header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

Riflettori Internazionali sull’Università del Salento: il National Geographic riprende gli studi su Soknopaiou Nesos

National Geographic documenta la missione archeologica del Centro di Studi Papirologici dell’Università del Salento a Dime es-Seba (Fayyum, Egitto)

L’Università del Salento è lieta di annunciare che, nei giorni scorsi, il team della missione archeologica del Centro di Studi Papirologici, diretta dalla professoressa di Egittologia Paola Davoli, ha ricevuto la visita di un team del National Geographic per la realizzazione di un documentario. Le riprese racconteranno l’attività di ricerca a Dime es-Seba, nel Fayyum egiziano, dove la missione è attiva dal 2002, offrendo un contributo essenziale alla comprensione della vita nell’antica Soknopaiou Nesos, un insediamento di epoca ellenistica e romana.

Il team di ricercatori dell’Università del Salento dedica due mesi all’anno all’esplorazione dell’antico insediamento di Soknopaiou Nesos, situato in un’area desertica presso il Lago Qarun, dove il clima arido ha preservato edifici e reperti. La missione, avviata dal professor emerito Mario Capasso e oggi diretta dalla professoressa Davoli, è sostenuta dall’Università del Salento, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’American Endowment Fund dell’American Research Center in Egypt per i lavori di restauro.

Nel 2023, la missione ha focalizzato le sue attività nello scavo di strutture di servizio del tempio dedicato al dio Soknopaios e nel restauro di alcuni monumenti. L’area templare, circondata da un alto muro di mattoni crudi costruito alla fine del I secolo a.C., custodisce numerose strutture di culto, incluse case sacerdotali e cucine, dove si preparavano offerte per la divinità. Le recenti scoperte includono, oltre ai templi principali, ambienti utilizzati per cucinare, con monete di epoca romana e papiri greci, case dei sacerdoti con cantine sotterranee in cui erano conservate anfore con varie derrate alimentari, e sale per banchetti rituali. Tra i materiali rinvenuti vi sono vasellame in ceramica, vitreo, monete, papiri e ostraka con testi in greco e demotico. Lo scavo ha inoltre portato alla luce testimonianze di epoca pre-ellenistica e tardo antica, per cui tali ritrovamenti offrono nuove prospettive sulla storia dell’insediamento e sulle sue fasi di occupazione.

Il mese scorso il cantiere archeologico ha accolto anche l’Ambasciatore Italiano al Cairo, dottor Michele Quaroni, e il professor Giuseppe Cecere, responsabile dell’Ufficio Archeologico dell’Istituto Italiano di Cultura al Cairo. “Sono particolarmente lieta della visita dell’Ambasciatore e del prof. Cecere”, ha dichiarato la professoressa Davoli. “Il MAECI supporta finanziariamente la nostra missione da molti anni, e l’Istituto Italiano di Cultura rappresenta un riferimento essenziale per noi. La visita ha avuto un significato speciale, in quanto l’Ambasciatore raramente ha l’opportunità di visitare le missioni italiane in Egitto, e il professor Cecere è in servizio al Cairo da pochi mesi. Con il supporto dell’Ambasciata, stiamo inoltre organizzando una mostra sui nostri scavi che sarà inaugurata a settembre 2025. Entrambi sono rimasti positivamente colpiti dai risultati ottenuti in oltre 20 anni di lavoro dell’Università del Salento”. Durante la visita, l’Ambasciatore Quaroni ha anche inaugurato un punto di accoglienza per i visitatori, arricchito con pannelli informativi in tre lingue (italiano, arabo e inglese).

Nessun Commento

Sia i commenti che i trackback sono disabilitati.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Spiacente, i commenti sono chiusi.