10 Giu 2020
Piccoli architetti crescono con “Abitare il Paese”
Ultime battute del progetto che ha coinvolto numerosi studenti.
Entro il 12 giugno è prevista la consegna degli elaborati
Acquisire tutti gli strumenti utili per sviluppare nei bambini e nei ragazzi una vera e propria cultura dell’architettura. E’ questo l’obiettivo al quale punta il progetto “Abitare il Paese – La cultura della domanda – I bambini e i ragazzi per un progetto di futuro” giunto alla sua seconda edizione e realizzato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dalla Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi.
Studenti e architetti si sono ritrovati a braccetto in un percorso di grande interesse culturale che è riuscito a coinvolgere in due anni circa tremila ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. Un rapporto sinergico e simmetrico che ha visto come protagonisti gli studenti capaci – grazie soprattutto alle stimolazioni degli architetti/tutor – a rimettersi in gioco offrendo diversi spunti creativi. Le emozioni di bambini e ragazzi si sono trasformate in azioni attraverso la ricerca di sé e dei propri spazi, a cominciare dal valore e dal contesto della propria abitazione fino ad arrivare a guardare la città sotto altre spoglie, da diverse angolature, seguendo punti di vista alternativi, sfuggiti fino a quel momento anche ad un occhio più attento. Così facendo gli studenti diventano gli autentici protagonisti del loro futuro, disegnando e immaginando una città capace di essere realmente vicina alle loro esigenze. Ma per progettare una città intelligente, in grado dunque di valorizzare in modo nuovo, diverso e sostenibile le risorse ambientali, culturali e soprattutto umane che la compongono c’è bisogno di volgere lo sguardo e puntare con decisione a processi nei quali la qualità rappresenti la bussola con cui orientarsi, evitando di restare impantanati in modelli urbanistici desueti e, a volte, errati. Occorre, insomma, sviluppare nei ragazzi un’autocoscienza e uno spirito critico per offrire loro le armi giuste per ripensare un domani le città, evitando in futuro uno sviluppo incoerente e mediocre dei suoi spazi e delle sue strutture residenziali e non. Un traguardo fondamentale, figlio di un aspetto ineludibile: la crescita urbanistica deve andare di pari passo al miglioramento della vita dei cittadini.
Il risultato emerso dagli incontri con gli architetti-tutor è stato sorprendente e significativo.
Basta dare un’occhiata agli elaborati (scatti fotografici, filmati, diari di viaggio, appunti, schizzi, mappe, installazioni e plastici realizzati con i materiali più diversi) che verranno consegnati il prossimo 12 giugno al Consiglio Nazionale degli Architetti. Il passaggio successivo prevede mostre itineranti (anche a livello internazionale) e relative pubblicazioni di un progetto abbracciato e condiviso pienamente dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Lecce, in particolare dagli architetti-tutor Aurora Riga, Danilo Rosario Pastore e dal referente per il Consiglio Giovanni Negro: “Siamo partiti dalle emozioni, dai suoni e dal colore della città. E così facendo abbiamo colto sensazioni uniche ascoltando interessanti suggerimenti e proposte da parte dei ragazzi. Noi ci siamo limitati a gettare un seme in attesa e nella speranza che potesse germogliare. I frutti li raccoglieremo presto. Siamo certi che saranno sorprendenti. Perché per loro la città non è solo un insieme di mattoni. Ma un luogo di incontro e di relazioni dove si costruiscono una serie di esperienze per il futuro”. E il ruolo dell’architetto lo si scopre ascoltando le risposte degli studenti: “Progetta gli oggetti”, “Costruisce le case”, “Fa le scuole i ed i musei”, “… anche le serre e i canili li fa l’architetto”. Insomma, “l’architetto costruisce tutta la città”.
In questa edizione le scuole coinvolte della provincia di Lecce nel progetto “Abitare il Paese” sono state la Scuola secondaria di primo grado Ascanio Grandi e l’Istituto Comprensivo Stomeo Zimbalo di Lecce.