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“Sul Filo di Una Storia” osservazioni e commenti su fatti e visione d’arte

Si apre venerdì 4 giugno alle ore 19,00 la rassegna “Sul Filo di una Storia”con la mostra di Lucy Ghionna, organizzata da Le Ali di Pandora, in Via San Massimiliano Kolbe, Lecce, nel corso serata si aprirà un Reading a tema: “ Raccontami la tua storia”.

La rassegna proseguirà i Venerdì successivi con “30 minuti sul filo di una Storia”. Tre Autori: Valeria Coi, Walter Spennato e Valentina Perrone presenteranno il loro ultimo libro.

Con la mostra “Sul Filo di una Storia”, Lucy Ghionna dà forma a un’idea dando la priorità all’idea stessa e al valore estetico unendo la pratica concettuale al polimaterico con interventi di Fiber Art. Sono storie cucite a mano di quelle di Lucy Ghionna che raccontano storie di donne, di Donna, geografie interiori,  che esprimono l’ansia e l’inquietudine di un mondo sempre più alienato ed alienante. Scrive Alessandro Matteo: “Il linguaggio di Lucy Ghionna si compone attraverso contrapposizioni. Contrapposizioni tra segni veloci, urgenti per l’appunto, e una fase più lenta e ragionata, composta con tecniche che furono colpevolmente esclusive di un mondo femminile e artigianale. Tecniche che venivano non a caso relegate, anche dove di livello altissimo, alla dimensione domestica. Un universo segnico accompagnato da una ripetizione di simboli, come quello del cuore, che sembrano provenire direttamente da una memoria collettiva fatta di ex voto e pale d’altare il cui colore si sfarina al passaggio delle dita: una dimensione di raccoglimento religioso delicatamente trasposta. L’occhio di Ghionna infatti si muove tra la capacità di ricontestualizzare scampoli di oggetti e realtà, rendendoli estremamente affascinanti come quegli oggetti d’affezione tanto cari a Man Ray, e una riappropriazione degli spazi che ricorda da vicino il gesto dello street artist. Ma se il graffitista (quelli della prima ora, da Basquiat ad Haring) è vicino per il segno tagliente, ricavato dal misticismo dell’arte preistorica, nel lavoro di Ghionna sovviene anche lo yarm bombing, recante anch’esso una volontà di utilizzo di un linguaggio “femminile” recuperato e mediato in modo destabilizzante. Ghionna infatti, coi suoi lavori dalla dimensione raccolta, sembra volersi riappropriare, con la medesima attitudine dello street artist che tagga il palazzo abbandonato per sottrarlo all’alienazione della città, di uno spazio interiore rimasto rimosso; riscoperto in modo dolorosamente delicato”.

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