1 Giu 2015
SOGNANDO ITACA Personale di Beppe Labianca
Prosegue il percorso salentino dell’opera “II Quinto Stato” di Beppe Labianca. Dopo aver occupato nei mesi trascorsi le sale del Palazzo Gallone di Tricase, la grande installazione, rilettura in termini esistenziali del più noto capolavoro di Giuseppe Pellizza da Volpedo, approda a Gallipoli, in occasione della mostra “Sognando Itaca”, a cura di Carmelo Cipriani.
“Al tema del viaggio – scrive Carmelo Cipriani – è intimamente legata la ricerca di Beppe Labianca, da sempre mosso da un’innata propensione per la scoperta e l’introspezione. La sua Itaca non è meta concreta ma condizione totalizzante e intangibile, auspicata ma non agognata. Priva di ogni coordinata geografica, è entità mentale, avvicinabile per via speculativa e resa sensibile dalla pittura, intesa in senso leonardesco, come mezzo per scrutare se stessi e lo spazio che ci circonda. Una pittura di stretta osservanza figurativa, mai didascalica, in cui il fascino della bella forma scende volentieri a patti con il trasporto del pensiero, per esprimere sentimenti e riflessioni oltre se stessa, vissuti in prima persona e tradotti in chiave collettiva”.
Dal 5 giugno al 27 settembre 2015, in contemporanea alla personale di Michelangelo Pistoletto, a cura di Manuela Gandini e prodotta dall’agenzia di comunicazione Orione – che gestisce il Castello – con la direzione artistica dell’architetto Raffaella Zizzari, “Il Quinto Stato” occuperà una delle restaurate sale del Castello gallipolino, contribuendo all’instaurazione di un muto dialogo tra architettura antica e arte contemporanea, tra passato e presente.
Inaugurazione giovedì 4 giugno ore 19,00.
Dopo decenni di chiusura e incuria, dal luglio 2014 è stato reso fruibile un percorso di visita del Castello di Gallipoli che mira a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori. Il castello si erge all’ingresso del borgo antico di Gallipoli, città da sempre fortificata e, per la sua posizione strategica, contesa. È circondato quasi completamente dal mare. Ha pianta quadrata con torrioni angolari, di cui uno poligonale. Nei periodi successivi furono effettuati numerosi interventi di ristrutturazione e fortificazione. I lavori più importanti vennero progettati dagli Aragonesi. Quando il Duca Alfonso di Calabria venne nel Salento tra il 1491 e il 1492, condusse con sé il celebre architetto militare senese Francesco di Giorgio Martini e volle che questi rinnovasse le fortezze salentine secondo i progressi dell’arte della guerra, che tendeva ad abbandonare la conformazione quadrilatera ereditata dal sistema romano per passare al pentagono. Il senese, non potendo demolire e ricostruire ex novo, ideò il “Rivellino” mediante il quale rese di forma pentagonale l’intero maniero. Prima dell’Unità d’Italia, quando nel 1857 il castello venne radiato dal Novero delle fortezze del Regno Borbonico, perse la sua funzione difensiva, ma mantenne e anzi intensificò la sua funzione civile e soprattutto commerciale. Durante il 1800 divenne deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana nel 1882 e, successivamente, sede della 17^ Legione della Guardia di Finanza.
Beppe Labianca nato a San Ferdinando di Puglia, si trasferisce a Bari dove, frequentati gli studi artistici, si inserisce nel panorama artistico-culturale con mostre personali e collettive. Agli inizi degli anni settanta assume la cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico Statale di Bari. Dal 1975 dirige il centro culturale “Officina nuova”, che diventa in quegli anni un importante ritrovo di artisti e di intellettuali, grazie anche ad eventi di rilevanza nazionale ed internazionale. Nel frattempo compie numerosi viaggi, soggiornando per un lungo periodo a Londra dove la sua pittura è andata accostandosi a quella di Francis Bacon, della quale si è progressivamente allontanata per attingere ad una forma di esistenzialismo figurativo, di impostazione metafisico-simbolica in cui concentra le ultime esperienze dell’arte contemporanea.
Tra le esposizioni più significative: 1976 – “Nuova oggettività in Puglia”, Galleria Il Collettivo, Roma; 1979 – Il realismo alle soglie degli anni ‘80″, Palazzo Capriati, Napoli; 1982 – “D’apres Gericault”, Castello Svevo, Bari; 1986 – “Album di Famiglia”, Pinacoteca Provinciale, Bari; 1993 – “Ultime realtà della Pittura Italiana”, Palazzo Reale, Caserta; 1996 – “Nella storia del mito”, Pinacoteca Provinciale, Bari; 1999 – Maggio di Bari “Luci del paesaggio pugliese”, Stadio della Vittoria, Bari; 2009 – Sonzung Cultural Arts Festival, Pechino (China).
Nel 2011 è stato invitato alla 54 Biennale di Venezia dove la sua installazione “Centaruo ferito da un stella” è stata esposta all’Arsenale Padiglione Italia.
Molti critici si sono interessati al suo lavoro tra cui: Vito Caiati, Carmelo Cipriani, Marilena Di Tursi, Loredana Rea, Grazia De Palma, Antonella Marino, Luigi Carluccio, Raffaele De Grada, Anna D’Elia, Vittore Fiore, Pietro Marino, Raffaele Nigro, Massimo Sgroi, Giustina Coda, Roberta Fiorini, Kerstin Moller e tanti altri.
Le sue opere sono state acquisite in numerose collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero.