30 Ago 2022
Puglia: gli “antichi mestieri” investono
nella formazione continua
Presentati i dati del IV sportello dell’Avviso FEMI 2022.1 di FondItalia
Nei primi sei mesi, ne hanno beneficiato soprattutto i settori tradizionali dell’economia regionale
Con le sue 266 aziende che hanno avviato un corso di formazione aziendale, la Puglia si posiziona al secondo posto tra le regioni più virtuose e conferma la sua vocazione nella preparazione e nell’aggiornamento dei propri lavoratori. A testimoniarlo, i dati dei primi sei mesi del 2022 di FondItalia (Fondo Formazione Italia) che ha chiuso il IV sportello relativo all’Avviso FEMI 2022.01. Su un totale di 1.700 aziende che hanno partecipato a uno dei 485 progetti approvati da FondItalia, il 24,5% ha sede in Lombardia, seguita dalla Puglia (15,6%) e dall’Emilia-Romagna (9%).
Nello specifico, i destinatari di progetti di formazione sono oltre 3mila lavoratori pugliesi (3.536 per la precisione), pari al 21% del totale del periodo, che hanno beneficiato di contributi per oltre 2 milioni di euro. I settori che più hanno richiesto percorsi di formazione sono le attività manifatturiere e il commercio all’ingrosso e al dettaglio (130 imprese per un totale di oltre 53.000 ore di formazione) seguiti dall’agricoltura, silvicoltura e pesca (42 imprese e un totale di oltre 7.400 ore/formazione) e le costruzioni (30 imprese e un monte ore di oltre 22mila ore/formazione). «Le imprese pugliesi dimostrano, ancora una volta, la propria propensione all’aggiornamento professionale e ci ricordano che anche nei cosiddetti “mestieri antichi” non bastano più le competenze derivanti dall’esperienza, ma che la pratica e l’esercizio quotidiano devono essere supportati da adeguati aggiornamenti costanti». è il primo commento di Egidio Sangue, vicepresidente e direttore di FondItalia.
Guardando ai dati sulle fasce di età dei lavoratori pugliesi si nota che nella prima metà dell’anno hanno preso parte a un percorso formativo soprattutto dipendenti compresi tra i 50 e i 59 anni (il 40% del totale) seguiti da quelli compresi nella fascia 40/49 anni (il 24%).
«Se osserviamo la platea dei lavoratori pugliesi che hanno preso parte a un corso di formazione nella prima metà dell’anno –precisa ancora Sangue– ci accorgiamo di quanto siano le fasce più adulte a richiedere aggiornamenti professionali. Un dato che non stupisce e che, confrontato alle imprese che accedono a corsi di formazione continua, si inserisce con precisione nel contesto: si tratta di settori quali l’edilizia, l’agricoltura e la pesca dove, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, la forza lavoro è formata da operatori che superano i 40 anni».
Sulla base dell’analisi dei lavoratori che hanno svolto la formazione in aula nel periodo gennaio/giugno 2022, il destinatario tipo dei progetti formativi, in Puglia, è prevalentemente uomo (78%). Oltre il 60% degli iscritti è in possesso della licenza media, il 25% ha conseguito un diploma di scuola superiore, mentre i laureati costituiscono il 7%. La fotografia scattata da FondItalia, per quanto concerne la tipologia di impiego, vede al primo posto gli operai generici (78%), seguiti dagli operai qualificati (8%) e dagli impiegati direttivi (6%).
Avviato a novembre 2021, a durata annuale e articolato in 6 Sportelli, l’Avviso FEMI 2022.01 finanzia progetti di tipo aziendale, interaziendale ed individuale, concordati tra le Parti Sociali che promuovono il Fondo e le imprese aderenti. Per il 2022, il fondo stanziato per la formazione professionale continua è stato raddoppiato dal Consiglio di Amministrazione FondItalia dai 6 milioni di euro iniziali a 12 milioni nella seduta dello scorso 29 marzo.
«Siamo consapevoli di rappresentare un riferimento significativo per le aziende aderenti, soprattutto per le piccole e microimprese – sottolinea Francesco Franco, Presidente FondItalia –. Aver raddoppiato lo stanziamento iniziale, promuovendo formazione di qualità e facilitazioni per le aziende aderenti, rappresenta certamente uno sforzo notevole, ma anche la certezza che nutriamo nella preparazione professionale continua che, nell’economia contemporanea, rappresenta la vera chiave di volta per essere competitivi e affrontare i tempi difficili che stiamo attraversando».