo Sulla via Francigena il cammino degli Asini Dotti.
Il Museo della Preistoria di Nardò, diretto dalla ricercatrice dell’Università di Siena Filomena Ranaldo, è situato nell’ex convento di Sant’Antonio di Padova. Al suo interno sono esposti e studiati i reperti ritrovati durante le ricerche archeologiche condotte dagli anni Sessanta nel Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. Le collezioni raccontano la storia di questa parte del Salento a partire da circa 70 milioni di anni fa, proseguono con la narrazione delle frequentazioni delle tante grotte e ripari da parte dell’uomo nel corso del Paleolitico, della costruzione della necropoli sul pianoro di Serra Cicora durante il Neolitico e delle strutture fortificate nell’Età del Bronzo. Tale patrimonio rende il parco un contesto unico che consente di ricostruire i cambiamenti ambientali e culturali avvenuti nel corso dei millenni, così come la trasformazione dei paesaggi organizzati da Homo neanderthalensis prima e da Homo sapiens poi, a partire da almeno 150 mila anni fa.