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On. Barba: Portualità e non solo: altro che corsi e ricorsi storici, caro Sindaco!

La politica portuale è – anche se non la sola – una chiave di sviluppo per Gallipoli: affrontarla con i metodi di Arlecchino e Colombina, come è apparso a tutti in queste ore, visto il ping-pong giocato al rallenty tra il sindaco e qualche consigliere, è cosa sbagliata ed è strada senza uscita che, nella migliore delle ipotesi, porta ad un vicolo cieco nel perpetuarsi della non-risoluzione.

Non è un caso – e tutti ne hanno buona memoria – che, nel recente passato, anche sulla politica portuale siano inciampate amministrazioni che sembravano destinate a concludere il loro mandato, nascondendosi dietro convincimenti da “intoccabili”. Non c’è ombra di dubbio che gli interessi in materia siano tanti e di diversa natura – lo capiamo pure… – ma proprio per questo occorre discernere, discindere e separare quelli chiari e nobili da quelli poco chiari e poco nobili.

Era evidente in passato come è evidente nel presente e quindi anche in futuro che la possibilità di costruire non 1, ma 101, porti turistici sia questione totalmente scissa e separata dalla cosiddetta riconversione del porto mercantile ad altri usi. Già qualcun altro aveva stoltamente pensato che fosse possibile disseminare qualche banchina galleggiante nello specchio d’acqua occupato dalle navi mercantili e dalle navi militari per andare alle fiere turistiche o a qualche workshop e parlare inopinatamente di porto turistico a Gallipoli. La storia recente ha dimostrato che quest’idea povera e malsana non può esistere e che gli amministratori degni di questo nome devono, dovrebbero, attivarsi da un lato – affiancandosi alle amministrazioni preposte – per potenziare inoppugnabilmente il porto mercantile e dall’altro mettersi di buzzo buono per individuare finanziamenti e finanziatori in grado di trasformare i tanti progetti esistenti per la realizzazione di uno o più porti turistico e peschereccio in solide realtà.

Si porta sviluppo e lavoro a Gallipoli se si costruiscono nuove – si badi bene: nuove! – opere infrastrutturali e non si distrugge l’unica esistente che in questo momento è vittima della crisi internazionale dei traffici, ma che domani – auguriamoci presto –  potrebbe diventare il volano della crescita e dello sviluppo del territorio, come è accaduto negli anni passati.

Al sindaco Errico, sulla base dell’esperienza che mi contraddistingue, consiglierei di non avventurarsi in progetti vitali per il futuro della “Città Bella” senza coinvolgere le forze sane e produttive del territorio ma soltanto condividendo alcun intempestive proposte tanto vetuste quanto inefficaci. Il “ci-ci-ci” con qualche consigliere lo potrà tenere di buon umore, ma non gli consentirà di dare respiro ampio alla sua azione di governo. L’armonia vera è quella propria dei canti pastorali natalizi che proprio a Natale si ascoltano per le vie di Gallipoli e che Errico, da primo cittadino, dovrebbe avere a cuore di udire ancora con la fascia tricolore.

L’azione amministrativa che abbia per oggetto temi di vitale importanza per la collettività quali sanità, ambiente e sviluppo, solo per fare alcuni esempi, come dimostrato fino ad ora responsabilmente dall’opposizione consiliare, merita forme di ampia se non totale condivisione nell’interesse di tutti, per mettere al bando ogni forma di ostruzionismo e far trionfare la collaborazione positiva e propositiva.

Il muro contro muro non porta a nulla ed anzi potrebbe rappresentare il gradino sul quale le amministrazioni rischiano di inciampare. E per il bene di Gallipoli ci auguriamo che ciò non accada.

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