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Oscenità volgare

Osceno è tutto ciò che involgarisce l’uomo”

Alberto MoraviaVolgarità e propaganda, il cui vertice è stato toccato con l’oscena presa in giro del Cenacolo di Leonardo, interpretata da drag queen e personaggi degni di un freak show di fine Ottocento, con l’overtoniana presenza in mezzo a loro di una bambina. Con un solo colpo insultati un miliardo e seicento milioni di cristiani, novanta milioni di italiani dentro e fuori i confini, tutta quella parte d’umanità – maggioritaria – cui ripugna vedere un’innocente a cui viene dato scandalo, trascinata in mezzo a un’orda infoiata di ballerini che mostrano il loro scroto, mimano atti sessuali o inscenano segni della Croce blasfemi. 
Si passa poi al Gargantua-puffo che fa l’endorsement al cannibalismo servendosi in un piatto di portata, per continuare con la presa per i fondelli di Maria Antonietta, decapitata e con la testa in mano. Un bello schiaffo in faccia alla delegazione austriaca (proteste? Non pervenute) e ai milioni di francesi che ancora hanno rispetto se non della monarchia, quantomeno della loro storia nazionale.
E ancora, drag queen come se piovesse, balletti trap (tipica “cultura europea”, no?), sculettamenti (“twerking”) a sconsacrazione d’ogni solennità che i giochi olimpici, nell’idea originaria di de Coubertin dovevano rappresentare: riallacciare i fili della rampante Europa dell’Excelsior con i suoi antenati ellenici e la classicità. L’indecente baracconata della Francia macroniana ha definitivamente reciso ogni filo coi nostri antenati, che nei loro sepolcri stanno disconoscendo un continente ormai morto.

Ma nella bufera ci sono anche altre scelte, oltre a quelle relative all’Ultima cena. Tra tanto progressismo ostentato, ad aprire la sfilata delle squadre c’era proprio quella dei rifugiati. Quegli stessi rifugiati che qualcuno ha sottolineato essere respinti duramente ai confini quando dall’Italia cercano di entrare in Francia. Un’ostentazione dell’ospitalità che, tuttavia, non corrisponde alla realtà. E a finire crocifisso c’è ancora una volta lui, Monsieur Emmanuel Macron, tra polvere e altare, accusato di averla fatta fuori dal vaso pur di comunicare un fasto che al momento oscura la crisi politica.

Capi di Stato sotto l’acqua per ore: imperdonabile non aver pensato a coprire le tribune. Show poco olimpico nel silenzio del Cio. E oggi rinvio del nuoto libero perché la Senna è una cloaca non Escherichia e Enteococchi da brodo di coltura.  Emmanuel Macron lo stratega, il grande statista, l’inarrivabile genio. Per fortuna la destra fascista è stata fermata alle legislative, l’accozzaglia ha funzionato, anche se il Paese si ritrova nel caos e senza un governo. 

In Francia era stata organizzata una protesta mai vista per prendere posizione contro Emmanuel Macron e gli interventi programmati per le Olimpiadi: una defecazione di massa. Il flashmob del 23 giugno era stato pianificato dai cittadini che protestavano contro la cifra folle spesa dal governo, circa 1 miliardo e mezzo di euro, per ripulire e rendere balneabile il fiume che ospiterà gli atleti del triathlon e di nuoto in acque libere. Tuttavia, a circa 50 giorni dall’inizio della manifestazione il corso d’acqua capitolino non è ancora fruibile.
Il presidente francese Macron aveva dichiarato lo scorso marzo che avrebbe “nuotato nella Senna” per mostrare al mondo intero la sua sicurezza. E lo stesso avrebbe fatto la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, che aveva annunciato il tuffo appunto per il 23 giugno. Tuttavia, a causa della mancata messa in azione degli interventi necessari per rendere balneabile il fiume, i livelli di escherichia coli, enterococchi e acido trifluoroacetico sono tuttora troppo elevati. La nuotata della sindaca, dunque, ancora non avviene e potrebbe non avvenire. Contro questi ritardi i cittadini francesi hanno fatto squadra per creare un flashmob bizzarro ovvero la defecazione di massa di cui sopra. Volgarità per volgarità preferisco questa.  
Fin dai tempi del suo primo mandato presidenziale, Macron ha improntato la sua visione politica sull’idea che la Francia debba svolgere un ruolo di primo piano nella difesa e nel rilancio del processo di integrazione europea. A questa ambizione si è, inoltre, affiancata la prospettiva di promuovere i valori liberali e un sistema internazionale multipolare, rendendo la Francia una “potenza mediatrice” in grado di dialogare con le grandi potenze mondiali e mediare nei conflitti che – dall’Ucraina all’Indopacifico, passando per il Medio Oriente – dilaniano la scena politica internazionale. Ma, dopo la batosta elettorale sviata per il rotto della cuffia e queste Olimpiadi non sembra certo l’erede di Montesquieu, ma piuttosto un megalomane scappato di casa.

Carlo Di Stanislao

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