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QUANDO IL SERPENTE DIVORA LA PROPRIA CODA

Un’analisi filosofica del simbolo dell’Ouroboros

di Krishan Chand Sethi

Prima di addentrarci nell’articolo, dobbiamo comprendere il significato della parola Ouroboros. È un antico simbolo che raffigura un serpente o un drago che mangia la propria coda, formando il cerchio della vita. Un serpente che divora la propria coda non è solo un’immagine insolita, è una ricca metafora che sopravvive a secoli di pensiero umano, filosofia e spiritualità. Questo Ouroboros è comparso nelle tombe egizie, nei testi alchemici greci, nella cosmologia induista e nella psicologia moderna. Ma perché, dunque, un serpente dovrebbe consumare se stesso? Quale potrebbe essere il significato dietro un comportamento così insolito?

In sostanza, l’Ouroboros è una rappresentazione visiva dell’eternità, della circolarità e della dipendenza tra fine e inizio. In questo articolo esploreremo il significato simbolico del serpente che consuma la propria coda, forniremo osservazioni filosofiche, similitudini comuni e riflessioni per stimolare il pensiero. Il nostro intento è indagare come questo concetto mitologico possa educarci sulla transitorietà della vita, la ricerca della realizzazione del sé e i paradossi dell’esistenza.

1. La Storia: Origine dell’Ouroboros

L’Ouroboros è apparso per la prima volta nell’Antico Egitto intorno al 1600 a.C., come dipinto su una parete tombale nel Libro Enigmatico dell’Oltretomba. La figura raffigurava un serpente avvolto attorno al dio del sole Ra, simboleggiando la rinascita e la continuazione ciclica. Il simbolo fu poi utilizzato dagli alchimisti e dai filosofi greci. Per loro rappresentava la ripetizione ciclica della creazione e distruzione, una sintesi degli opposti, simbolo del filosofo. Lo stesso simbolismo del serpente si trova in India sotto forma di Ananta Shesha, il serpente cosmico infinito su cui riposa il Signore Vishnu tra le creazioni.

Nel mio Pensiero:

L’Ouroboros è qualcosa di più della riconciliazione tra l’inconscio e il conscio come lo vedeva Jung. Per me, è un simbolo vivente di auto-nascita e auto-morte—un ritorno del sé che si ricollega all’anima umana. {Carl Gustav Jung (1875–1961) è stato uno psichiatra e psicoanalista svizzero}

Non solo totalità, ma anche conflitto tra ciò che sono stato, ciò che sono e ciò che voglio essere. La coda è il passato—ciò che nutre o contamina. La bocca è la volontà—ciò che desidera mangiare, digerire o vomitare.Mangiare è una decisione quotidiana: imparare da, digerire, e rinascere me stesso.

Questo simbolo mi ricorda:

Tu sei il tuo inizio e la tua fine. Sei la domanda e sei la risposta. Il dolore e la guarigione. Il ciclo non è rotto; è rifatto. Ecco come comprendo l’Ouroboros: non come simbolo di unione, ma di trasformazione personale. È la fiamma dell’auto-illuminazione, lo specchio dell’auto-interrogazione e la mappa del divenire, che gira e rigira—non perché deve, ma perché sta progredendo.

Illustrazione: Immagina un fiume che si svuota nell’oceano, evapora, ricade come pioggia sulla terra, e rifornisce il fiume. La vita è circolare, e il serpente che si consuma è il fiume che realizza da dove è venuto

2. Il ciclo di Nascita, Morte e Rinascita

Forse la spiegazione più generale dell’Ouroboros è il cerchio della vita. Mentre il serpente consuma la propria coda, la vita consuma la morte, e la morte genera nuova vita. Ci sono stagioni che vanno e vengono, imperi che sorgono e cadono, e il miglioramento personale tende a emergere dalle ceneri degli errori passati. Questo simbolismo è molto vicino alle filosofie orientali. Sia l’Induismo che il Buddhismo credono nel concetto di samsara, il ciclo di nascita, morte e rinascita. Il serpente, consumando se stesso, viene usato come simbolo del viaggio dell’anima attraverso infinite incarnazioni fino a raggiungere la liberazione (moksha o nirvana).

Suggerimento: Per vivere con uno scopo, dobbiamo riconoscere che le fini non sono fallimenti, ma aperture. Accetta il cambiamento come ritmo della vita. Il compito che finisce, il legame che muta, la perdita che trafigge—sono tutti momenti che sostengono un nuovo inizio.

3. Unità degli Opposti: il paradosso di Distruzione e Creazione

I filosofi fin dai tempi di Eraclito si sono chiesti se gli opposti non siano solo collegati ma interdipendenti. L’Ouroboros lo rappresenta perfettamente: il serpente è sia divoratore che divorato, creatore e distruttore. Questo è un principio presente nello yin e yang del Taoismo, dove luce e oscurità esistono, si confondono l’una nell’altra e non possono essere complete senza la presenza dell’altra. Così, l’Ouroboros è un koan visivo—un paradosso che ci costringe ad accettare la dualità dell’esistenza.

Illustrazione: Pensa al fuoco che distrugge il legno ma ci dà anche calore ed energia. Se non brucia, non può mai trasformarsi.

Consiglio: In mezzo all’avversità, oltre a chiederti “Cosa si è perso?”, chiediti anche “Cosa sta diventando?” Accetta i paradossi, l’amore e la paura, la forza e la vulnerabilità, come crescita.

4. Auto-riflessione e ricerca della Completezza

Carl Jung spiegò l’Ouroboros come metafora dell’individuazione, l’unione dell’ombra (inconscio) e della persona (sé conscio). Il serpente che si mangia viene rifatto come metafora del sé in cerca della completezza.

Questa è la via della completezza

Affrontando le nostre paure, i nostri desideri e le nostre ferite, diventiamo completi. L’auto-realizzazione non è perfezione ma integrazione, accettando tutto di noi stessi.

Suggerimento: Prenditi tempo per pensare. Medita. Scrivi. Fai terapia se ne hai bisogno. La via della completezza è quella del consumare la propria storia e rinascere più saggi.

5. I pericoli dell’auto-consumo: quando il ciclo è una Trappola

Sebbene l’Ouroboros simboleggi la rinascita, avverte anche contro i cicli autodistruttivi. Dipendenza, relazioni abusive, fallimenti continui—tutti sono rappresentati dal serpente che si divora senza trasformazione. Questo ciclo è patologico. Ciò che doveva restaurare ora prosciuga. Il serpente ricorda a se stesso che nel divorarsi, deve espandersi, non restringersi.

Illustrazione: Immagina una persona intrappolata in un lavoro logorante che le consuma la vita ma ha troppa paura per lasciarlo. La fatica quotidiana consuma la persona poco a poco.

Consiglio: Osserva i modelli della tua vita. Sono sani o tossici? Rompi i modelli malsani facendo scelte intenzionali. Cerca aiuto. Trasforma l’Ouroboros da una trappola in una missione.

6. Il Ritorno eterno: l’esperimento mentale di Nietzsche

Friedrich Nietzsche scrisse del ritorno eterno, la possibilità di dover rivivere la stessa vita più e più volte. Passeresti attraverso gioia e sofferenza all’infinito? {Friedrich Nietzsche (1844–1900) è stato un filosofo, critico culturale, poeta e filologo tedesco}. È esattamente così che opera l’Ouroboros. Ti fa fermare e riflettere: se la vita è circolare, sei soddisfatto del cammino che stai percorrendo?

Consiglio: Vivi con uno scopo. Fai cose di cui non ti pentiresti se le facessi per tutta l’eternità. Questo dà significato etico e definizione esistenziale alla vita.

7. Interpretazioni moderne: Tecnologia, Ecologia e Società

Oggi l’Ouroboros si trova nei processi globali: cicli di feedback nell’economia, cicli nell’ecologia, dipendenze da web. È un avvertimento che l’uso non rinnovabile della natura, del tempo o dello spirito, finirà col consumarci.

Illustrazione: Il nostro sistema climatico globale riflette un ciclo ouroborico: l’uso industriale porta all’inquinamento, l’inquinamento porta alla crisi climatica, che minaccia le nostre industrie.

Consiglio: Sii sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche emotivo e mentale. Stai rigenerando ciò che consumi? Stai praticando modalità rigenerative o estrattive?

8. Distruzione creativa: l’Ouroboros imprenditoriale

Nel mondo degli affari, la “distruzione creativa” è il nuovo che sostituisce il vecchio. Le startup sovvertono il pensiero tradizionale. Nuovi concetti scuotono i mercati. Anche questo è l’Ouroboros al lavoro—morte e rinascita nel sistema.

Consiglio: La reinvenzione non va temuta. Distruggi il vecchio pensiero affinché ne nasca uno nuovo. L’adattamento non è un tradimento del passato, ma un’estensione del tuo divenire.

9. L’Ouroboros interiore: Consapevolezza e Presenza

La consapevolezza; essere qui e ora, è un modo per essere l’Ouroboros. Ogni momento passa e ognuno inizia simultaneamente. Il nostro respiro, mente ed emozioni sorgono e calano nei nostri infiniti cicli interiori.

Suggerimenti: Coltiva la consapevolezza. Osserva i tuoi cicli interiori: come la rabbia emerge e svanisce, la gioia sale e scoppia. La consapevolezza è pace.

10. Metafora personale: diventare l’Ouroboros

Significa realizzare che siamo noi stessi i nostri più grandi creatori e peggiori distruttori. Possiamo rifarci o prosciugarci.

Suggerimenti: Chiediti ogni giorno: sto costruendo o demolendo me stesso oggi? Cosa in me deve morire affinché qualcosa possa rinascere?

Conclusione: Il Cerchio non è una Trappola, ma una Porta. Il serpente che mangia la propria coda non è un’immagine di disperazione, ma di speranza, a patto che siamo pronti a guardarla in questo modo. La vita è un cerchio, ma uno che non è chiuso. È una spirale, che gira per sempre, che gira sempre verso l’apprendimento, verso la guarigione, verso la crescita. In ogni fine, un seme di inizio. In ogni oscurità, una scintilla di alba. In ogni momento di consumo, il potenziale del rinnovamento. Allora non temiamo l’Ouroboros. Siamo l’Ouroboros; sofisticati, vigili, completi.

Dr Sethi K.C – (Autore)

Daman, India – Auckland, Nuova ZelandaIn

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