14 Feb 2015
“NERA” personale di pittura dell’artista Delia Sforza
H24 fabriKa sabato 21 febbraio alle ore 20.00 nell’ambito della rassegna Special Guest propone “NERA” personale di pittura dell’artista Delia Sforza c/o la sede di H24 FabrìKa in Vico Dietro Spedale Pellegrini, 29/a- Lecce.
Di “NERA” così scrive la curatrice della mostra Rosanna Gesualdo nella sua presentazione :
“Per raccontare l’anima di un artista è necessario, quanto mai opportuno trovare nelle proprie corde del sentire, quel particolare profumo che ci fa seguire il volo di un gabbiano, quella nota che ci consente di entrare in punta di piedi su l’uscio lasciato socchiuso. Piano, senza invadenza.
D’ascolto e passione lasciandosi attraversare dal vento di scirocco.
Mentre sono in comunione con le opere di Delia Sforza la giovane artista pugliese, che ha registrato successo di critica e di pubblico, ascolto Rene Aubry. Attraverso le sue note Delia si di-svela ed è per me più semplice scrivere di lei e di “Nera” questo viaggio onirico in pittura che mette al centro corpi femminili feriti e annientati capaci però di mantenere intatto il loro femminino viscerale, quello descritto da Goethe nel ‘Chorus mysticus’ a chiusura della seconda parte del Faust:
“Tutto l’effimero
Non è che illusione
L’inadeguato –
Qui diventa evento;
L’indescrivibile –
Qui si è fatto;
L’eterno femminino
Ci porta in alto”.
Dunque al di là di quel senso di ineludibile drammaticità umana, la Sforza indaga l’essere umano nel suo divenire e con la maestria di un chirurgo dell’anima porta alla luce le sue intimità, ossessioni e tenerezze.
Immersi in un nero che è disciplinato e assoluto, passaggio e conoscenza dell’ “io” psicanalitico, i personaggi ritratti da Delia Sforza raccolti in “Nera” indagano e contemplano inquietudini e ricordi opponendosi con la tenacia della devozione a ciò che si cela dietro l’oscurità.
La cromia in queste opere è data dal bitume commisto all’olio, dalla pulsione cromatica dei rossi che sanno farsi grumo, dal blu che s’adagia lieve come ricordo, mentre i colori scuri rassicurano i bianchi e dominano la tela trasformandosi in materia che è pelle e narrato, magma e graffio.
Il messaggio nell’opera di questa artista è prettamente autobiografico, l’unico intento quello di trasmettere l’emozione che incarna il sentire affinché il fruitore possa coglierla e trovare lenimento e abbraccio durante la via che porta dalla pelle al cuore.
Delia è ciò che appare, fragile e forte, un unicum apparentemente contraddittorio di ironia passione e irrequietezza. Impara a disegnare prima di scrivere, complici le matite, il loro profumo e forse lì, da quel primo ricordo olfattivo si scrisse la storia di questa artista: “artigiana e principiante del cuore”come lei stessa ama definirsi. Vennero poi gli studi, con la ragione di chi segue se stesso. Il Liceo Artistico, l’Accademia di Belle Arti, varie mostre in Italia e all’estero. Le soddisfazioni, i riconoscimenti e il desiderio di continuare a essere fedeli a quello che alcuni chiamano destino.
Continua così la Sforza a nutrire la propria passione nel convincimento che l’ispirazione sia un soffio di eterno che la coglie mentre guarda, osserva, contempla e annota sul moleskine dell’anima l’emozione, l’idea che spesso sopraggiunge nella convivialità del vivere, magari bevendo un buon “rosso” tra amici. Perché l’arte per “Lei” non è un “fare” ma un modo di stare al mondo, una preghiera necessaria, ammirata e salvifica in onore alla bellezza e all’equilibrio”.